L`Italia dipende troppo dal gas russo

Il gas naturale è una risorsa fondamentale per il sistema energetico italiano. Secondo i dati diffusi da Terna, nel 2010, il consumo interno di energia (in senso lato, comprendendo anche l’energia elettrica, l’energia per i trasporti, il riscaldamento, l’energia prodotta dagli impianti industriali, etc…), è stato pari a 185,3 milioni di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio).

L`Italia dipende troppo dal gas russo

Di questi, il gas naturale rappresenta il 35,7%, secondo solo al petrolio (ampiamente utilizzato come carburante nel sistema dei trasporti). Il gas naturale è però la prima fonte utilizzata nella produzione elettrica, infatti, dei 342,93 TWh di energia elettrica consumata nel 2010 in Italia, 152,74 TWh (in aumento del 3,7% rispetto al 2009) provengono da centrali termoelettriche che bruciano gas naturale (quindi il 44,5% dell’energia elettrica che è stata prodotta nel 2010 proviene da questa fonte energetica).

Il massiccio utilizzo del gas naturale come fonte per produrre energia elettrica è stato deciso per diminuire la dipendenza del nostro paese dal petrolio. Nel 1994, infatti, il gas naturale rappresentava il 22% della produzione di energia elettrica, con il petrolio che rappresentava invece il 64%, percentuali che si sono completamente ribaltate vent’anni dopo, con il petrolio che pesa ora per un modesto 2,9% della produzione italiana di energia elettrica.

Nel 1995 il consumo di gas aumentò del 9,87% rispetto all’anno precedente, arrivando a quota  54,39 miliardi di metri cubi consumati. Questo trend è continuato per altri 10 anni, mentre l’Italia si apprestava a sostituire le vecchie e inefficienti centrali a olio combustibile con le più efficienti ( e meno inquinanti) centrali a gas, così che i consumi sono aumentati del 58,61% rispetto al 2005, anno in cui il consumo di gas naturale raggiunse il picco di 86,27 miliardi di metri cubi di gas naturale consumato. L’Italia è il terzo paese per consumi di gas naturale dell’Europa, con 82,99 miliardi di metri cubi di consumi nel 2010 (dai EIA), dietro a Germania (97,27 miliardi di metri cubi) e Regno Unito (94,21 miliardi di metri cubi). Al quarto posto ci sono i Paesi Bassi, con 54,85 miliardi di metri cubi, a seguire la Francia (48,08 miliardi di metri cubi) e la Spagna, con 35,80 miliardi di metri cubi consumati nel 2010.

Un maggior consumo di gas naturale ha però visto un vertiginoso aumento delle importazioni del prezioso combustibile fossile, importato sia in stato gassoso (attraverso i famosi gasdotti), che in stato liquido via nave (per poi essere rigassificato). La quota di gas naturale importato nel nostro paese è infatti passata dal 58,90% del consumo del 1994, al 90,79% del 2010. Le importazioni per il 2010 sono state pari a 75,34 miliardi di metri cubi di gas naturale (dati di BP) e di questi, 66,26 miliardi di metri cubi di gas provengono dai gasdotti (pari a circa l’88% delle importazioni), mentre i rimanenti 9,08 miliardi di metri cubi sono giunti via mare (come gas liquido). Per i rifornimenti di gas naturale l’Italia dipende in primis dall’Algeria per 27,56 miliardi di metri cubi (pari al 36,58% dell’approvvigionamento estero), seguita dalla Russia con 14,20 miliardi di metri cubi (18,85%), dalla Libia, con 9,41 miliardi di metri cubi (12,49%), dai Paesi Bassi con 8,11 miliardi di metri cubi (10,76%) e dal Qatar con 6,18 miliardi di metri cubi (8,20%). Il gas russo, libico ed olandese proviene totalmente da gasdotti, quello dal Qatar totalmente via mare (LNG -gas liquefatto), il resto è un misto dei due.

Analizzando altri paesi europei che dipendono fortemente dalle importazioni di gas naturale, vediamo che Germania, Francia e Spagna dipendono interamente dalle importazioni si gas naturale, mentre il Regno Unito nel 2010 ha importato 53,6 miliardi di metri cubi di gas naturale (pari al 56,89% dei propri consumi, anche se parte della propria produzione viene esportata). La Germania dipende dalla Russia (37%), dalla Norvegia (33%) e dai Paesi Bassi (26%). La principale fonte di approvvigionamento francese è la Norvegia (pari al 29%), seguita dalla Russia (16%), i Paesi Bassi (14%) e l’Algeria (13%). La Spagna dipende dall’Algeria (33%), la Nigeria (22%) ed il Qatar (15%). Analizzando la struttura dei rifornimenti, vediamo che la Germania ha puntato tutto sui gasdotti, mentre la Spagna ha dato precedenza alle importazioni di gas liquido via mare (76% delle importazioni). La Francia ha invece puntato solo in parte sulla rigassificazione del gas liquido proveniente dal mare (pari al 29% delle importazioni), mentre l’Italia dipende per l’88% dal gas trasportato nei gasdotti.

L’Italia è un paese che dipende fortemente dal gas naturale, che rappresenta il 35,7% del totale del consumo energetico del 2010 ed il 44,5% dell’energia elettrica prodotta nello stesso anno. Un taglio delle forniture da parte di Gazprom (Russia) del 25-30% (nella scorsa settimana, ma la situazione sta leggermente migliorando), va a ribassare di un 10-15% l’offerta di gas naturale dell’Italia proprio in un momento di picco dei consumi. La soluzione di emergenza che il governo ha deciso di prendere è l’aumento della produzione interna di gas, la sostituzione dell’olio combustibile (molto inquinante e più costoso) al gas dove possibile ed il razionamento della fonte energetica per i grandi clienti industriali. Tutto questo mostra la fragilità del nostro sistema energetico, che avrebbe bisogno di potenziare le strutture di approvvigionamento di gas liquido (rigassificatori) per diminuire la quota di gas importato dalla Russia (come ad esempio ha fatto la Spagna, che non importa gas dalla Russia).

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