Le banche svedesi, le salvatrici dei paesi baltici
I mercati nei paesi baltici sono stati relativamente tranquilli durante il declino delle Borse mondiali negli ultimi mesi. Questo successo dipende in parte dalla crescita economica, ma il motivo principale è che le banche scandinave che dominano la regione baltica hanno risentito relativamente della crisi nell’Eurozona.
“In generale, dopo la crisi i mercati baltici sono divenuti più stabili e meno sensibili alle turbolenze esterne. La loro resistenza dipende principalmente dal fatto che le economie baltiche sono uscite rafforzate dalla crisi, soprattutto nel settore delle esportazioni. Anche la graduale ripresa della domanda interna ha contribuito,” sostiene Eglé Fredriksson, Portfolio Manager di East Capital.
Quali sono le principali ragioni di questa resistenza economica?
“La crisi ha reso necessario un forte ribilanciamento delle economie baltiche, incrementando l’efficienza interna e la competitività delle esportazioni. A questo si è aggiunto il forte consolidamento di bilancio e il rigore fiscale nel settore pubblico, oltre al processo di deleveraging e al taglio dei costi da parte delle imprese. Le esportazioni sono state il fattore trainante della ripresa, superando di un ampio margine i livelli pre-crisi. Tutti e tre i paesi baltici negli ultimi anni hanno conquistato quote di mercato nei rispettivi bacini d’esportazione. Alla fine del 2011 anche i consumi interni avevano ripreso vigore e nel 2012 saranno il principale fattore trainante dell’economia.”
Quanto è forte il legame con l’Eurozona?
“Le economie dei paesi baltici sono esposte agli sviluppi nell’Area Euro, ma molto meno rispetto ad altri paesi dell’Europa centrale. Per esempio, le esportazioni lituane sono dirette principalmente verso la CSI e la Scandinavia (il 34% delle esportazioni totali da inizio anno), mentre le esportazioni verso i paesi dell’Unione Europea in difficoltà (Germania, Francia, Italia, Spagna, ecc.) rappresentano solo circa il 20% . Inoltre, le esportazioni della Lituania verso gli altri paesi baltici sono il doppio rispetto a quelle dirette verso la Germania. Infine, ed è l’aspetto più importante, il sistema bancario baltico è dominato dalle banche scandinave che, non facendo parte dell’Area Euro, risentono in misura molto limitata delle difficoltà di Eurolandia.”
Come giudica le valutazioni delle Borse valori baltiche in questo momento?
“Le valutazioni sono un altro fattore che dà stabilità al mercato azionario essendo vicine ai minimi record. I rapporti tra prezzo e utile sono scesi da 15-20 nel 2006 a 9-10 nel 2012, mentre la crescita degli utili per azione sarà prevedibilmente robusta, intorno al 10-15%. Inoltre, le imprese pagano dividendi record e più alti del previsto; 22 su 34 società quotate distribuiscono un dividendo con un rendimento medio nell’ultimo anno del 6,4%.”
In che misura le società baltiche risentiranno del rallentamento della crescita globale?
“I mercati baltici risentiranno principalmente dell’andamento delle esportazioni. La crescita delle esportazioni da inizio anno è già in calo, mentre gli investimenti e i consumi interni stanno sostituendo le esportazioni come fattore trainante dell’economia. Naturalmente, anche la fiducia dei consumatori locali risentirebbe di un rallentamento della crescita attraverso l’aumento della disoccupazione. Tuttavia, fino a questo momento il comportamento dei consumatori baltici dopo la crisi è stato piuttosto ragionevole e abbastanza positivo, anche grazie ai risparmi record depositati presso le banche e al calo della disoccupazione. “
Quali sono i problemi principali per i paesi baltici?
“La profonda recessione ha implicato costi sociali ed economici elevati con un aumento della disoccupazione, del debito privato, della povertà e dell’emigrazione. L’invecchiamento della popolazione e il declino dovuto all’emigrazione rappresenta certamente un limite per il mercato del lavoro e un onere aggiuntivo per il sistema sociale e previdenziale. Comunque l’emigrazione è un processo naturale per un mercato del lavoro aperto. Le persone si spostano in aree che offrono salari più alti, un fenomeno che potrebbe essere fermato in futuro solo da un aumento della produttività a livello locale.”
I paesi baltici come possono continuare a crescere?
“Oggi, l’aumento della produttività collegato al taglio dei costi e al consolidamento si è quasi esaurito. Pertanto gli stati baltici dovranno riprendere gli investimenti dopo il forte calo durante la crisi, e questo sarà probabilmente uno dei fattori determinanti della produttività e della competitività future. Pertanto è molto importante creare un contesto più favorevole per gli investimenti esteri e locali.”
In che modo è possibile attirare più investimenti?
“Un sistema fiscale stabile, istituzioni e un sistema legale più efficienti, la semplificazione e lo snellimento della burocrazia e del settore pubblico, maggiore flessibilità nel mercato del lavoro e un’educazione di migliore qualità contribuirebbero in misura significativa a risvegliare l’interesse degli investitori esteri e locali nei confronti degli stati baltici”, ha aggiunto Eglé Fredriksson.