LE POPOLAZIONI ARABE IN PIAZZA PER I PALESTINESI

LE POPOLAZIONI ARABE IN PIAZZA PER I  PALESTINESI
Manifestazione pro Palestina in piazza a Baghdad

Redazione, 15 ottobre 2023.

Le piazze del mondo arabo si sono riempite di cittadini che manifestano a favore della Palestina e contro Israele che sta bombardando i civili nella striscia di Gaza.
Lo ha riferito Jonathan Guyer, esperto di politica estera che scrive per Vox.
Proteste in Marocco, in Giordania, in Egitto, in Iraq, nel Qatar, nel Libano, nella Tunisia, nello Yemen, nell' Oman.
Mentre alcuni governi di queste popolazioni cincischiano, costruendo e conservando collaborazioni di vario grado con Israele, la gente ha le idee chiare e si sta schierando in maniera netta.

La solidarietà che si sta esprimendo in queste manfestazioni a favore della Palestina esprime la la critica verso Israele che occupa militarmente la Palestina dal 1967.

E' anche straordinario il fatto che siano permessi questi raduni di protesta nelle piazze di questi Paesi autocratici solitamente propensi al blocco delle forme di dissenso popolare.

Venerdì, finita la preghiera nella moschea al-Azhar in Egitto, gli egiziani si sono riversati nelle strade, così hanno fatto migliaia di iracheni, di giordani, di yemeniti, di qatariani, di libanesi, di tunisini...

Ovunque si brucia la bandiera israeliana e si alzano canti contro la feroce risposta militare che sta colpendo la striscia di Gaza.

Pare che il dramma palestinese stia galvanizzando il mondo arabo.

La lotta per la Palestina sta generando un processo di identificazione e di solidarietà contro i regimi dispotici, quelli che si subiscono in casa al pari di quello israeliano contro i palestinesi.

“Se nel mondo arabo ci fosse la democrazia, non ci sarebbe alcuna normalizzazione”, ha detto lo storico Rashid Khalidi della Columbia University a Jonathan Guyer.

E, cioè, non ci sarebbero rapporti diplomatici o di altro tipo con Israele fino a che Israele non stia dalla sua parte e non sia riconosciuto lo stato autonomo e libero palestinese.

Khalidi: “L’opinione pubblica è in stragrande maggioranza contraria alla normalizzazione con Israele. In modo schiacciante, in ogni sondaggio in ogni paese”.

Avrebbe riferito Mohammed el-Kurd, scrittore e poeta palestinese, che in questi giorni si sono visti rinnovati appelli al boicottaggio delle imprese legate a Israele in Bahrein e Qatar.

Sta riesplodendo, nei paesi del Golfo, l'attivismo anti-normalizzazione.

La causa palestinese è diventata centrale nel mondo arabo.

Questo è un fatto che non possono ignorare nè le leadership locali, nè quelle occidentali.

L' attuale crisi nella Striscia di Gaza è  causata dal continuo stato di occupazione israeliana e del suo crudele sistema di apartheid e dal costante fallimento della comunità internazionale che ha fin qui fallito il rilancio del processo di pace.

Anche in Israele, l'opinione pubblica è divisa, l'opposizione è contro Netanyahu al quale si sta stringendo solo nella convinzione che non sia in grado di gestire, da solo, la polveriera che ha fatto esplodere provocando la morte di centinaia di israeliani sotto l'attacco di Hamas del quale si ritiene che sia il diretto responsabile.

E' in programma la sua deposizione o, in alternativa, il suo farsi da parte per l' inadeguatezza ampiamente dimostrata evocando a sè i poteri della magistratura con il suo colpo di stato presentato come una “riforma” del sistema giudiziario castrato che prevede che  i giudici siano nominati esclusivamente dal governo in carica.

Nelle tensioni interne, c'è chi legge la ragione del fallimento della difesa israeliana che non è stata capace di intercettare e bloccare l'aggressione di Hamas. 

Esponenti che operano nel comparto della difesa, talmente demotivati che avrebbero cessato di difendere lasciando varchi scoperti all'attacco dei  razzi di Hamas con le conseguenze tremende che si stanno registrando a Gaza e in Israele.