LO SCENARIO IN CASSA FORENSE. DOPO LA NOTA MINISTERIALE DEL 29 DICEMBRE 2023.
Trento, 7 gennaio 2024. Di Paolo Rosa, avvocato.
Cassa Forense “è caratterizzata da un sistema misto in cui il sistema a ripartizione PAYGO è integrato da una componente Funded accumulata in fase iniziale, grazie ad una situazione molto favorevole nel rapporto tra attivi e pensionati. In buona sostanza Cassa Forense opera in un sistema di finanziamento misto, con componente sia a ripartizione che a capitalizzazione: la sua sostenibilità deve essere supportata da un mix e cioè dalla componente demografica (in termini di attrattività prospettica della professione e dei conseguenti futuri ingressi) sia da una oculata e prudente gestione degli investimenti del patrimonio legato alla componente Funded.” (Alessandro Trudda, Quaderno n. 1/2023, Cassa dottori commercialisti: analisi della stabilità finanziaria).
Dopo la nota ministeriale del 29.12.2023 che, a quanto pare, ha stoppato la riforma di Cassa Forense, la Fondazione dovrà riprogettare la riforma dopo aver rielaborato il bilancio preventivo 2024, tenendo conto che i 42 milioni ipotizzati di maggiori entrate contributive, oltre ad un milione di euro in prestazioni previdenziali, sono venuti meno perché la riforma non entrerà in vigore l’01.01.2024 e riformulare il bilancio tecnico al 31.12.2023 alla luce dei dati negativi emersi nel frattempo.
Purtroppo l’aspetto demografico è molto negativo perché caratterizzato, oltre che da una contrazione dei nuovi ingressi, da un aumento esponenziale delle cancellazioni come dichiarato da Cassa Forense nel prospetto a corredo.
Scrive sempre il prof. Alessandro Trudda, nel testo sovra citato, che: “la sostenibilità finanziaria di lungo periodo delle Casse professionali, intesa come capacità delle stesse di far fronte nel tempo a tutti gli impegni previdenziali e assistenziali maturati e maturandi, è tema assai caro al legislatore e agli organi di controllo per le ovvie ragioni di tutela della natura pubblica dell’attività svolta.
Tutte le Casse devono dimostrare tale requisito a mezzo delle risultanze del bilancio tecnico attuariale proiettato a 50 anni.
Come facilmente intuibile questo tipo di proiezioni scontano elementi di arbitrarietà nelle previsioni soprattutto in riferimento ad un orizzonte temporale così lungo.
Riteniamo che un continuo monitoraggio supplementare, da espletarsi attraverso un appropriato sistema di indicatori finanziari, sia un ulteriore valido strumento di controllo utile non solo a prevenire dissesti finanziari, ma anche a comprendere le eventuali ulteriori azioni che possono essere espletate a beneficio degli iscritti secondo principi di equità ed adeguatezza”.
Uno di questi indicatori è rappresentato dal funding ratio che misura il rapporto tra il debito latente maturato da Cassa Forense e la patrimonializzazione.
Il debito latente si riferisce alla sommatoria delle pensioni liquidate ma anche dei ratei di pensione maturati dai lavoratori attivi fino all’età di pensionamento.
Il funding ratio nella Cassa dei commercialisti nel 1994 era pari al 14,8%, salito al 27% nel 2002 e oggi si attesta al 61% e questo perché la Cassa dei Commercialisti sin dal 2003 ha optato per il sistema di calcolo contributivo della pensione.
Se si va ad analizzare il bilancio tecnico della Cassa Commercialisti relativo al periodo di proiezione 2021 – 2070 si vede un andamento delle riserve patrimoniali sempre crescente che, alla fine del periodo, garantisce una copertura pari ad oltre il 76% dei debiti pensionistici maturati a tale data.
Il FR offre al lettore, e quindi agli iscritti, una fotografia veritiera della situazione sotto il profilo della sostenibilità di medio – lungo periodo e, per quelle Casse che hanno un funding ratio insufficiente, la spinta ad agire di conseguenza con riforme strutturali cosi come ha, brillantemente fatto, la Cassa dei Commercialisti, prima a sterzare verso il criterio di calcolo contributivo della pensione sin dal 2003!
Nel preventivo 2023 il funding ratio in Cassa Forense viene dato al 38,63%, ben lontano dai valori della Cassa Commercialisti tanto per fare un confronto il che rende sempre più problematico il percorso riformatore.