Le banche non devono fare i piangina, ma pensare ad altro
Mussari se la prende con il Fmi? Non per tutti i problemi degli istituti italiani sono da riferirsi alle norme troppo `restrittive`. Le banche rafforzino il capitale invece di fare appelli all`Fmi per chiedere di allentare i parametri normativi sui capitali, perche` gli istituti di credito italiani sarebbero penalizzati in termini di crediti deteriorati.
Lo dice l`Associaizone dei consumatori Adusbef, duidata dal senatore dlel`Idv Elio lannutti. Il pressing sull`Fmi per evitare nuove possibili richieste di maggiori capitali - dice Lannutti - ``che sarebbero disastrose per il sistema e l`economia italiana, non deve essere accolto, per evitare che consumatori, famiglie e Pmi, strozzate dalle banche con richieste di rientri e revoca di fidi, oltre al danno vengano pure beffati``. In pratica, per Lannutti, ``invece di utilizzare 274 miliardi di euro di prestiti triennali al tasso dell`1% per operazioni speculative come il riacquisto delle proprie obbligazioni ibride, con guadagni secchi del 25-30%,o di annunciare dividendi agli azionisti, che sono prevalentemente le Fondazioni Bancarie, le banche dirottino quegli utili al rafforzamento del capitale. Anche perche`, avere banche piu` fragili, dopo che gli utenti ed i consumatori italiani sono stati costretti a sacrificare sull`altare della stabilita`, tassi piu` elevati dello 0,50% sui mutui prima casa e costi piu` alti, pari a 295,66 euro annui nella gestione dei conti correnti rispetto ai 114 euro medi dell`Europa a 27, con un prelievo forzoso di oltre 6 miliadi di euro l`anno per decenni, sarebbe - conclude il presidente dell`Adusbef - inaccettabile per i consumatori ed utenti dei servizi bancari``.