Le banche devono diventare reali. Basta status `bastardi`

Bisogna avvicinare le banche all`economia reale, metterle al riparo della volatilità e dei rischi dei mercati, bloccare la loro concentrazione e limitare la loro espansione al di fuori della zona euro.

A sostenerlo, in un articolo pubblicato su `Les Echos`, sono Jean Arthuis, ex ministro delle Finanze francese e Jean Peyrelevade, ex presidente del Crèdit Lyonnais, sottolineando la necessità di affrontare «le debolezze strutturali del nostro sistema bancario europeo se vogliamo evitare che emergano nuovamente rischi di crollo sistemici». Per Arthuis e Peyrelevade è necessario «avviare una riflessione europea sulle eventuali separazioni da organizzare tra banche di retail e banche di mercato». Anche perchè, sottolineano, se gli istituti di credito diventeranno sempre di più `banche di mercatò si allontaneranno dalla loro `mission` originale che è quella di finanziare l`economia reale e di garantire il buon funzionamento dei circuiti di pagamento per «speculare» e di conseguenza «aumentare il livello di rischio globale fino a superare in alcuni casi le capacità di intervento dello Stato garante». Per Arthuis e Peyrelevade, poi, «un regolatore unico, progressivamente dotato di mezzi finanziari per intervenire in caso di difficoltà sistemica, sarebbe un partner utile della Bce».

È vero, sostengono Arthuis e Peyrelevade, «che la zona euro ha uno statuto ibrido. Una moneta unica circola da dieci anni ma non esiste alcuna sovranità di tipo federale che sarebbe garante dell`insieme. La forza politica e la capacità di intervento dei poteri pubblici di ogni Stato membro dell`area dell`euro vengono così divisi, spezzettati, rispetto ad un sistema bancario che viene incoraggiato ad ignorare i confini. Ogni Stato membro è garante delle banche insediate sul proprio territorio nazionale mentre questi stessi istituti di credito prendono dei rischi su debiti sovrani che sfuggono al suo controllo. Questa contraddizione -sostengono Arthuis e Peyrelevade- deve essere superata al più presto». Per Arthuis e Peyrelevade bisogna «limitare le dimensioni» delle banche che «fa pesare un rischio sugli Stati stessi». Per ora, spiegano, «ogni Stato nazionale è responsabile del proprio sistema bancario, senza reale solidarietà a livello europeo». Le banche, invece, rilevano, «continuano ad aumentare le loro dimensioni, rischiando di superare le capacità di intervento degli Stati di riferimento. I bilanci accumulati delle principali banche francesi rappresentano tre volte il valore del pil del nostro paese».

``