L'ENNESIMA RIVOLTA IN NUOVA CALEDONIA. PER L'INDIPENDENZA DALLA FRANCIA

L'ENNESIMA  RIVOLTA IN NUOVA CALEDONIA. PER L'INDIPENDENZA  DALLA FRANCIA
Da TV5Monde

Redazione, 14 maggio 2024.

La città di Numea, capitale della Nuova Caledonia (vicina all'Australia e sotto dominio francese) è diventata luogo di scontri violenti in reazione alla Riforma Costituzionale, nell'ennesimo tentativo di liberarsi dal dominio francese.

Pare di assistere ad una guerra civile con il fuoco e le barricate sparsi ovunque per le strade in uno scontro aperto e violento con la polizia.

La notte violenta appena trascorsa riporta la memoria ai fatti del 1984 che portarono, nel 1985, alla rivendicazione dell'indipendenza da parte del Front de Liberation Nationale Kanak Socialiste (FLNKS).

Leader del movimento era stato Jean Marie Tjibaou, morto per assassinio nel 1989.

All'insurrezione che chiedeva il riconoscimento dello Stato di Kanaky, seguirono concessioni di maggiore autonomia rispetto alla Francia, con gli Accordi di Matignon del 1988 e l'Accordo di Numea del 1998.

Nel 2018, 2020 e 2021 si sono tenuti referendum sull'indipendenza, boicottati dalle forze indipendentiste che non ne riconoscevano la validità e che non hanno prodotto cambiamenti.

In primo piano durante le ultime ore,  l'azione da guerriglia dei giovani indipendentisti che hanno lanciato Molotov e pietre contro la polizia che si è posta al lato opposto su veicoli blindati.

Si legge di Numea città in fiamme.

Le Monde ha riferito dei quartieri più colpiti,  Magenta, Montravel e Rivière-Salée con immagini e video che si stanno diffondendo sui social.

Il fuoco è stato appiccato alla sede di imprese, minimarket, concessionari d'auto, distributori di bevande come Le Froid la cui sede è stata distrutta, completamente, dalle fiamme alle 22,00 circa di ieri sera così come una fabbrica di bottiglierie, chiuse molte strade e aeroporti.

La miccia della rivolta è stata accesa dalla dichiarazione del ministro francese dell'Interno e dei Territori d'Oltremare Gérald Darmanin, autore della Riforma Costituzionale che è appena arrivata all'esame dell'Assemblea nazionale.

Tale riforma mira ad espandere l'elettorato nelle elezioni provinciali, determinanti in Nuova Caledonia.

L' Accordo di Nouméa del 1998, aveva privato del diritto di voto quasi un elettore su cinque.

Per Gérald Darmanin, questa disposizione "non è più conforme ai principi della democrazia".

I separatisti non la vedono allo stesso modo ed, anzi, ritengono che l'obiettivo del Ministro francese sia quello di “sminuire ulteriormente la popolazione indigena Kanak”. 

Per far fronte all'insurrezione, si aggiungeranno quattro squadroni di gendarmi mobili e due sezioni del CRS 8 che è specializzato nella lotta contro la violenza urbana.

A questi saranno sommati 15 rinforzi del  Groupe d'intervention de la Gendarmerie nationale (GIGN), unità superspecializzata della Gendarmeria nazionale francese in "operazioni speciali".

L'azione di insurrezione si sta allargando, dalle periferie ai quartieri esclusivi e 36 gendarmi sarebbero stati feriti.

Louis Le Franc, Alto Commissario della Repubblica francese in Nuova Caledonia dal 6 febbraio 2023, aveva  lanciato un severo avvertimento al telegiornale del canale La 1ère poco prima dell'esplosione dei disordini.
Il suo messaggio, rivolto ai giovani Kanak della tribù Saint-Louis che avevano sparato ai gendarmi senza colpirli: “Non giochiamo con la sicurezza (…) con armi automatiche, pistole, fucili di grosso calibro.
Coinvolgerò il GIGN nel settore Saint-Louis. » che ha autorizzato a reagire, per legittima difesa.
Saint-Louis è una località nel comune di Mont-Dore e, in questo, è un distretto e una tribù.

Quando Darmanin era stato nominato ministro dell'interno, si era scatenata la protesta delle femministe francesi per una donna che accusava Darmanin di averla violentata nel 2009.

L'inchiesta relativa a questa accusa si era fermata nel 2018, ripartita nel 2020 e chiusa per l'intervento di Emmanuel Macron che aveva sostenuto Darmanin invocando la presunzione di innocenza.

La salvezza di Darmanin avrebbe potuto, secondo alcuni organi di stampa, tornare utile a Macron scippando elettori di destra a Marine Le Pen.

Si tratta di uno dei troppi conti aperti della Francia che comanda, ancora, in terra d'altri.

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