Lo Ior recita il Mea culpa
`Con la reputazione che abbiamo, non abbiamo reso un buon servizio al Santo Padre e questo e` il primo e piu` importante compito da affrontare`. Lo afferma il presidente dello Ior, Ernst von Freyberg, in un`intervista alla Radio Vaticana. `L`Istituto - sottolinea - ha 19mila clienti, tra cui 5.200 istituzioni cattoliche, titolari dell`85 per cento dei fondi amministrati e 13mila 700 altri correntisti`
Riguardo ai soggetti ammessi ad aprire i conti allo Ior, il presidente cita `gli impiegati vaticani, oltre a religiosi e alcune altre categorie specifiche autorizzate, come i diplomatici accreditati presso la Santa Sede`. `Quando sono arrivato - rivela von Freyberg - pensavo di dovermi concentrare su quello che normalmente viene definito `fare pulizia` e `mettere in ordine` fra i conti correnti irregolari. A tutt`ora non vi e` nulla di tutto questo che io abbia potuto rilevare`.
`Questo - ammette - non significa che non ci sia niente, ma piuttosto che questa non e` la nostra preoccupazione maggiore`. `La nostra preoccupazione maggiore - spiega il presidente dello Ior - e` la nostra reputazione. Il nostro lavoro - dunque - riguarda la comunicazione molto piu` di quanto non avessi pensato originariamente: c`e` da fare molta piu` comunicazione all`interno della Chiesa: non abbiamo fatto abbastanza in passato. Il lavoro inizia in casa nostra, con i nostri stessi dipendenti, con coloro che lavorano per la Chiesa di Roma, con coloro che sono nella Chiesa in tutto il mondo. A loro in primo luogo siamo debitori di trasparenza e di una chiara spiegazione in merito a quel che facciamo e del modo in cui cerchiamo di servire`.
Nell`intervista von Freyberg descrive lo Ior come `un ufficio di famiglia`. `Ci sono - spiega - 112 persone che gestiscono i clienti che in larga maggioranza sono suore o religiosi e molto spesso essi conoscono la persona che allo Ior si occupa di loro da 20 o 30 anni. Noi sappiamo esattamente di cosa hanno bisogno e loro qui trovano una persona fidata, ed e` questo rapporto personale che li spinge a venire qui. Siamo in competizione come qualsiasi altro istituto finanziario nel mondo. Ogni singolo nostro cliente viene costantemente sollecitato dalle banche di appoggiarsi a loro. Rimangono con noi perche` vogliono rimanere con noi`. `Se chiedessimo ai nostri clienti: `Chiudiamo lo Ior?`, al 99,99 per cento - assicura - essi risponderebbero di no`. `Vogliono - scandisce - rimanere qui, vogliono portare i loro denari qui. Trovano un`assistenza personalizzata e l`esperienza ha dimostrato che qui sono al sicuro. Lo Ior e` altamente capitalizzato, ha un patrimonio netto di circa 800 milioni su un bilancio di 5 miliardi. E` il doppio di quello che si potrebbe trovare nelle banche al di fuori del Vaticano. In tutta la crisi finanziaria non siamo mai stati in difficolta`. Nessun governo ha dovuto salvarci; siamo molto, molto al sicuro`.
Von Freyberg risponde anche a una domanda sui recenti rilievi ricevuti dall`AIF, l`organismo vaticano che fa da supervisore allo Ior, dal quale si e` appreso di conti `sospetti` attualmente in essere e di operazioni segnalate alla magistratura vaticana. Secondo il presidente dell`Istituto, `in realta` cio` dimostra che il nostro sistema di monitoraggio interno incomincia a funzionare`. `Questo significa - osserva - che siamo diligenti e che abbiamo identificato sei transazioni delle quali abbiamo pensato che fossero inappropriate e per questo le abbiamo riferite al nostro supervisore`. In concreto, per von Freyberg si e` sulla strada giusta e anche altre banche di altri Paesi hanno gli stessi problemi.
`Se torniamo indietro di 15 anni, probabilmente - aggiunge - allora eravamo molto normali, nel senso che tutte le istituzioni finanziarie private nel mondo, e anche quelle pubbliche, operavano sulla base del segreto bancario`. `La trasparenza - commenta - e` una chiave, ma non solo la trasparenza; anche cio` a cui si mira, una volta diventati trasparenti: e cioe`, che siamo completamente puliti, come e` necessario essere se si vuole essere accettati nel sistema finanziario internazionale`. `La trasparenza - chiarisce pero` - non e` una cosa che il mondo ha da sempre e alla quale il Vaticano deve essere trascinato`. Per alcuni aspetti, conviene il presidente dello Ior, `noi siamo arrivati in ritardo, ad adeguarci a questo nuovo mondo`. Ma, giura in merito all`adeguamento in corso su richiesta di Moneyval, `ora stiamo correndo per recuperare e per tornare dove eravamo 15 anni fa: relativamente normali in confronto con altre istituzioni finanziarie`.`Si` - conclude - ora stiamo riguadagnando la nostra reputazione. Questa e` la cosa piu` importante che devo fare: cacciare quell`ombra`.