LE PARTITE DI CALCIO IN TV COSTANO TROPPO
Milano, 16 settembre 2021. Di Luca Cerchiari, Musicologo, Critico Musicale, accademico La ripresa autunnale configura un caos non da poco.
![LE PARTITE DI CALCIO IN TV COSTANO TROPPO](https://www.ifanews.it/images/CALCIO_1.jpg)
Meno caotica, anzi chiarissima, invece, la situazione dei nostri portafogli, presi d’assalto da una sorta di cartello mediatico.
Mi spiego:
sino a qualche anno fa il calcio in tv era appannaggio della Rai;
poi sono arrivate, come nel resto d’Europa, le televisioni private, offrendo per la prima volte le dirette della serie A.
Quindi, ecco apparire Sky, che ha monopolizzato lo sport e il calcio offrendo un servizio di alto livello ma che ovviamente ha presupposto un raddoppio di abbonamento:
quello Rai si deve pagare comunque (va in addebito automatico sulla bolletta della luce), e poi c’è quello di Sky.
Infine ecco tre anni fa arrivare anche Dazn, testimonial oltre a Paolo Maldini una Diletta Leotta bionda, sorridente e dal seno extralarge.
Ora siamo “spalle al muro”.
Dazn (che, caso unico nella storia, è riuscita a farsi intestare una fermata della metropolitana di Milano, che da “San Siro” è stata ridenominata “San Siro Dazn”, come dire il sacro e il profano finalmente assieme) ha da qualche settima la “quasi” esclusiva delle partite di calcio della serie A (il 70%, il rimanente 30% ce l’ha ancora Sky).
Per vedere queste benedette partite ora ci si deve abbonare (anche a) a Dazn, oppure a Timvision (il segnale arriva da internet, non più dall’antenna parabolica satellitare, che si prevede verrà destinata alle ortiche, con evidenti svantaggi ecologici).
E si devono elargire ulteriori soldi in abbonamenti, decoder, chromecast, chiavette, apps, prese, trasformatori , cuffie e apparecchi vari.
Si arrivano a spendere, per la TV, circa 400-500 euro all’anno, un po’ troppo. Ma non è ancora finita:adesso arrivano altri “players”:
ad esempio, Amazon Prime si è accaparrata in esclusiva, Champions League, la partita Inter-Real Madrid.Tra un po’ Netflix - dico per dire-avrà l’esclusiva mondiale di Pro Patria-Sammargheritese, e magari anche di Entella-Lanerossi e di Viterbese-Ambrosiana.
Se si tiene conto che l’abbonamento televisivo al servizio pubblico ci costa circa 120 euro all’anno, pagarne 400-500 complessive per un servizio inclusivo del calcio, un tempo rientrante nell’offerta della tv pubblica, ci appare davvero eccessivo.
Chi dobbiamo ringraziare?
Una volta di più, Stato e Governo.
Se confrontiamo l’offerta del calcio in tv con quella degli altri Paesi europei notiamo che il calcio, quasi ovunque, è offerto in primo luogo dalla tv pubblica, e poi anche da quella privata, se esiste (in Svizzera non esiste).
Cosa offre oggi la Rai in tema di calcio?
La minoritaria e secondaria Coppa Italia, e qualche partita internazionale (la nazionale e poco altro): niente serie A, niente coppe europee.
Che dietro questo caotico scenario italiano si intreccino rilevanti interessi politici e cospicui calcoli economici, italiani e internazionali, è cosa ovvia.
Ma meno ovvio è che la situazione europea sia decisamente diversa.
E che altrove la TV, ai cittadini, costi assai meno.
Proposta.
Con una piccola quota dell’ europeissimo Recovery Plan, PNRR o come altro lo volete chiamare, finanziateci l’utenza del calcio tv.
Siccome queste società (Sky, Dazn, Amazon) sono straniere, il tutto potrebbe essere proficuamente gestito da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sovranisti nazionalisti populisti:
favorendo così, per l’intrepida Giorgia, anche la visibilità crescente del calcio al femminile; e, di Matteo, la possibile ascesa all’agognata Presidenza del CdM.
Si attendono gentili commenti.