L`intransigenza morale delle banche vale per tutti i dipendenti. O forse no?

Pubblichiamo un’interessante riflessione ricevuta da un nostro lettore, il quale denuncia un curioso caso di “asimmetria” di vigilanza all’interno di un noto istituto bancario.

L`intransigenza morale delle banche vale per tutti i dipendenti. O forse no?

Gentile redazione, vi scrivo per raccontarvi un episodio che mi ha lasciato non poco divertito, seppur con un sottile sapore amaro in bocca. Sono un ragazzo laureatosi da poco e, dopo un colloquio andato a buon fine presso Unicredit per una posizione di assistenza alla clientela (definita in maniera raffinata help desk anche se poi, a conti fatti, trattasi di call center ben pagato), sono stato contattato per formalizzare la mia assunzione (tra l’altro a tempo determinato). Ebbene, per la formalizzazione della stessa ecco quello che mi è stato richiesto in termini di documenti da inviare via mail/fax (vietate le autocertificazioni, spedendo oltretutto una raccomandata a/r), una vera e propria via crucis atta a dimostrare a questo istituto la mia “ilibatezza” e la mia credibilità.

Dall’ Uff. Anagrafe di residenza, anche in documento cumulativo:
1) certificato di nascita
2) certificato di cittadinanza
3) certificato di residenza
4) certificato di stato di famiglia
Dai competenti Uffici Giudiziari :
5) certificato generale del casellario giudiziale (in bollo)
6) certificato carichi pendenti
Inoltre:
- una foto formato tessera scansionata con estensione jpg
- fotocopia codice fiscale
- fotocopia di un documento di identità
- certificato rilasciato dalla Segreteria dell’Università (in caso di laurea) o della Scuola (in caso di
diploma) attestante l’avvenuto conseguimento del titolo con la precisazione della votazione
conseguita. In alternativa, fotocopia autenticata del titolo di studio originale con votazione.
- “dichiarazione per ex revisori contabili e/o ex dipendenti pubblica amministrazione” (all.1) da
compilare e restituire firmata anche se negativa.

ALTRI DOCUMENTI PER CASI PARTICOLARI
SOGGETTI PROVENIENTI DA ALTRO IMPIEGO:
- dichiarazione del precedente datore di lavoro riportante i dati retributivi necessari per l’effettuazione del conguaglio previdenziale e i periodi di aspettativa non retribuita, congedo straordinario o permesso retribuito per le ipotesi previste dalle vigenti leggi (facsimile in all. 2);
- dichiarazione per l¡¦applicazione del massimale contributivo e pensionabile (all. 3);
- dichiarazione per il regime fiscale applicabile ai contributi versati a previdenza complementare (all. 4);
- solo in caso di vecchi iscritti a Fondi Pensione integrativi: dichiarazione del Fondo di appartenenza attestante tale qualifica e l¡¦esistenza della posizione contributiva.
SOGGETTI APPARTENENTI A CATEGORIA PROTETTA (disabili, orfani/vedove, profughi):
- attestazione di appartenenza a categoria protetta;
- certificato di iscrizione nell¡¦elenco provinciale del Collocamento Obbligatorio.
DISOCCUPATI DA OLTRE 24 MESI se l’assunzione è prevista a tempo indeterminato (L. 407/90) oppure ISCRITTI ALLE LISTE DI MOBILITA’ (L.223/91):
- copia del certificato attestante la disoccupazione o in caso di mancanza modulo di autocertificazione SC67 - 407/90 (disponibile presso la sezione modulistica del sito internet dell’INPS) debitamente firmato ed accompagnato da copia di un documento di identita;
- copia del certificato attestante l‘iscrizione nelle liste di mobilita o in caso di mancanza modulo di autocertificazione SC66 ¡V 223/91 (disponibile presso la sezione modulistica del sito internet dell’INPS) debitamente firmato ed accompagnato da copia di un documento di identita.
TITOLARE DI PENSIONE INPS (reversibilita o invalidita):
- dichiarazione che certifichi la qualifica di pensionato con allegata la fotocopia del certificato di pensione (mod. TE08).
L’ASSUNZIONE E’ SUBORDINATA ALLE SEGUENTI CONDIZIONI:
- che i doc. ai n. 2,3,4,5,6 abbiano data non anteriore di 3 mesi a quella di assunzione;
- che siano prodotti tutti i documenti richiesti tranne la dichiarazione del precedente datore di lavoro che sarà presentata appena disponibile, purche entro il 31 dicembre dell’ anno in cui avviene l’assunzione;
- che tutti i documenti non siano viziati da irregolarita alcuna.


Ora, pur trovando tutto questo elenco inutilmente ricco (specie per il divieto di fornire autocertificazioni, laddove questo possa significare risparmio di tempo e soldi in timbri, timbretti e carte bollate…), la mia riflessione non deriva tanto dalla fatica del doversi cimentare in tale impresa di novello Azzeccagarbugli, quanto piuttosto dalla morale che se ne può evincere. Sei una papabile ruotina del carro? Perfetto, devi farti carico di mille doveri e responsabilità in prima persona e devi, inoltre, mostrarti costantemente attento ad ogni “gabola” legale per confermarti di continuo al di sopra di ogni sospetto. Il discorso invece cambia, se magari ti chiami Alessandro Profumo.  In tal caso, ad esempio, puoi distruggere il valore borsistico dell’istituto, non comunicare informazioni sensibili agli azionisti e magari ritrovarti con una quarantina di milioni di euro di buonuscita. Milioni che, da novello presidente di una nuova banca, azionista del quotidiano on-line Linkiesta, e membro del cda di Eni, ti serviranno anche per gestire un rinvio a giudizio per truffa fiscale sull’operazione strutturata Brontos. Una maxi evasione di quasi 250 milioni di euro che sarebbe stata messa in piedi, a quanto pare, dalla banca inglese Barclays e, caso vuole, da Unicredit. La stessa Unicredit che esige il mio “certificato generale del casellario giudiziale”. La stessa Unicredit che, dopo aver distrutto il proprio corso sui mercati finanziari, decide di tagliare 5.200 dipendenti per il piano industriale 2012-2015 per “rimettere le cose a posto”. La stessa Unicredit che, stando a quanto riportato nel 2012 dal Financial Times, è sotto inchiesta del District Attorney`s Office della contea di New York, del ministero del Tesoro e del Dipartimento della Giustizia di Washington ed è finita nella black-list di istituti di credito che hanno aggirato le sanzioni americane contro Teheran. La stessa Unicredit che aveva fatto sottoscrivere ad aziende private ed enti pubblici contratti derivati per milioni di euro, alla pari di chi decide di mette un tetraplegico alla guida di Airbus. Quella stessa Unicredit che, in realtà solo esempio di quello che è il marciume bancario italiano, ho deciso di rifiutare. Perché io spero, forse utopicamente, in un altro lavoro. In altra finanza. In un altro mondo.

Alessandro

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