Le proposte delle imprese e i compiti da fare
Presentato oggi il Patto per l`Europa, l`Italia e l`euro sottoscritto da Abi, Ania, Alleanza Cooperative, Confindustria, Rete Imprese Italia. Tre gli obiettivi da raggiungere: ``Riaffermare con la forza e la concretezza delle azioni che, come sottolineato dal presidente della Bce, Mario Draghi, l`euro e` un processo irreversibile e una moneta forte che sara` difesa ad ogni costo; rilanciare la crescita in Italia e in Europa attraverso politiche coerenti e coordinate; rafforzare ancor di piu` la credibilita` dell`Italia in Europa``.
Un canovaccio che si snoda partendo dalle necessita` europee: procedere decisi verso una vera Unione politica e fiscale; rendere operativo lo scudo anti-spread con licenza bancaria attribuita al Meccanismo europeo di stabilita` (fondo permanente salva stati`); prevedere una garanzia mutualistica su una determinata percentuale del debito pubblico esistente, affinche` si aumenti la sostenibilita` delle finanze pubbliche dei singoli stati; realizzare tempestivamente l`Unione bancaria armonizzando le regole (Basilea 3); la definizione di uno schema di garanzia europea sui depositi bancari.
Dal lato del mercato unico europeo, come riporta Asca, le associazioni delle imprese ritengono necessario definire una politica economica e industriale europea maggiormente concordata tra i vari ministri delle attivita` produttive e tra associazioni di categoria e Commissari europei competenti; definire i possibili contorni di una deroga (``Golden rule``) al Patto di stabilita` e crescita, per stimolare la realizzazione di investimenti strategici a livelli europeo; favorire gli investimenti in ricerca e Innovazione delle imprese; implementare un piano pluriennale europeo di infrastrutture, anche grazie all`ausilio dei project bonds e degli investimenti della Bei, favorire un pieno ed efficace utilizzo delle risorse che il Bilancio dell`Unione; definire una politica energetica europea di lunga durata che garantisca prezzi sostenibili e sicurezza degli approvvigionamenti.
Compiti anche per l`Italia, a partire della azioni sul bilancio pubblico attraverso un controllo dei flussi di spesa e riduzione strutturale di quella corrente; riduzione entro il 2015 di 9 punti del rapporto debito/pil dismettendo e valorizzando asset pubblici; ridisegnare il perimetro di azione dello Stato e della Pubblica amministrazione nell`economia e nel sistema del welfare, rafforzamento della lotta all`evasione fiscale e abbandono di ipotesi di ulteriori insaprimenti fiscali che avrebbero carattere recessivo. Sul fronte della crescita servono politiche a favore dell`innovazione. Si dovra` poi ``aumentare la produttivita` di tutti i fattori, ridurre il cuneo fiscale e contributivo, collegare strettamente incrementi retributivi e incrementi di produttivita` rafforzando e rendendo strutturale la detassazione delle erogazioni per premi e straordinari``. Vanno poi rimossi gli ostacoli alla crescita e alla concorrenza accelerando liberalizzazioni e semplificazioni anche per liberare le imprese dal soffocante abbraccio della burocrazia della Pubblica amministrazione, ``partendo dalla revisione delle regole, complesse, contraddittorie e incerte, uniformandole agli standard europei``. Occorre anche ``delineare un programma nazionale delle infrastrutture piu` strettamente collegato alla pianificazione infrastrutturale europea e piu` attento alle esigenze locali di integrazione con le reti nazionali e internazionali``. Una robusta accelerazione nell`utilizzo dei fondi strutturali europei, ed una loro eventuale riprogrammazione, possono mettere a disposizione di tali politiche parte delle risorse necessarie.
Ma le associazioni delle imprese hanno anche chiesto ``una riforma condivisa del sistema elettorale`` e posto l`accento sulla necessita` che qualsiasi governo esca dalla competizione elettorale non potra` sottrarsi a proseguire il percorso di risanamento e riforme intrapreso dall`attuale esecutivo.