MAHMOOUD INCARNA IL PROTOTIPO PERFETTO DEL "BUONISMO" RADICAL CHIC. QUALE TALENTO?

MAHMOOUD INCARNA IL PROTOTIPO PERFETTO DEL "BUONISMO" RADICAL CHIC.  QUALE TALENTO?

Giannina Puddu, 5 febbraio 2022.

Alessandro Mahmoud è il vero nome  di Mahmood.

Lo pseudonimo è la combinazione del suo cognome Mahmoud con la parola inglese my mood, il mio stato d’animo. 

Sardo da parte di madre ed egiziano da parte di padre, cresciuto nel quartiere periferico del Gratosoglio, a Milano.

Le origini della sua nascita di sangue misto, italiano ed egiziano, sono il terreno fertile, arato ad arte, da e per chi vuole spingere sul concetto della fusione armoniosa tra popoli di diversa etnia, spalancando i confini, accettando che entrino tutti perchè da questo melange, in un processo di integrazione perfettamente riuscito, possano continuare a nascere, vivere e trionfare, talenti come Mahmood.

Questo è il messaggio veicolato.

Ma, chi vuole vedere la verità vera, sa bene che non è così.

L'integrazione dei ragazzi che sbarcano in Italia è solo una dichiarazione d'intenti, completamente fallita nella vita reale.

Il padre egiziano di Mahomood, abbandonò la sua famiglia quando lui aveva solo 5 anni. Si stabilì al Cairo e non si preoccupò di occuparsi del figlio, nè di sua madre.

Padre, completamente assente, ma la sua assenza pare avere pesato poco nell'infanzia del figlio, grazie alla presenza di numerosi cugini, figli dei 12 fratelli della madre che, invece, pare aver saputo svolgere egregiamente il suo ruolo e quello del padre, egiziano in fuga dai suoi doveri.

Si legge che sia bene inserito e molto apprezzato dalla comunità LGBT.

Eppure, ben consigliato da chi ne guida il business, non ha mai voluto dichiarare se sia o no gay.

Questa posizione, ufficialmente, si cela dietro la sua scelta di mantenere il massimo riserbo sulla sua sua vita sentimentale.

Questa sua ambiguità, a volte, ha alimentato, verso di lui, le critiche della comunità LGBTQ+, ma premia il business.

Il look scelto per questa edizione di Sanremo, insiste nell'ambiguità che è un raffinato espediente tecnico di comunicazione.

Gonna pantalone, non gonna e non pantalone, giarrettiere ma di genere maschile, l'orecchio adornato con strass giganti e luccicanti e accanto Blanco con camicia scura e trasparente come quelle che indossano le donne, quando vogliono essere provocanti.

Gay, forse si, forse no.

Ma, i due cantanti, durante la loro esibizione, si guardano dritti negli occhi come fossero amanti che, in verità, non sono, ma questo aiuta.

Il dubbio affascina più della verità e vuole, attraverso le più raffinate tecniche di comunicazione, affermare che la domanda deve intendersi superata e inopportuna  per sottolineare che l'orientamento sessuale è condizione personalissima, indiscutibile, non censurabile.

Quindi, inutile entrare nel merito, mentre si esprime l'ovvietà di essere, indifferentemente, maschi o femmine e/o di alternare la propria percezione del genere e vivere conseguentemente. 

Si legge che Mahomood abbia un ex fidanzato, Lorenzo Tobia Marcucci, stilista toscano e che tra i due ci sia un ritorno di fiamma.

Ma, non se ne dà certezza secondo la tecnica di marketing prescelta da chi è alla guida di tutta questa operazione, veicolata attraverso l'esercizio sfrontato dell' Arte Suprema che è la Musica in totale spregio dell'arte e della musica.

Mahmood, simpatico e volenteroso ragazzo, non ha un gran talento ma si ferma all'applicazione delle logiche dell'industria musicale.

Il testo della canzone Brividi di A. Mahmoud - R. Fabbriconi - M. Zocca - A. Mahmoud - R. Fabbriconi (Ed. Music Union/Eclectic Music Group/Universal Music Publishing Ricordi/Milotic/Morning Bell - Milano) letto e riletto, rivela tutta la sua miseria artistica.

L'arrangiamento musicale appare come un vero minestrone di stili, forzatamente aggregati, più con l'obiettivo di affermarli che per, come dovrebbe essere,  comporli per ottenere un effetto musicale capace di entrare nel corpo e nell'anima di chi ascolta e farli vibrare come solo  la musica alta può fare.

E, di "musica alta", nel caso, proprio non si tratta.

Mahmood è un'operazione politica e commerciale. Non è un'operazione artistica.

Chiaramente indirizzata verso la femminilizzazione del maschio, come dichiarata e attaccata, recentemente,  da Sean Penn, in una recente intervista a iNews..

Chiaramente indirizzata verso l'annientamento dei valori di genere, come non fosse un valore essere "un uomo", essere "una donna", essere un gay". 

Chiaramente indirizzata verso i porti spalancati (solo in Italia!?) nel nome dell' integrazione e della fusione di civiltà che, di fatto è impossibile,  data la distanza culturale incolmabile che spesso si riscontra.

Un processo perverso di cancellazione dei caratteri distintivi delle razze che le azzera tutte per cui la somma, pericolosamente, si avvcina ad un nuovo  "zero", con evidente enorme vantaggio, non dei Popoli, ma di chi muove e spinge in questa direzione.

Come non essere d'accordo con Penn?

Impossibile!

Spero, per il giovane Mahmood, che non sia consapevole di essere usato per questi fini e che si creda, onestamente, un bravo cantante. Questo lo salverebbe, come essere umano.

Per me, che sono Socialista da quando ero una ragazzina, e non ho mai cambiato idea, nè voto, il "buonismo", tipico dei  "radical chic" è una stucchevole finzione e, iniseme, un insopportabile inganno che, prima o poi, dovranno cessare per il vero bene delle persone, di qualunque genere ed etnia.

Il testo di "Brividi":

Ho sognato di volare con te
Su una bici di diamanti
Mi hai detto sei cambiato,
Non vedo più la luce nei tuoi occhi
La tua paura cos’è?
Un mare dove non tocchi mai
Anche se il sesso non è
La via di fuga dal fondo
Dai non scappare da qui
Non lasciarmi così
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Tu, che mi svegli il mattino
Tu, che sporchi il letto di vino
Tu, che mi mordi la pelle
Con i tuoi occhi da vipera
E tu, sei il contrario di un angelo
E tu, sei come un pugile all’angolo
E tu scappi da qui, mi lasci così.
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Dimmi che non ho ragione
Vivo dentro una prigione
Provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane
Non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un ti amo ho mischiato droghe e lacrime
Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno
Io non lo voglio più addosso
Lo vedi, sono qui,
Su una bici di diamanti, uno fra tanti.
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi