LE NUOVE DINAMICHE MACROECONOMICHE GLOBALI
Milano, 17 maggio 2022. Di Sara Cazzola, Head Of Research Hedge Invest SGR
Riteniamo che gli eventi degli ultimi due anni abbiano inciso in modo strutturale sulle dinamiche macroeconomiche globali.
Con la pandemia da covid-19 si sono creati colli di bottiglia in importanti filiere produttive, che hanno generato l’inflazione più difficile da combattere, vale a dire l’inflazione da offerta.
A questa, si è poi sovrapposto l’impatto del conflitto in Ucraina, che ha accelerato il surriscaldamento dei prezzi dell’energia e delle risorse agricole, alimentando la corsa all’autosufficienza dei diversi macro-blocchi del mondo, e generando di conseguenza quello che potrebbe essere definito un pericoloso “dietro-front” verso un modello di economia globale più frammentata, dopo oltre un ventennio di globalizzazione.
Ciò che ha salvato economia e mercati dalla crisi finanziaria globale del 2008, vale a dire i forti interventi di politica monetaria espansiva delle banche centrali globali sotto forma di tassi ultra-bassi e quantitative easing dalle proporzioni inedite, in questa fase non potrà salvare nuovamente le economie globali (e quindi anche i mercati finanziari).
Le banche centrali, infatti, da molti additate per essere “behind the curve” nella gestione del problema dell’inflazione, sono alle prese con lo sforzo di normalizzazione delle politiche monetarie ultra-espansive degli ultimi 15 anni.
Pensiamo, pertanto, che sia iniziato un nuovo paradigma sui mercati finanziari: dopo oltre un decennio di deflazione e tassi zero/negativi, il ritorno dell’inflazione mette le asset class di fronte a prospettive di curve dei tassi a livelli strutturalmente più elevati, e comporta un potenziale rischio di recessione nel medio periodo, esacerbato dall’attuale rallentamento economico della Cina alle prese con una severa gestione della pandemia da Omicron.
Riteniamo che nei prossimi trimestri i mercati azionari saranno ancora caratterizzati da elevata volatilità, legata al riaggiustamento delle valutazioni e delle aspettative sugli utili da parte degli investitori alla luce di prospettive di tassi più alti e di un potenziale rallentamento economico.
Il trend di discesa, che probabilmente caratterizzerà ancora i mercati, non sarà immune a rimbalzi di breve, legati al fatto che il posizionamento di molti operatori è già stato pesantemente alleggerito da inizio anno e che la correzione in atto ha creato importanti dislocazioni e opportunità di acquisto in taluni titoli e settori.
Sui mercati del reddito fisso ci attendiamo uno scenario ancora difficile nel breve per i governativi, nella fase di aggiustamento al rialzo delle curve dei tassi.
Sull’obbligazionario societario, invece, crediamo che nel medio termine l’ampliamento degli spread in corso potrebbe creare opportunità selettive di acquisto, nel caso in cui non venisse accompagnato da un elevato tasso di default.
In questo scenario strutturalmente mutato rispetto agli ultimi quindici anni, crediamo che gli alternativi potranno generare valore, fornendo da un lato una buona diversificazione e, dall’altro, protezione in un portafoglio di attività tradizionali.
In particolare, le strategie long short equity di stock picking saranno favorite da uno scenario di maggiore dispersione sui singoli titoli quali quello che ci aspettiamo nei prossimi mesi.
Facendo riferimento al mercato azionario di piccola capitalizzazione è evidente che in taluni casi il derating da inizio anno sia stato troppo penalizzante, tanto che anche gli operatori di private equity stanno indirizzando il loro interesse verso la parte quotata che offre multipli più interessanti della parte privata.
Le nuove quotazioni sono state rallentate dallo scenario maggiormente volatile degli ultimi mesi ma ci aspettiamo che, soprattutto gli imprenditori che cercano nuovi capitali per fare crescere il loro business, più che una strategia di puro cash in torneranno a presentarsi sul mercato.
Infine, anche le strategie macro potranno continuare a cavalcare interessanti tendenze sui mercati del reddito fisso e delle valute, fornendo nel contempo una buona protezione da scenari ad elevata volatilità essendo strutturalmente correlati positivamente all’aumento di quest’ultima.