L’incredibile odissea di un cliente truffato con la sua banca
Incredibile visu, verrebbe da dire. Ma realtà neanche tanto, dato che siamo in Italia, paese con una credibilità pari a quella del pagliaccio Baraldi.
Un paese dove tutti ci si azzuffa per un piccolo posto al sole e, una volta ottenuto questo in maniera più o meno meritevole, il nostro “io” prende il posto del bene comune. Così capita spesso anche per i grandi gruppi finanziari, veri e propri colossi verso i quali il singolo non può nulla né nulla mai potrà, scontrandosi con una logica di parte che fa dell` egocentrismo aziendale l’unico modus operandi. Il resto si fotta, compreso il cliente (ma non si può dire, a parole siamo sempre dalla sua parte). Ebbene una lettera pervenuta alla redazione di Ifanews riporta un caso che evidenzia questa irritante realtà. La cosa più snervante, più del caso in sé, è la consapevolezza di trovarsi del tutto impotenti e abbandonati. Sempre e comunque. Per questo, nel suo piccolo, Ifanews ha deciso di non omettere il nome della banca protagonista della vicenda. Chi sa mai che qualcosa si smuova…
Il 16 dicembre 2011 mi ero accorta di uno strano addebito pari a 140,00€ sul mio c/c IWBANK. Ho subito contattato la banca per bloccare il BANCOMAT e chiedere info circa la procedura di rimborso. Mi è stato chiesto di denunciare il fatto ai carabinieri; ho provveduto subito e con altrettanta solerzia mi sono recata in via Cavriana, presso IWBANK per consegnare copia della denuncia ed il modulo previsto debitamente compilato e sottoscritto. La risposta che mi da IWBANK, adesso ad aprile 2012, è che, poichè la firma apposta in Francia (mentre tenevo un corso a Milano ed avevo il bancomat in borsa) è che è simile alla mia quindi non avrei diritto al riaccredito. La morale è che l`uso del bancomat espone il cliente a rischi che non è il caso di correre. Nel contempo, come noto, siamo obbligati ad usare le `carte` per poter essere `tracciati` nelle nostre spese…