L’intelligenza artificiale bussa alla porta delle Utilities e impenna la domanda di energia elettrica
Milano, 18 giugno 2024. A cura del Team di Gestione Pharus.
Che l’intelligenza artificiale (AI) rappresenterà una delle principali innovazioni, nonché il driver principale di incremento della produttività e di sviluppo economico per i prossimi decenni, non è difficile da capire e condividere.
Risulta sicuramente meno intuitivo il legame che si sta creando tra lo sviluppo dell’AI ed il settore delle utilities, un legame talmente forte da rendere le utilities uno dei prossimi beneficiari dello sviluppo dell’AI stessa.
La relazione non è immediata ma è molto semplice da comprendere: gli sviluppi dell’AI stanno già portando ad ingenti investimenti in infrastrutture di data center e cloud computing, i quali richiedono un immenso assorbimento energetico per poter funzionare.
Questo porterà quindi ad una crescita vertiginosa della domanda elettrica e, di conseguenza, alla necessità di nuove infrastrutture elettriche. Generazione elettrica e reti elettriche rappresentano proprio il core business delle Utilities, e da qui spiegato lo strano legame tra uno dei settori di maggior crescita dei prossimi decenni (quello dell’AI) e il settore più difensivo e “da cassettista” nel mercato (quello delle Utilities).
Questo scenario è confermato anche da una ricerca di una delle principali Banche d’Affari americane (Goldman Sachs), secondo cui lo sviluppo dell’AI si espanderà gradualmente a diversi settori del mercato e vedrà quindi diverse fasi di sviluppo.
La prima fase come sappiamo è stata monopolizzata dalla società Nvidia, ma sta ora iniziando la seconda fase che sarà dominata dalle infrastrutture, tra le quali annoveriamo data center, cloud provider, cyber securities, ma anche infrastrutture di reti elettriche e quindi Utilities, tanto è vero che nel portafoglio consigliato per prendere esposizione a questi temi, circa ¼ dei titoli appartengono proprio al settore delle utilities.
Alle stesse conclusioni arriva anche S&P Global Commodity Insights, secondo cui la tecnologia legata alle intelligenze artificiali porterà a un significativo aumento netto del consumo energetico degli Stati Uniti.
Secondo alcune ricerche si prevede che la domanda di energia AI aumenterà da circa 527,4 milioni di dollari nel 2022 a ben 4.261,4 milioni di dollari entro il 2032, con un robusto tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 23,9% dal 2023 al 2032.
Allo stesso tempo, si prevede che il mercato delle utilities sperimenterà un’espansione ancora più significativa, passando da 534 milioni di dollari nel 2022 a ben 8.676 milioni di dollari entro il 2032, guidato da un notevole CAGR del 33,1% dal 2023 al 2032.
Le Utilities vedranno anche una crescente domanda di energia da parte di altri fattori, come il reshoring del settore manifatturiero e lo sviluppo dei veicoli elettrici. Secondo Bank of America, la domanda elettrica degli Stati Uniti è cresciuta a un tasso annuo dello 0,4% negli ultimi dieci anni, ma queste crescite sono (come appena visto sopra) presto destinate a cambiare radicalmente.
Il settore si sta trasformando da un surrogato delle obbligazioni a un’attività molto più tematica, perché le utilities stanno diventando un ottimo modo per sfruttare i data center e gli sviluppi AI.
Ricordiamo che, per come funziona il mondo dei servizi pubblici regolamentati, più investi in infrastrutture, più le società guadagnano. Sono già numerosi gli esempi di società che nel commentare i risultati trimestrali hanno guidato per un incremento degli investimenti nei prossimi anni sottolineando questi sviluppi di crescita in ambito AI.
Ad esempio, WEC ha affermato che le sue vendite di kilowattora dovrebbero ora crescere dal 4,5% al 5% a partire dal 2026, molto al di sopra dell’intervallo compreso tra lo 0,5% e lo 0,7% registrato negli ultimi dieci anni.
Sono sorprendenti anche le slide presentate ieri pomeriggio da Nextera (leader globale del settore utilities) durante un investor day, dove è emerso che la società prevede che la domanda di energia negli Stati Uniti crescerà del 38% dal 2020 al 2040, 4 volte l’aumento negli ultimi 20 anni.
Le stesse dinamiche di crescita sono per altro riscontrabili anche in Europa dove la domanda elettrica è attesa crescere fino al 50% entro il 2033.
Crescite mai viste e narrative di lunghissimo periodo affascinanti per un settore che sta recuperando il gap valutativo rispetto al mercato generale, ma che risulta ancora sottovalutato anche senza incorporare questi sviluppi molto positivi di crescite, dai quali ci si può quindi attendere solo sorprese positive.
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