LE CASSE DI PREVIDENZA E L'OBBLIGO DELLA DOPPIA CONTRIBUZIONE. INTERVISTA AL PROF. GIANSALVO SCIACCHITANO (EX CDA EMPAM)

LE CASSE DI PREVIDENZA E L'OBBLIGO DELLA DOPPIA CONTRIBUZIONE. INTERVISTA AL PROF. GIANSALVO SCIACCHITANO (EX CDA EMPAM)

Giannina Puddu, 8 dicembre 2021.

Le Casse di Previdenza, la loro capacità di gestire i cospicui flussi di cassa e i loro ingenti patrimoni sono, da tempo, sotto osservazione.

L'attenzione coinvolge i diretti interessati, preoccupati del loro futuro da pensionati, alcuni esponenti politici e tecnici a vario titolo che si interrogano, sempre più spesso, circa la ragione della doppia imposizione contributiva alla quale sono soggette molte categorie professionali.

Inoltre, incombe la proposta di legge Serracchiani che, dopo aver argomentato in premessa circa l'assurdo della doppia imposizione previdenziale, produce la proposta di un unico articolo di sintesi che chiede che sia cancellata la regola per cui alcune categorie, già obbligate a versare nelle loro casse professionali, subiscono anche la pretesa della Gestione Separata INPS.

Perchè solo Gestione Separata INPS e non tutto?

Questa proposta di legge pare aprire un percorso che potrebbe essere insidioso.

Più in generale, della questione Casse,  ho parlato con il prof. Giansalvo Sciacchitano, osservatore privilegiato in quanto ha vissuto la realtà delle Casse, dall'interno, come membro del CDA di EMPAM (cassa medici).

Prof. Sciacchitano, pare che lei sia diventato, nel tempo, uno specialista nella lettura dei bilanci delle Casse Previdenziali che raccolgono i contributi di molti professionisti attivi in vari ambiti, degli Agenti di Commercio e dei Consulenti Finanziari, dei Veterinari, dei Medici.

Come è nata questa sua passione?

Non mi definirei esperto nella lettura dei bilanci dal punto di vista tecnico, osservatore e critico delle voci contenuti nei bilanci, almeno le più evidenti credo di si.

Prima di parlare dei bilanci va però fatta una premessa.

Tutte le “anomalie” degli Enti previdenziali sono da attribuire alla eccessiva autonomia concesse dal decreto 509/94 alle Casse privatizzate, ma pubbliche,

E’ urgente ridimensionare e limitare autonomia delle Casse.

Per evitare il dissesto.

Recente quello della Cassa dei giornalisti.

Occorre che i Ministeri competenti impongano statuti e regolamenti eguali per tutte le Casse.

Lo statuto deve definire:

  • numero e durata dei mandati,
  • numero dei consiglieri, criteri e limiti per le loro retribuzioni,
  • le specifiche competenze degli amministratori e dei revisori, chiarezza nei bilanci che devono evidenziare il debito previdenziale ed indicare anno per anno, in percentuale, il rendimento degli investimenti.

Formalmente i bilanci sono redatti da super professionisti capaci di redigerli in modo tecnicamente inattaccabile.

Altra cosa è invece che nei bilanci presentati agli iscritti non siano rese comprensibili e giustificabili le singole voci di spesa.

Nei Vari bilanci viene evidenziato in modo trionfalistico il consistente patrimonio delle Casse.

Ma non si evidenzia che il patrimonio in gran parte è costituito dai contributi versati dagli iscritti, contributi che quindi devono essere restituiti quando poi saranno erogate le pensioni.

E’ evidente che il patrimonio delle Casse è gravato quindi dai debiti previdenziali.

Un bilancio redatto correttamente dovrebbe contenere in forma esplicita anche a quanto ammontano questi debiti.

Chiarisco con un esempio:

Recentemente l’INPGI è confluita nell’INPS.

Ma il patrimonio INPGI è gravato da un debito di oltre 271 milioni di euro.

Si legge INPS ma si dovrebbe leggere fiscalità generale, cioè dello Stato e quindi tutti noi cittadini siamo costretti a pagare per una dissennata amministrazione.

Mentre l’INPGI affondava, la sua presidente, senza alcun pudore, solo nel 2018, ha incassato 247.655 euro.

Il TITANIC affonda e l’orchestra suona…

Sempre grazie alla AUTONOMIA riconosciuta dal decreto 509/94 alle Casse viene concesso, fra l’altro, di avere dei costi non giustificabili per tipologia ed entità.

Fra le voci di spesa, la più scandalosa, è quella relativa agli stratosferici, ma ingiustificati emolumenti degli amministratori, emolumenti che gravano sul patrimonio da destinare alle pensioni

Nel bilancio, nella voce emolumenti, viene riportata la cifra globale, ma “accortamente” i singoli emolumenti, per non suscitare la giusta indignazione degli iscritti, non sono attribuiti distintamente ai singoli amministratori.

Cito come esempio che per conoscere gli scandalosi emolumenti del presidente dell’Enpam Oliveti, fu necessario ricorrere ad una interrogazione parlamentare.

Questi spropositati ed immotivati emolumenti del presidente Oliveti, specie in considerazioni delle limitatissime responsabilità, sono stati nel 2018, oltre 6 (sei) volte superiori agli emolumenti ( stabiliti dalla legge) che spettano ai sindaci di una grande città, sindaci che però hanno responsabilità amministrative, penali e civili che invece per il presidente dell’ Enpam sono demandate ad altre componenti della struttura.

Il 26 novembre u.s., l'onorevole Viscomi (che ha firmato la proposta di legge presentata dall'onorevole Serracchiani volta ad eliminare l'obbligo del doppio versamento nella Gestione Separata INPS per i professionisti già iscritti alla Cassa della categoria di appartenza), durante un'intervista rilasciata a Consenso Europa, ha trattato anche il caso di ENASARCO come altro da correggere ancorchè gli interessati versino all'INPS - sezione commercianti e non INPS -gestione separata.

Cosa ne pensa?

Circa la questione ENASARCO non vi è dubbio che è assurdo imporre la doppia contribuzione a chi già versa i propri contributi all’INPS.

Il presidente dell’ADEP (e dell’Enpam) sostiene che nel merito si è già espressa la Corte Costituzionale con una sentenza del 1985.

Non si capisce perchè questa doppia contribuzione sia costituzionale solo per gli iscritti obbligatoriamente ad ENASARCO, ENPAM ed ENPAF, e non per le altre casse.

Circa le proposta di legge SERRACCHIANI non mi pare che riguarda la gravissima situazione della doppia contribuzione ENASARCO.

Recita infatti: «Non possono, quindi, essere iscritti presso la gestione separata dell’INPS i liberi professionisti appartenenti a categorie già dotate di una propria cassa di previdenza alla data di entrata in vigore della citata legge n. 335 del 1995, con riferimento ai redditi percepiti a se- guito dell’esercizio dell’attività prevista dal rispettivo albo professionale » .

Gli agenti di commercio ed i promotori finanziari sono iscritti all’ INPS sezione-gestione commercianti.

Non alla GESTIONE SEPARATA ,che tutt’altro e riguarda chi non è iscritto al alcuna cassa.