L'EGITTO A ISRAELE: NON AVVICINATEVI AI NOSTRI CONFINI
Redazione, 27 aprile 2024.
Israele sta attaccando la città di Rafah con raid quotidiani che uccidono tra i palestinesi che, proprio in questa città, al confine con l'Egitto, ammassandosi, hanno cercato riparo dai bombardamenti abbandonando le loro case nella Striscia di Gaza.
Nonostante gli inviti a fermarsi, Israele insiste nel suo proposito di entrare a Rafah e, dall'Egitto, in questi giorni, è arrivata la minaccia di una reazione armata se l'esercito israeliano si avvicinasse al confine.
Ieri, l'Egitto ha mandato una sua delegazione in Israele per cercare di far passare un accordo di cessate il fuoco con Hamas, fermare l’offensiva israeliana su Rafah che sarebbe destabilizzante per la regione egiziana al confine, noto da tempo il rifiuto degli egiziani della prospettiva di un'invasione dei rifugiati.
L'alto funzionario dell'intelligence egiziana, Abbas Kamel, dopo i colloqui, ha dichiarato che i mediatori stanno lavorando per un accordo che soddisferà tutte le parti in causa.
Hamas ha già risposto affermando la sua disponibilità a fronte di un cessate il fuoco definitivo e del totale ritiro delle truppe israeliane da Gaza.
Da Israele, la risposta è che non se ne parla finchè non avrà sconfitto Hamas e che, anche dopo questo "successo", intende conservare una base di "sicurezza" nella Striscia.
Dozzine di carri armati e blindati, sono già schierati nel sud di Israele, vicino a Rafah, pronti per l'invasione.
Kamel ha ribadito che l'Egitto “non tollererà” l'avvicinamento delle truppe israeliane al suo confine, violando l'accordo di pace tra Egitto e Israele.
La trattativa egiziana è seguita dagli Stati Uniti e dall'UE ai quali, il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sissi ripete che un attacco israeliano di terra a Rafah avrebbe “conseguenze catastrofiche sulla situazione umanitaria nella Striscia, così come sulla pace e sulla sicurezza regionale”.
Le speranze sono appese ad un filo, alla risoluta determinazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, si aggiunge la pressione del suo ministro ultranazionalista della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir che ironizza sul tentativo di tregua egiziano e scrive su X: "La proposta egiziana è arrivata perché Hamas ha paura di un'operazione a Rafah... “Rafah adesso!”
Se gli USA e l'UE continuano a mantenersi distanti nell'ultimo tentativo egiziano di evitare l'escalation nella regione il potenziale dello scenario peggiore è alto.
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