La primavera araba, attesa come ventata di novità per i paesi dell`Africa sud-sahariana, sembra invece aver innescato una molla per altre due realtà del continente africano che si avvantaggiano del clima di instabilità che pervade l`Africa settentrionale: il Senegal e il Kenya. A più di 2 anni
dallo scoppio della primavera araba, i paesi coinvolti mostrano due andamenti differenti: quelli esportatori di petrolio continuano a crescere nonostante il clima politico non delineato, mentre quelli importatori di petrolio mostrano economie stagnanti.
Nel frattempo serviranno riforme del mercato del lavoro, del sistema educativo e della legislazione d`impresa rendendo snello l`accesso al credito e dando forza all`imprenditoria privata locale. I paesi dell’Africa centrale sembrano invece godere di uno slancio politico ed economico e, soprattutto Senegal e Kenya, nel corso del 2013, stanno registrando una crescita dei servizi bancari e assicurativi orientati principalmente alla Sharia, la legge islamica che deriva dal Corano e che rappresenta la linea guida principale per guidare le scelte finanziarie e non degli osservanti musulmani.
Il Senegal ha una popolazione per più della metà di religione musulmana e si sta muovendo per costruire un quadro normativo che permetta l`emissione di sukuk locali come il Sud Africa e la Nigeria hanno intenzione di fare a breve per finanziare importanti opere infrastrutturali in ambito agricolo ed energetico.
Il kenya ha da poco introdotto nuove normative che permettono l`utilizzo di strumenti finanziari islamici per il comparto immobiliare.
L`offerta è principalmente rivolta a sviluppare il mercato retail all`interno di una vasta comunità musulmana, con una crescita esponenziale di internet e di richiesta di servizi bancari. Le banche e le assicurazioni stanno preparando le loro campagne pubblicitarie puntando molto sul
concetto che la finanza islamica è per tutti. La posizione geografica del paese potrebbe in futuro costituire il ponte ideale tra l`Africa e gli
investitori mediorientali e asiatici. Per far sì che ciò accada è stato lanciato un piano di sviluppo economico e politico denominato Vision 2030 che vuole che il paese diventi hub finanziario per la finanza islamica e attragga fondi, investitori istituzionali e banche commerciali in grado di offrire su larga scala una variegata gamma di prodotti.
Nel paese sono già presenti importanti investimenti da parte dei paesi dell’area mediorientale e di sicuro un piano politico ed economico favorevole, non potranno che favorire le sinergie e lo sviluppo locale. L’Africa rappresenta un bacino di “nuovi consumatori” a cui tutte le aziende e istituzione finanziarie stanno guardando con interesse, è forse arrivata l’ora del riscatto per una terra splendida, culla del mondo, ma da troppi decenni scenario di massacri e instabilità.
Santovito Luigi
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