L`Europa accoglie un po` tutti

La Croazia sarà il ventottesimo stato dell’Unione Europea dopo che venerdì scorso ha firmato il Trattato di Adesione all’UE. Il processo di avvicinamento all’Europa iniziò appena dopo l’indipendenza dalla Yugoslavia, ottenuta nel 1991, culminato nella richiesta ufficiale per diventare membro dell’UE, formulata nel febbraio del 2003. La Croazia, paese di 4,4 milioni di abitanti, famoso per la bellezza delle sue coste adriatiche beneficerà dell’entrata nell’Unione Europea ufficialmente a luglio 2013 (solamente dopo che il popolo croato si sarà espresso tramite un referendum e se ci sarà la ratifica degli altri membri dell’Unione Europea). In Croazia c’è molta attesa per l’entrata nell’UE, secondo un sondaggio dell’UE a settembre, il 53% croati intervistati si dichiara favorevole all’entrata nell’Unione Europea. In molti si aspettano un miglioramento dell’economia, come successe nel 2004 agli altri 8 paesi dell’Europa dell’Est (e nel 2007 a Bulgaria e Romania), che beneficiarono molto dell’aumento degli investimenti stranieri, delle esportazioni estere e di una maggior stabilità.

Di diverso avviso è però Timothy Ash di Royal Bank of Scotland, secondo cui la situazione attuale non porterebbe grandi benefici a Zagabria, perché gli investitori stanno ritirando i propri investimenti dall’Europa.

La Croazia non è immune alla crisi, nel 2010 il prodotto interno lordo si è contratto dell’1,2% (dati Capital Economics), mentre per il 2011 è attesa una lieve crescita (+0,5%). La Croazia ha un tasso di disoccupazione fra i più alti dell’Europa e ad ottobre ha raggiunto il 17,4% degli inoccupati. E’ molto probabile che il 2012 porterà la recessione anche per i paesi dell’area balcanica, le cui economie sono fortemente connesse all’Area Euro. Un mercato del lavoro poco flessibile, un settore pubblico di dimensioni eccessive ed un sistema di welfare troppo generoso restano i principali ostacoli alla crescita del paese. Il paese è stato di recente scosso da alcuni scandali, legati alla corruzione, messi in atto dall’HDZ, lo schieramento conservatore al governo fino alla settimana scorsa, quando ha pero le elezioni.

La Croazia entrerà in un Europa sempre più in crisi, con alcuni dei suoi membri periferici sull’orlo del default (Grecia, Portogallo e forse Irlanda) e con alcune delle economie più grandi che, nel caso in cui il costo del proprio debito non diminuisca, potrebbero presto diventare insolventi (Spagna ed Italia). A questo occorre aggiungere la posizione sempre più euro-scettica della Gran Bretagna, da sempre spina nel fianco dell’Unione.

Ci sarà spazio anche per la Croazia in quest’Europa sempre più in affanno?

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