L`Italia è davvero in recessione, l`Europa no

A fine 2012 e all`inizio del prossimo anno l`Europa potrebbe vedere segni di ripresa con una modesta crescita, ma alcuni paesi «in particolare Italia, Spagna e Portogallo, affronteranno probabilmente una vera recessione».

Lo afferma Jean-Michel Six, capo economista per l`Europa dell`agenzia Standard & Poor`s presentando un rapporto sulla situazione economica del continente.
Nel documento - dal titolo «Per l`Europa niente rapida uscita dalla recessione» - si legge anche che «la Germania ed altri paesi chiave del nord Europa dovrbbero vedere quest`anno una crescita del Pil stagnante mentre un rafforzamento graduale della domanda da parte dei mercati emergenti dovrebbe fornire un certo sostegno alla luce dell`allentamento delle politiche monetarie in corso nella maggior parte di questi paesi». Inoltre, secondo S&P, sarà possibile registrare un aumento dei consumi dei privati nei paesi chiave dell`Eurozona, ovvero Francia, Germania e Benelux.
Quanto alla Bce, secondo l`agenzia di rating, le sue maxi-iniezioni di liquidità «sembrano aver accresciuto la fiducia degli investitori, come dimostra il recente calo degli spread» sul debito sovrano.
 
La previsione di S&P`s è quindi quella di un`Europa a due velocità, con uno scenario base (60% di probabilità) che indica per il 2012 una crescita del Pil dello 0,6% e dello 0,5% rispettivamente per Germania e Francia, ma Italia e Spagna in recessione, con una flessione del Pil dell`1,5% per entrambe. Lo scenario considerato meno probabile da S&P (40% di probabilità) è più pessimistico, e legato al rischio di una ripresa più lenta nei Paesi emergenti e di consumatori più prudenti in Germania e in Francia: in questo caso il 2012 vedrebbe un arretramento dell`1,5% sia del Pil tedesco sia di quello francese, un calo del 3% in Italia e del 4% in Spagna.
Le previsioni dell`agenzia di rating si basano sull`attesa di una forte espansione dei consumi in Germania grazie alle buone condizioni del mercato del lavoro e di una tenuta dei consumi in Paesi come Austria, Belgio, Finlandia e Lussemburgo per il ridotto indebitamento delle famiglie e misure fiscali meno draconiane che nei Paesi dell`Europa del Sud. Scenario più depresso e in qualche modo preoccupante invece per Italia e soprattutto per la Spagna dove all`indebitamento delle famiglie (in realtà basso in Italia, al 45,2% del Pil contro il 65% dell`Eurozona, l`81,8% della Spagna e l`85,7% della Gran Bretagna) si uniscono severe misure fiscali e un`elevata disoccupazione (9,2% in Italia ma 23% in Spagna), fattori destinati a condizionare la domanda interna per il prossimo anno e mezzo.
Infine una considerazione di S&P sull`azione della Bce e sulle aste LTRO che hanno iniettato nel sistema oltre 1.000 miliardi a tre anni, con un`azione efficace di chiusura degli spread nel breve termine, anche se gli osservatori di mercato secondo l`agenzia cominciano a chiedersi cosa accadrà tra tre anni, alla scadenza dei prestiti. La risposta implicita, secondo S&P, è che per allora le economie europee saranno in una situazione migliore dell`attuale e le banche avranno quindi basi più solide per il rimborso
 
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