L’eredità di Berlusconi: il prelievo di solidarietà dimenticato

Passato forse un po’ in secondo piano a causa del battage sul Btp-Day, è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo con cui si rende ufficiale il c.d. prelievo di solidarietà del 3% sui redditi superiori ai trecentomila euro.  Un lascito del precedente governo Berlusconi al quale Mario Monti si è limitato ad apporre la sua firma in veste di Ministro dell’Economia. Il Cavaliere aveva previsto per questa versione definitiva (una variante più “pesante” era stata infatti in origine prevista dalla Finanziaria estiva) una aliquota più bassa e di contro una soglia di reddito più alta, oltre che la possibilità che il contributo fosse “deducibile dal reddito complessivo prodotto nello stesso periodo d’imposta cui si riferisce il contributo di solidarietà medesimo”. Una manovrina che dovrebbe comunque portare nelle casse dello Stato circa 342 milioni di euro nei prossimi tre anni e che in ogni caso potrà essere protratta a oltranza “fino al raggiungimento del pareggio di bilancio”.  Resta ancora invece piuttosto fumosa la manovra vera e propria frutto delle decisioni del nuovo Presidente del Consiglio, dai contenuti contraddittori e non ancora definitivi. Preferiamo pensare che sia sintomo di come il nuovo esecutivo voglia andarci cauto, piuttosto che un segnale di come non si sappia bene quali pesci pigliare.   

L’eredità di Berlusconi: il prelievo di solidarietà dimenticato