LE CASSE DI PREVIDENZA E IL CAPITALE DI RISCHIO

LE CASSE DI PREVIDENZA E IL CAPITALE DI RISCHIO
Avv. Paolo Rosa

Trento, 7 marzo 2025. Di Paolo Rosa, avvocato.

Il patrimonio accumulato dalle Casse di previdenza del 509/1994 è costituito dalla contribuzione obbligatoria dei professionisti che ha come mission esclusiva, nell’ambito del regime di finanziamento a ripartizione (le Casse del 103/1996 invece sono a capitalizzazione), quello di garantire l’erogazione delle pensioni, alla maturazione dei requisiti.

Questo patrimonio, che è ingente per essere pari alla fine del 2023 a circa 114,1 miliardi di euro (fonte Covip), copre però solo in percentuale il debito previdenziale latente, costituito dalle pensioni in pagamento ma anche da tutti gli spezzoni di pensione in maturazione.

Tra non molti anni, la sostenibilità delle Casse di previdenza dipenderà,solo  in parte dalla contribuzione versata, ma in gran parte dal rendimento del patrimonio nel frattempo accumulato.

Come abbiamo visto nel precedente mio approfondimento, il Governo incentiva, attraverso facilitazioni fiscali, gli investimenti nel capitale di rischio, cioè in venture capital e private equity.

Questi due asset consistono nell’apporto di capitale di rischio da parte di investitori istituzionali, e le Casse recentemente hanno ricevuto la qualifica di investitori istituzionali, in imprese non quotate, con l’obiettivo primario di realizzare un elevato guadagno in conto capitale a seguito della dismissione della partecipazione acquisita, in un’ottica temporale di medio lungo termine.

Con questa operazione l’investitore si accolla una parte del rischio d’impresa nella speranza di massimizzare il tasso di rendimento del suo investimento.

Gli asset di venture capital e private equity nella sostanza si differenziano perché nel venture capital si finanzia l’avvio dell’impresa, mentre nel private equity s’interviene nelle fasi del ciclo di vita delle aziende successive a quello iniziale.

Limitandoci, per il momento, agli interventi nel venture capital, si possono distinguere vari momenti di intervento e precisamente:
- Seed financing;
- Start up financing;
- Expansion financing.
Si parla di seed financing quando l’intervento dell’investitore avviene già nella fase di sperimentazione del prodotto o di creazione dell’impresa, quando cioè esiste solo un’idea o un’invenzione, tutta di dimostrare;
in questa fase di solito non esiste neanche un business plan e sono quindi necessarie elevante competenze tecniche e scientifiche per valutare la bontà dell’operazione.

La conseguenza è che il rischio è altissimo di guadagnare molto ma anche di perdere l’intero investimento.

Gli interventi di start up financing, invece, riguardano aziende nelle quali l’attività produttiva è già in fase di avvio, ma non è ancora stata verificata la validità commerciale del prodotto o del servizio.

Anche qui il rischio evidentemente è molto elevato con la necessità di competenze tecnico scientifiche da parte dell’investitore.

Gli interventi, invece, di expansion financing interessano aziende già sviluppate e mature, che hanno bisogno di capitali per consolidare il proprio sviluppo, per fronteggiare la pressione competitiva, per internazionalizzarsi e per quotarsi.

«La realizzazione di un’operazione di venture capital può richiedere alcuni mesi.

I tempi sono condizionati da una serie di attività quali: 
✓ analisi preliminare della documentazione inerente l’azienda e il progetto imprenditoriale; 
✓ due diligence; 
✓ negoziazione dei termini di investimento e di disinvestimento;
 ✓ predisposizione della contrattualistica; 
✓ finalizzazione dell’operazione.» (Fonte: Innexta con la supervisione del Politecnico di Milano).
Tutto questo per spiegare come l’approccio a queste asset class di capitale di rischio richieda raffinate competenze specifiche perché si tratta di validare, con prospettiva di successo nel tempo, dei progetti che richiedono grande competenza tecnica.

A questo punto io mi domando se le Casse di previdenza, spinte dal Governo con agevolazioni fiscali ad investire nel capitale di rischio, abbiano le competenze necessarie per sottoscrivere quote di capitale di rischio.

Gli investimenti possono andare bene e portare a casa rendimenti a doppia cifra ma possono anche andare male il che, trattandosi di provvista previdenziale, significa depauperamento pensionistico.

«Rischi del venture capital
Abbiamo visto quante opportunità possa offrire, ma è importante considerare anche i rischi associati ad esso. Ecco i principali rischi:
- Rischio di fallimento dell’impresa. Le startup finanziate con il capitale di rischio possono essere ad alto rischio di fallimento. Molte nuove imprese non riescono a sopravvivere nel lungo termine a causa di problemi di gestione, mancanza di mercato, concorrenza o altri fattori imprevisti.
- Rischio di perdita del capitale investito. Poiché le imprese in fase di start-up sono ad alto rischio, gli investitori nel capitale di rischio corrono il rischio di perdere tutto il capitale investito se l’impresa non ha successo. È importante comprendere che la maggior parte delle imprese finanziate con il capitale di rischio non avrà successo e che gli investimenti possono essere persi.
- Rischio di illiquidità. Gli investimenti nel capitale di rischio sono spesso illiquidi, il che significa che può essere difficile vendere la propria quota o ottenere un rendimento rapido sull’investimento. Gli investitori devono essere pronti a bloccare il proprio capitale per un periodo di tempo prolungato, poiché potrebbe essere necessario attendere anni prima di poter uscire dall’investimento.
- Rischio di diluizione. Quando una startup ottiene finanziamenti attraverso il capitale di rischio, possono verificarsi successive fasi di finanziamento che portano all’emissione di nuove azioni. Questo può portare alla diluizione della quota di proprietà degli investitori iniziali, riducendo la loro partecipazione e influenzando il valore dell’investimento iniziale.
- Rischio di dipendenza dalla gestione. Gli investitori nel capitale di rischio spesso affidano la gestione dell’impresa ai fondatori e all’attuale team di gestione. Se la gestione non riesce a raggiungere gli obiettivi o prende decisioni sbagliate, l’investimento può essere a rischio.
- Rischio di mercato. Le condizioni di mercato possono influenzare il successo di una startup finanziata con il capitale di rischio. I cambiamenti nel mercato, la concorrenza, le normative o le tendenze economiche possono avere un impatto significativo sulle prospettive di crescita e sui risultati finanziari dell’impresa.» (Fonte: Cristina Crupi “Capitale di rischio”).
C’è poi un problema non trascurabile: la Cassa investe denaro versato dall’iscritto che non ha voce in capitolo negli investimenti, a differenza di quanto avviene nei Fondi Pensione.
E quindi siamo di fronte ad un investimento con provvista di terzi, obbligati per legge al versamento, con la conseguenza che, se le cose vanno male, non risponde l’Investitore ma l’iscritto, inconsapevole.
Bisogna quindi pensare ad una garanzia per il capitale dell’iscritto.
Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio la lettura di “La finanza del capitale di rischio, venture capital e private equity – modalità operative e politiche di investimento” di Alfonso Riccardi e “Quello del Venture Capitalist è un lavoro per pochi dotati di un mix di skill hard e soft non comune, ma è un grande equivoco pensare che questi pochi vadano cercati tra chi proviene dalla finanza tradizionale. Ecco allora cosa serve davvero” di Giampaolo Ferradini, pubblicato il 22 marzo 2023.