Lo scandalo MPS: lo Stato assuma il controllo della banca
Non c`è niente di peggio di una banca di proprietà pubblica in cui pseudo-privati, come le Fondazioni, mantengono il comando mentre lo Stato (a nome dei contribuenti) si assume tutti i rischi. Si parla ovviamente dello scandalo Monte dei Paschi. Oltre al prestito di 3,9 miliardi di euro (7.550 miliardi delle vecchie lire) al tasso del 9%, vi è la garanzia dello Stato sulle obbligazioni già emesse da MPS per un importo non precisato di oltre dieci miliardi di euro.

Non sarebbe più ragionevole che lo Stato assumesse il pieno controllo della banca, nominando persone competenti di propria fiducia per operare quella ristrutturazione (guarda caso ostacolata proprio dalla Fondazione e dagli interessi politici) e quindi collocarla sul mercato? E` la via seguita con successo in situazioni analoghe da Stati Uniti, Inghilterra, Irlanda ed ora dalla Spagna. Questo è il nodo principale. Non a caso Napolitano ha commentato: `Questione grave, bisogna occuparsene`. Il resto è una logica conseguenza articolata in cinque punti: (1) Vi è il problema della insufficiente vigilanza (o timidezza politica?) da parte della Banca d`Italia che pur sollevando il coperchio con tre ispezioni su questa orrenda spoliazione (nel 1995 la banca valeva l`equivalente di 20 miliardi di euro) non è riuscita a commissariare la banca che vanta oltre sei milioni di clienti. (2) Ora MPS è diventata una bad bank avendo acquistato senza una `due diligence` dal Santander, l`8 novembre del 2007, la Banca Antonveneta per 9,3 miliardi saliti poi a 10,1 miliardi a fronte di un `fair value`di 6 miliardi più altri 8 miliardi di debiti. (3) Vi è il tema delle tangenti. Per primo il Sole 24 Ore (24 gennaio) ha denunciato lo strano prestito `Fresh` (“tecnicizzato” come aumento di capitale) di un miliardo di euro, stipulato nel 2008, che costa solo per interessi ben 100 milioni di euro all`anno. A chi fa capo? In più, secondo “Repubblica”, ballano altri due miliardi di tangenti (4) Vi è il pasticcio dei derivati e quello dei pronti contro termine con Nomura sui Btp trentennali che hanno causato un mancato introito sulle cedole di quasi tre miliardi di euro. E` evidente che la casta politica é totalmente integrata con la casta dei tecnici. Si è creato un ossimoro che ha come denominatore l`arricchimento personale. (5) Le procure di Milano e Siena indagano sui derivati tossici e sulle `stecche` ai dirigenti bancari. Ora, salta fuori che a Milano alcuni dirigenti segnalarono movimenti sospetti sui Btp: MPS ne ha acquistati per 25 miliardi di euro si presume con il beneplacito di Tesoro e Banca d`Italia ma oggetto di forti critiche dell`autorità bancaria europea (Eba). Nonostante ciò, il protagonista principale, Giuseppe Mussari, un mese fa veniva incoronato per la seconda volta alla guida dell’Associazione bancaria. C`è da augurarsi che la procura di Siena, che ha la competenza territoriale, non abbia riguardi per nessuno senza slittamenti temporali. Già nel 2009, anno terribilis, l`utile crollò del 76% e per nascondere la polvere sotto il tappeto fu ideato il contratto segreto con la giapponese Nomura. Ma a fine 2011 le perdite sui BTP erano pari a 2,8 miliardi. La banca ha un portafoglio titoli e derivati di 37 miliardi, quattro volte l’intero patrimonio su cui perde oltre due miliardi. La banca senese, fatto curioso, ha uno Statuto che esenta il cda dall`esame e dalla approvazione delle principali operazioni societarie. Dunque, a quattro anni dal crack di Lehman Brothers, la terza maggiore banca italiana aveva di fatto una governance inesistente con buona pace dei “regulators”. Ecco perché, a inizio maggio 2012, c`è stata la svolta: 147 uomini del Nucleo di Polizia valutaria hanno eseguito 38 decreti di perquisizione più dieci ordini di esibizione documentale ad altrettante banche in tutta Italia per manipolazione di mercato e ostacolo alle funzioni di vigilanza. Ma ora si parla di truffa aggravata. Dopo cinque mesi (ottobre 2012) i nuovi vertici di MPS, Profumo e Viola (nominati a inizio anno), `scoprono` le operazioni segrete in derivati e i pronti contro termine sui Btp. Una lentezza giustificabile nelle economie agricole degli anni `30 non certo nell`era della globalizzazione e della digital economy. Una lezione amara che rende impellente una riforma dei meccanismi decisionali dello Stato.
Scritto da Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”.