L'ITALIA E VON DER LEYEN CON ISRAELE. NEL RESTO DEL MONDO ALTRE VISIONI
Giannina Puddu, 16 ottobre 2023.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva inviato il suo messaggio al presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, poco dopo l'attacco di Hamas: «Ho appreso con profonda costernazione la notizia dell’attacco che dall’alba di questa mattina ha coinvolto diverse regioni dello Stato di Israele. In queste drammatiche circostanze giungano a Lei, Signor Presidente, e a tutti i cittadini israeliani le espressioni della solidarietà dell’Italia».
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva pubblicato la sua posizione su X (e, sfugge la logica di tale esternazione ai massimi livelli istituzionali italiani su X....): «Il Governo condanna con la massima fermezza gli attacchi a Israele. Sono a rischio la vita delle persone, la sicurezza della regione e la ripresa di qualsiasi processo politico. Hamas cessi subito questa barbara violenza. Sosteniamo il diritto di Israele ad esistere e difendersi».
Viene da chiedersi: "esistere" a quali condizioni? E, "difendersi" a quali condizioni?
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva detto «un grande dolore e una grande preoccupazione per Israele e i suoi cittadini, vittime di un indiscriminato e violentissimo attacco pari a una dichiarazione di guerra.... il governo, la Difesa ed io siamo e saremo accanto e vicini al popolo e allo stato di Israele»
Ursula Von Der Leyen si era espressa, a caldo, come se fosse la regina dell'UE e non solo la presidente della Commissione UE, ovvero senza deleghe e poteri riguardo la politica estera dell'UE.
Mercoledì 11 ottobre, Ursula von der Leyen aveva affermato che il massiccio assalto di Hamas contro Israele era stato un atto di guerra a sangue freddo e che rifletteva un “male antico”, aggiungendo: "Dobbiamo essere chiari nel definire questo tipo di orrore....E può esserci solo una risposta. L’Europa sta dalla parte di Israele. E sosteniamo pienamente il diritto di Israele a difendersi”.
E, il suo viaggio in Israele con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola per la consegna di “un assegno in bianco” a Netanyahu, secondo la percezione di un anonimo diplomatico del quale ha scritto IL FOGLIO...
In effetti, senza scomodare un qualsiasi "diplomatico" era già chiarissimo il messaggio di Von Der Leyen: sostenere Israele dimenticando la Palestina contro la quale si è pure affrettata a prevedere la "revisione completa" del sostegno finanziario-umanitario dell'UE.
Tanto questo è vero che, con la sua uscita, ne ha disturbato molti anche in ambito UE provocando un'ennesima spaccatura, come se ce ne fosse bisogno, per essersi espressa a nome dell'Unione Europea in un tema per il quale non ha deleghe.
L'eurodeputato francese Nathalie Loiseau, si è rivolta a lei su X, scrivendole: "Sì, Israele ha il diritto di difendersi dai terroristi assetati di sangue, ma, Stai dimenticando un messaggio importante: Israele deve rispettare il diritto internazionale umanitario".
Per assumere la vera posizione dell'UE sul punto, cancellando l'inopportuna posizione espressa da Von Der Leyen, il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel ha rivolto un invito per il confronto ai membri del Consiglio, in occasione di una videoconferenza in programma per il 17 ottobre 2023: Alla luce di ciò, vorrei convocare un Consiglio europeo straordinario, che si terrà in videoconferenza martedì 17 ottobre alle 17,30. È della massima importanza che il Consiglio europeo, in linea con i trattati e i nostri valori, definisca la nostra posizione comune e stabilisca una linea d’azione chiara e unitaria che rifletta la complessità della situazione in corso.
Questo conflitto ha molte conseguenze, anche per noi nell’Unione europea...
il conflitto potrebbe avere gravi conseguenze in termini di sicurezza per le nostre società. Se non stiamo attenti, ciò può potenzialmente esacerbare le tensioni tra le comunità e alimentare l’estremismo.
Infine, esiste un forte rischio di migrazione e di spostamento di un gran numero di persone verso i paesi vicini che già accolgono un numero significativo di rifugiati sul loro territorio. Se non viene gestita con attenzione, c’è il rischio di ulteriori ondate migratorie verso l’Europa.
Individuando nella negazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese la causa principale delle attuali tensioni, si sono espressi per la condanna di Israele: Algeria, Unione Africana, Belize, Brasile, la Colombia, Cuba, Indonesia, Iraq, Iran, Irlanda, Kuwait, Marocco, Malaysia, Maldive, Oman, Katar, Russia, Siria, Sudafrica, Venezuela, Corea del Nord e Iran che pare pronto all'intervento militare a sostegno dei palestinesi.
Dalla Russia, l'ideoologo ultranazionalista Alexander Dugin, su Telegram, qualche giorno fa, ha pubblicato un messaggio in cui dichiara che la Russia deve sostenere l'Iran, ritenuto, sul fronte opposto, il 'mandante' dell'operazione di Hamas.
"L'Iran è nostro amico, alleato e fratello ed è stato al fianco della Russia nel momento del bisogno, mentre Israele non lo è. È un vassallo degli Stati Uniti... i globalisti americani, con i quali ora siamo in guerra in Ucraina, hanno pienamente sostenuto Israele. Così come l'Ucraina".
Se venissero a mancare la volontà e la capacità di fermare l'assedio su terra della Striscia di Gaza da parte israeliana, le forze coinvolte in campo sarebbero imponenti con effetti domino devastanti per tutti, compresa l'Europa, compresa l'Italia...
Prima di esprimersi e appendere bandiere, i vertici politici italiani ed europei dovrebbero riflettere sull'effetto delle parole che spendono, compreso l'attuale corto circuito istituzionale in UE.
Joe Biden ha ordinato alle navi e agli aerei da guerra statunitensi di avvicinarsi a Israele in segno di sostegno e incrementando gli aiuti militari.
Ma, dalla Turchia, il presidente ha criticato il bombardamento di Gaza da parte di Israele, affermando che il paese non si sta comportando “come uno Stato”.