L`Istat certifica la brusca frenata della crescita italiana

Il 2011 si chiude con una crescita del Pil dello 0,4%. Lo rileva l`Istat, aggiungendo che nel 2010 l`aumento era stato dell`1,8% (dato rivisto al rialzo). Si è così registrata una netta frenata della crescita. L`ultima previsione del governo stimava un Pil nel 2011 a +0,6%.

Nel 2011 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.580.220 milioni di euro correnti, con un aumento dell`1,7% rispetto all`anno precedente. La variazione del Pil in volume è stata pari allo 0,4%. Si tratta del dato grezzo, mentre il dato corretto per gli effetti di calendario era stato duffuso nella stima preliminare di metà febbraio (+0,4%).
Dal lato della domanda nel 2011 si registra una crescita del 5,6% delle esportazioni di beni e servizi e una diminuzione dell`1,9% degli investimenti fissi lordi, mentre i consumi finali nazionali sono rimasti stazionari.
Le importazioni sono aumentate dello 0,4%. A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato un aumento in volume pari all`1,2% nell`industria in senso stretto e allo 0,8% nei servizi; le costruzioni hanno invece mostrato una flessione del 3,5% e l`agricoltura, silvicoltura e pesca dello 0,5%.
Il Pil italiano, in termini di volume, rimane quindi inferiore ai livelli pre-crisi. «Nonostante la crescita degli ultimi due anni - afferma l`Istat - nel 2011 il Pil in volume si è attestato su livelli ancora inferiori a quelli registrati negli anni precedenti la crisi economica del 2008-2009». 
Quanto a crescita l`Italia nel 2011 sembra fare peggio rispetto a diversi big mondiali, escluso il Giappone. Infatti l`Istat sottolinea: «I dati finora disponibili per i maggiori paesi sviluppati mostrano un aumento del Pil in volume nel Regno Unito (0,9%), in Francia (1,7%), negli Stati Uniti (1,7%) e in Germania (3,0%) e una diminuzione in Giappone (-0,9%).
Il rapporto deficit-Pil si è invece attestato nel 2011 al 3,9%. L`Istat ricorda inoltre che nel 2010 il rapporto è stato del 4,6%. Si è, quindi, rilevato un miglioramento. Le ultime stime del governo prevedevano invece un rapporto nel 2011 pari al 3,8%.
 
``