Le pagelle dei mercati emergenti
Cina Gli ultimi dati congiunturali della Cina parlano di nuovo a favore di un `soft landing` dell`economia. Per i prossimi trimestri questo significa un`ulteriore contrazione della crescita verso un 7%, derivato soprattutto dai settori dell`immobiliare e delle esportazioni.
Il governo di Pechino dovrebbe essere molto interessato a mantenere un otto davanti alla virgola quando si parla di crescita e, allo stesso tempo, far raffreddare il settore immobiliare ancora un po`. In linea di massima, nel 2012 non bisogna aspettarsi grandi riforme di economia politica, dato che a fine 2012 avrà luogo un cambio di governo. Il mercato azionario, in sintonia con il trend globale, ha mostrato un avvio positivo di quest`anno. Le azioni A di Shanghai hanno però fatto registrare un modesto saldo positivo del 4,5 % circa, se paragonate alle azioni H di Hong Kong, che con un 13% circa hanno fatto registrare una crescita di quasi tre volte maggiore. Dinanzi a un imminente indebolimento della congiuntura è però anche probabile una nuova correzione del mercato azionario nei prossimi mesi, prima che le azioni cinesi possano avviare una duratura inversione di marcia verso l`alto.
India
Come era prevedibile, a fine gennaio la banca centrale indiana ha lasciato i tassi guida invariati. Ci sono state però allusioni relative a un passaggi o dalla lotta all’inflazione al sostegno alla crescita. Inoltre, è stata abbassata la quota di riserva obbligatoria richiesta alle banche, cosa che ha fruttato al sistema bancario indiano circa 320 miliardi di rupie (circa 5 miliardi di euro) di ulteriore liquidità. Allo stesso tempo il rischio inflazione rimane ancora alto. L’indice dei prezzi all’ngrosso nel 2011 è quasi sempre cresciuto di oltre 9%. Il calo relativamente marcato di dicembre è riconducibile tra l’altro agl i effetti base e non è ancora il caso di dare il segnale di cessato allarme. Se la tendenza inflazionistica dovesse essere ribassista nei prossimi mesi, in primavera ci potrebbe essere il primo taglio dei tassi. I mercati azionari e obbligazionari hanno reagito in maniera positiva a questo cambiamento nella politica monetaria. L’indice BSE Sensex ha guadagnato circa l’11% dall’inizio dell’anno. Sono soprattutto i mercati obbligazionari che nei prossimi mesi potrebbero trarre notevole profitto da tagli di tassi e attese inflazionistiche al ribasso.
Brasile
I dati congiunturali del Brasile nell’ultimo periodo sono stati nuovamente più positivi. L’indice dei direttori d’acquisto si è spostato di nuovo sopra la soglia dei 50 punti e questo vuol dire espansione. La produzione industriale su base annua è comunque ancora in flessione, ma su base mensile mostra già una tendenza al rialzo. La banca centrale ha abbassato il tasso di riferimento (SELIC-Rate) di 50 punti base al 10,5 % e ha annunciato nuovi tagli del tasso di riferimento che lo porterebbero al di sotto del 10% - probabilmente già nella prima metà del 2012. Allo stesso tempo il Brasile ha fatto registrare gli afflussi di capitale mensili più alti della sua storia. Tutti questi fattori insieme hanno spinto verso l’alto le quotazioni delle azioni brasiliane con un incremento del 15% circa. Soprattutto i titoli che negli ultimi mesi avevano sofferto in modo particolare, hanno potuto trarre notevole vantaggio – ad esempio le società edili e i titoli dell’acciaio.
Russia
Gli indicatori anticipatori in Russia segnalano ancora un rallentamento Dell’economia, in particolare per quanto riguarda la produzione industriale, mentre il consumo privato si mostra ancora forte – supportato da salari reali più alti e disoccupazione in calo. L’andamento dell’inflazione è significativo – il tasso d’inflazione è sceso al 6%, livello più basso dalla fine dell’Unione Sovietica, e in futuro potrebbe addirittura scendere a un livello di poo superiore al 4%. Tuttavia, questo è in parte riconducibile al rinvio degl i aumenti dei prezzi dell’energia da parte del governo. Le obbligazioni russe hanno tratto vantaggio dal sentiment di mercato molto buono e hanno fatto segnare forti rialzi. L`annuncio dell`agenzia di rating Fitch di tagliare l`outlook per le obbligazioni russe (che al momento hanno una valutazione di BBB) da `positivo` a `stabile`, non ha pregiudicato il clima positivo. Anche il rublo si è apprezzato rispetto al paniere euro/dollaro. Dopo le proteste contro i presunti brogli elettorali durante le elezioni parlamentari a dicembre, la popolarità di Putin sembra nuovamente in crescita. In ogni caso non dovrebbe essere in pericolo una sua vittoria nelle prossime elezioni presidenziali in primavera. I l mercato azionario russo ha avuto un inizio d’anno molto forte. Banche e titoli minerari erano tra i settori più richiesti, dopo che questi avevano sofferto forti cali delle quotazioni nel 4° trimestre 2011. I titoli del petrolio e del gas hanno avuto un andamento inferiore alla media. Il governo russo ha annunciato di voler posticipare le privatizzazioni programmate per il 2012 nel settore dell’energia se necessario, in considerazione delle valutazioni di mercato ritenute in molti casi troppo basse.
Turchia
I l tasso d’inflazione in Turchia ha sorpreso negativamente anche a dicembre, portando la media 2011 intorno al 10,4%. Sono di nuovo aumentati notevolmente soprattutto i prezzi degli alimentari. Persino l’inflazione `core`, senza i prezzi dei generi alimentari e dell`energia, con circa l`8% si trova molto al di sopra del valore obiettivo della banca centrale (5%). La banca centrale ha infatti dovuto rivedere verso l`alto le proprie stime – il prefissato 5% sarà pertanto ragg iung ibile solo a metà 2013. Il tallone d`Achille più grande rimane l`ingente disavanzo delle partite correnti che attualmente ammonta a circa il 10% del PIL - una percentuale non sostenibile nel lungo periodo. Anche il FMI, nel suo consueto rapporto sulla Turchia, a questo proposito ha dato un giudizio negativo e ha constatato la presenza di una politica monetaria oberata che in parte insegue obiettivi contrastanti tra loro, mentre la parte fiscale e le misure strutturali di politica economica vengono scarsamente usate. Le obbligazioni turche all’inizio dell’anno hanno tuttavia fatto registrare forti guadagni, così come la lira turca svalutata massicciamente nel 2011. Nella prima metà di gennaio l`indice azionario ISE-100 di Istanbul stava ancora testando il sostegno dei 50.000 punti, importante da un punto di vista psicolog ico. Forte richiesta era riservata ai titoli bancari.
Polonia
I recenti dati congiunturali in Polonia dipingono un quadro misto della crescita economica. La produzione industriale nell’ultimo periodo ha fatto segnalare un forte incremento, d’altra parte, le vendite al dettaglio non sono riuscite a mantenersi su livelli alti. Il tasso d’inflazione su base annua ultimamente si aggirava intorno al 4,6 %. L’apprezzamento relativamente forte dello zloty a inizio anno dovrebbe avere effetti positivi sull’andamento del tasso d’inflazione nel corso di quest’anno. Le obbligazioni polacche hanno inoltre tratto vantaggio dal clima di mercato favorevole – a gennaio hanno fatto registrare forti aumenti. L’indice azionario polacco WIG a gennaio ha fatto registrare un forte incremento – di circa 9%. Grazie al rafforzamento dello zloty gli investitori basati sull`euro hanno potuto portare a casa un guadagno del 15% circa. Alcuni titoli minerari in particolare hanno fatto registrare forti aumenti delle quotazioni.
Repubblica Ceca
I dati congiunturali cechi pubblicati a gennaio sono stati nuovamente deboli e lasciano presagire che la Repubblica Ceca non riuscirà a far fronte al forte rallentamento economico dell’Europa occidentale. Nonostante ciò, le vendite al dettaglio e la produzione industriale si mostrano ancora abbastanza solidi. Da un punto di vista puramente tecnico, in questo modo può essere evitata una recessione con una leggera crescita positiva nel 4° trimestre, dopo che il PIL si era già leggermente contratto nel 3° trimestre. L’indice dei direttori d’acquisto ha subito una leggera frenata rispetto al valore di dicembre e si trova al di sotto dell’importante soglia dei 50 punti. Continuano a calare i nuovi ordini – per questo nei prossimi mesi la produzione industriale non solo potrebbe non crescere più, ma addirittura calare. Il tasso d`inflazione è salito al 2,4 %, la corona ceca, recentemente più forte, nei prossimi mesi dovrebbe però tranquillizzare la situazione. Non è in vista una pressione inflazionistica dovuta alla domanda – il tasso d’inflazione dovrebbe ben presto scendere di nuovo sotto il 2 %, per cui su questo fronte non esiste al momento nessuna urgenza di agire da parte dei tutori della moneta ceca. Le quotazioni delle obbligazioni ceche a gennaio hanno fatto registrare forti aumenti. Il mercato azionario ceco ha guadagnato circa il 6,5 % e sono stati soprattutto alcuni titoli bancari a far registrare notevoli aumenti delle quotazioni.
Ungheria
Il primo mese dell’anno è stato molto calmo per l’Ungheria, dopo che a cavallo dell’anno nuovo era stata messa in dubbio la cooperazione con FMI/UE e con ciò le possibilità di un rifinanziamento del paese. Il fiorino è stato la valuta più forte nella regione e anche le obbligazioni ungheresi ne hanno tratto profitto. A gennaio la banca centrale ungherese ha sorpreso gl i operatori di mercato e non ha ulteriormente innalzato i tassi – probabilmente grazie al rafforzamento della valuta all’inizio dell’anno. Fattore fondamentale per i prossimi sviluppi dei titoli ungheresi saranno le trattative future con UE e FMI. Il governo ungherese recentemente si è mostrato pronto a compromessi. Tuttavia, rimane tuttora in dubbio se il primo ministro Orban ritirerà davvero i discussi emendamenti. Nelle prossime settimane sia il fiorino sia le obbligazioni rimarranno volatili. Il mercato azionario ungherese a gennaio è salito dell’11 % circa e il colosso bancario del listino OTP ha addirittura fatto registrare guadagni doppi.
a cura di Raiffeisen Capital Management