L'INTERVENTO DI GAETANO BARONE SULLE CRITICITA' DELLE CASSE PREVIDENZIALI

Roma, 6 luglio 2022. Di Gaetano Barone CIPAG (Cassa Geometri).

Dalla Conferena Stampa che si è tenuta presso la Camera il 5 luglio 2022, alla presenza di Alternativa, il testo integrale dell'intervento di Getano Barone:

La previdenza corporativa è concettualmente fallimentare per mancanza di condivisione del rischio demografico ed economico, ovvero dei principi cardine della solidarietà previdenziale, a tale criticità si sta tentando di porre rimedio con una propensione agli investimenti finanziari che generano irrisori rendimenti che rappresentano solo qualche decimale rispetto al patrimonio generale costituito con l’avanzo contributivo, ottenuto lesinando sulle prestazioni erogate e sul welfare;

L’eterno dilemma Casse Pubbliche o Casse Private, certamente pubbliche, a dirlo numerose leggi e sentenze, la previdenza obbligatoria di 1° pilastro in regime di monopolio non può essere di tipo privato. È noto a tutti fuorché all’Adepp che l’autonomia conferita con DLgs 509/1994 è esclusivamente di tipo organizzativo.

Non risulta che lo Stato abbia mai effettuato una vendita di azioni ai signori delle casse, dalla quale abbia ricevuto una contropartita in denaro. Nessuno mai affermerebbe che l’autonomia conferita alle regioni autonome ed agli enti locali li renda privati con il potere di derogare in toto alle leggi dello Stato italiano, in primis rispetto al codice degli appalti.

Varo di regolamenti iniqui con forti disparità generazionali e reddituali, in pochi anni la pressione contributiva è raddoppiata, ben presto le aliquote saranno superiori a quelle INPS, il tasso di sostituzione (rapporto tra pensione e reddito in attività) è sceso dal 90% al 35%, mentre l’accesso alla pensione è stato già posticipato di 10 anni rispetto al passato;

Forti penalizzazioni economiche e temporali per coloro che cambiano professione conrelativo ente previdenziale che di fatto minimano la tanto auspicata flessibilità del lavoro, penalizzazioni anche per il riconoscimento del servizio di leva obbligatorio e del tirocinio obbligatorio benché certificato dagli ordini professionali, per i quali vengono richiesti ingenti somme ai fini del riconoscimento previdenziale, malgrado quest’ultimo sia stato espletato senza stipendio e senza coperture assicurative al pari del lavoro nero, anomalia anticostituzionale tollerata dallo Stato che alimenta gli introiti di scaltri professionisti che hanno imprenditorializzato i loro studi sfruttando giovani colleghi che spesso restano sottomessi per anni, anche dopo il tirocinio. Lavoro nero è anche emettere 12 fatture l’anno per lo stesso committente, per neanche 1000 euro lorde mese ciascuna;

Discriminazione dei contribuenti iscritti obbligatoriamente agli enti previdenziali privatizzati rispetto agli iscritti all’INPS, relativamente alle misure di pacificazione contributive messe in campo dallo Stato nei momenti di recessione economica, a cui le casse non hanno mai aderito;

Coefficienti di rivalutazione dei versamenti contributivi molto inferiori ai tassi d’inflazione medi annui che facilitano l’erosione del potere d’acquisto del montante contributi da cui dipenderà l’ammontare della pensione;

Sostenibilità cinquantennale garantita da improbabili bilanci tecnici, riserva legale quinquennale a garanzia delle pensioni, composta per oltre il 50% da morosità vantata sugli iscritti, vessazioni di ogni genere, fin anche attraverso iscrizioni obbligatorie che molto spesso risultano illegittime su chi ha svolto la professione solo occasionalmente.

Scarsa affluenza elettorale per gli organi di rappresentanza degli enti, mediamente del 20%, ove modelli elettorali obsoleti consentono il pilotaggio dei risultati e la cristallizzazione delle cariche amministrative per svariati decenni.

Accaparramento di cariche amministrative ed incarichi professionali in pieno conflitto d’interessi soprattutto nelle varie società partecipate che costituiscono di fatto un orto si privato ma per carrieristi ed affaristi e loro affiliati, quasi sempre membri di rilievo nei vari organi professionali;

Gestioni patrimoniali in deroga Codice degli Appalti in virtù di esigue autoregolamentazioni interne del tutto inadeguate a garantire trasparenza, affidabilità e competitività, in pieno contrasto con i vari pareri ANAC che puntualmente l’ADEPP tenta di smarcare al fine di poter amministrare indisturbatamente i famosi 100 Mld di patrimonio, senza peraltro evidenziare il debito latente nei confronti dei contribuenti, ben più cospicuo;

Contributi obbligatori versati nelle casse previdenziali con i quali vengono costituite società di capitali offshore che magicamente diventano private ed invisibili, nelle quali vengono trasferiti ingenti patrimoni mobiliari frutto della contribuzione, delle quali viene negato l'accesso agli atti agli iscritti malgrado finanzino di fatto tali iniziative;

Parentopoli, assunzioni a chiamata diretta senza titoli meritocratici di parenti ed amici della dirigenza apicale che gestisce gli enti. Nel solo 2021 la Cipag ha imbarcato una ventina di persone risultate figlie di dirigenti apicali ancora in piena attività, cosicché madri e figlie si trovano a lavorare nella stessa stanza, in quanto anche a 30 anni di età gli va garantito l’allattamento al seno materno durante l’orario di lavoro!

CONCLUSIONI


Tutto ciò sta avvenendo in nome dell’autonomia, una amara realtà che sta superando abbondantemente la fantasia cagionando danno per 1,7 mln contribuenti in gran parte ancora ignari dell’insana gestione.

Mentre la propaganda Adepp ricorre al Prof. Emerito per affermare erroneamente che le casse sono private al pari delle Banche e pertanto auspica l’esclusivo controllo di Banca d’Italia della quale le casse sono anche azioniste di riferimento, omettendo di dire che le banche operano con capitali realmente privati e soprattutto in regime di libera concorrenza e non come le casse con capitali frutto di contribuzione obbligatoria di 1° pilastro e per giunta in regime di monopolio.
I Geomobilitati chiedono la soppressione definitiva delle inutili quanto dannose Casse di Previdenza con il transito dei contribuenti in INPS in quanto solo lo Stato può garantire affidabilità ed equità sulle prestazioni, così come le eroga al 95% dei lavoratori italiani.