L`estate bollente di Italia e Spagna

Lo spettro della crisi ha tolto la toga greca per indossare abiti italiani e spagnoli

Nel primo trimestre 2012 nessuna economia dell‘Unione Monetaria Europea è arretrata tanto quanto quella italiana: l‘economia si è contratta dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e per il 2012 non ci sorprenderebbe un declino dell‘1,5-2%. Non si è registrato nessun miglioramento significativo del costo unitario del lavoro, e varie riforme proposte da Mario Monti si sono arenate. Ma perché si materializzi una turbolenza “stile estate 2011“, dovremmo temere qualcosa in più sul fronte economico. Dopotutto, non arrivano solo brutte notizie dal Bel Paese: per esempio, il deficit commerciale si sta rapidamente riducendo. Sarebbe più pericoloso se Monti dovesse perdere il sostegno popolare. L‘ultimo programma di austerity ha una pessima tempistica: per le prossime elezioni ancora una volta si invoca il nome di Silvio Berlusconi, che gioca la carta anti-Euro e potrebbe incitare all‘instabilità politica.

In Spagna sono le banche nazionali a essere in difficoltà. Mentre i depositi privati in Italia sono rimasti stabili negli ultimi sei mesi (da dicembre a maggio),i risparmiatori spagnoli hanno prelevato dai loro conti 90,3 miliardi di Euro. Nel frattempo, le banche hanno aumentato di 78,1 miliardi di euro i loro investimenti in titoli di Stato. Inoltre, sta emergendo una divergenza nei tassi commerciali nell‘ambito dell‘Eurozona, quindi la questione della stretta creditizia in Spagna è più pressante che mai. Il meccanismo di trasmissione monetaria non funziona più, la politica del denaro a basso costo fallisce proprio dove servirebbe di più. È per questo che i capi di Stato e i banchieri centrali vedono il settore finanziario come l‘anello debole da affrontare per primo”.

A cura di DWS

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