Le sim e la mancanza di valutazioni e voti, ecco come tutelare i risparmiatori

Tutti concordiamo sul fatto che il malato è il malato e il medico è il medico; come pure che l’investitore è l’investitore ed il consulente è il consulente.

Al malato non viene mai chiesto di essere esperto in medicina e non vengono svolte indagini per conoscere il suo grado di preparazione in medicina: non ce la farà mai a sostituire il medico, pena insoddisfazioni.

Non si comprende la pretesa che l’investitore sia esperto di finanza, anche considerando la complessità attuale, perché non ce la farà mai a sostituirsi al consulente, pena insoddisfazioni.

In caso di malessere fisico ci si rivolge al medico e così in caso di problemi finanziari ci si dovrebbe rivolgere al consulente.

L’accesso libero alle farmacie senza l’intermediazione dell’esperto sarebbe pericoloso e allo stesso modo dovrebbe essere percepito l’accesso libero al mercato dei prodotti finanziari.

Richard H. Thaler (professore alla Graduate School of Business dell’Università di Chicago) e Cass R. Sunstein (professore alla Harvard Law School e dell’Università di Chicago) semplificano il tutto dicendo: “è come se qualcuno provasse a tagliarsi i capelli da solo, il risultato sarebbe disastroso”.

Il problema che emerge da queste considerazioni è come aiutare il malato-l’investitore ad orientarsi nella ricerca dell’esperto meritevole di fiducia.

Un importante settimanale italiano ha pubblicato la Guida per curarsi meglio, con una classifica degli ospedali basata su un “indice di reputazione”.
Vengono forniti tanti dati sulla funzionalità dell’ospedale, sui primari responsabili e sulla loro equipe.
Inoltre ci sono le valutazioni dei centri di pronto soccorso: l’accoglienza e l’efficienza sono evidenziate con il “cuoricino” e le “stelle d’eccellenza” per una chiara valutazione.

Steve Case, fondatore di AOL è impegnato in un progetto chiamato Walk-in-clinics, con la creazione di banche dati per consentire ai pazienti di avere molte più informazioni sui medici che scelgono.

Questa è la strada da percorrere anche nel mondo della finanza per la protezione degli investitori.

Per inciso anche per le Università italiane è iniziata la valutazione da parte dell’ANVUR (Agenzia Nazionale Valutazione Università).
Un pool di 450 professori top scientist, italiani e non, sta esaminando l’università italiana, verificando corsi di laurea, esaminando docenze, analizzando progetti di ricerca con il fine di dare un voto agli atenei.

Ebbene nel nostro settore, i voti, per alcune tipologie di prodotti (Fondi, Sicav), sono disponibili e facilmente reperibili: le banche dati sono tante e la loro utilità è irrinunciabile per le decisioni d’investimento.

Ne consegue che sono da maneggiare con particolare attenzione e massima cautela le altre tipologie di prodotti e servizi (Conti Omnibus, Negoziazione per conto proprio, Gestioni di portafogli), dove sono assenti valutazioni oggettive ed ufficiali.

E’ pertanto auspicabile, per la protezione degli investitori che società specializzate e indipendenti, costruiscano e divulghino tre indici prioritari di valutazione:

1.    Indice di SICUREZZA delle società.
2.    Indice di RISCHIO dei prodotti.
3.    Indice di INDIPENDENZA delle società e dei promotori finanziari

L’Indice di SICUREZZA dovrebbe riguardare le garanzie di sicurezza degli investimenti, offerte dalle società (SIM, Banche), come i mezzi patrimoniali adeguati alle masse raccolte, la reputazione storica consolidata (20-30 anni), l’affidabilità, la trasparenza e l’assenza di conflitto di interessi nella compagine azionaria (vedasi in proposito nostri articoli e le risposte pubblicati su IFANEWS, con il titolo “Gli Scheletri nell’armadio della consulenza e della promozione finanziaria).

L’Indice di RISCHIO dovrebbe considerare il rischio dei prodotti ancora privi di voti oggettivi ed ufficiali, quali i Conti Omnibus, la Negoziazione per conto proprio, le Gestioni di portafogli.

L’Indice di INDIPENDENZA dovrebbe evidenziare per ogni società di intermediazione (SIM, Banche) la ripartizione quantitativa di questa raccolta fra i servizi e prodotti propri e del gruppo di appartenenza ed i prodotti di terzi.
Inoltre dovrebbe specificare se i Consulenti-Promotori sono azionisti, direttamente o indirettamente, della loro Società mandante.
L’Indice di Indipendenza consentirebbe così agli Investitori di capire anche il grado di indipendenza dei Consulenti/Promotori e quindi il conflitto dei loro interessi e del Gruppo di appartenenza con i propri interessi.

La comprensione di questi tre Indici potrebbe essere resa elementare con l’utilizzo per ogni Indice dell’immagine del semaforo:

- verde         :    vai tranquillo
- arancione     :    fermati, medita e chiedi consiglio
- rosso         :    lascia perdere

Ciò sarebbe quanto di più utile ed atteso dagli Investitori ed il massimo per la loro tutela.
                                  
                                                       Dr. Gianfranco Cassol
                                                  Presidente SOL&FIN SIM S.p.A.

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