Le 20 banche padrone del nostro futuro

Determinano il destino del nostro debito pubblico. Un fardello da circa 2 mila miliardi di euro la cui evoluzione dipende in buona parte dalle loro mosse. Un potere enorme, in altri termini, che all`interno dello stato italiano viene esercitato da 20 banche.

Attenzione, però, perché di queste ben 17 sono straniere. Tecnicamente si chiamano `specialisti in titoli di stato`. In pratica si tratta di quegli istituti di credito che per il Belpaese non soltanto provvedono alla parte organizzativa delle aste, collocando i nostri titoli di stato.

Ma in una certa misura ne `modellano` il risultato, visto che sono tenuti anche a garantirne una percentuale di acquisto. Ma chi rientra nel gruppone delle 20 banche? Sulla base di un documento firmato il 23 gennaio scorso da Maria Cannata, responsabile della direzione debito pubblico del Dipartimento del Tesoro, si tratta innanzitutto delle banche americane Merrill Lynch, Morgan Stanley, Citigroup, Jp Morgan e Goldman Sachs. A queste si aggiungono le inglesi Barclays, Hsbc, Royal Bank of Scotland e le francesi Bnp Paribas, Crédit Agricole, Société Générale.

La componente tedesca è rappresentata da Deutsche Bank e Commerzbank, mentre quella svizzera da Ubs e Credit Suisse. A chiudere ci sono la giapponese Nomura, l`olandese Ing Bank e le italiane Banca Imi (del gruppo Intesa Sanpaolo), Unicredit ed Mps, l`istituto sense trovolto dalle ultime inchieste giudiziarie. Ma il dato `curioso`, che come minimo fa pensare, è rappresentato dal fatto che nel documento il Dipartimento del Tesoro stila anche una classifica degli specialisti dei titoli di stato per il 2012. In pratica un modo per riconoscere la bontà dell`attività svolta dai vari istituti di crediti l`anno precedente. E chi ha vinto? Barclays, la banca inglese che spicca tra le più coinvolte nello scandalo Libor.

GLI INGLESI AL TOP.
Si tratta di uno degli scandali finanziari più gravi scoppiati negli ultimi anni: una nutrita pattuglia di banche accusate di aver manipolato i tassi Libor ed Euribor, ovvero gli indici di riferimento dei mercati interbancari sulla base dei quali si calcolano gli interessi sui mutui erogati alle imprese e ai cittadini comuni mortali. Operazioni, va da sé, di gravità inaudita, visto che attraverso di esse gli istituti di credito hanno potuto lucrare proprio sugli interessi praticati ai clienti.

E qui entra i gioco Barclays, perché con Ubs e Royal Bank of Scotland è già stata pesantemente multata dalle autorità finanziarie dei principali paesi proprio per aver manipolato i tassi. La medesima Barclays, in particolare, è stata costretta a pagare l`equivalente di 440 milioni di dollari per uscire fuori dal ginepraio dove si era infilata. Ma non è finita qui, perché sulle stesse banche, per inciso tutte inserite nella lista dei nostri `specialisti` del debito, pende il rischio di circa 30 cause intentate da mutuatari in California e nello stato di New York.

Insomma, il Tesoro italiano, guidato da Vittorio Grilli, ha consegnato la medaglia d`oro per la gestione del nostro debito a una banca che negli anni scorsi si è divertita a manipolare i tassi interbancari.

TANTE BANCHE D`AFFARI, TANTE MAGAGNE.
Prendiamo il caso dei giapponesi di Nomura. Su di loro, tanto per dirne una, pende il sospetto di aver ristrutturato con Monte dei Paschi il derivato `Alexandria` che avrebbe permesso alla banca senese di occultare perdite per circa 220 milioni di euro. Stesso sospetto su Deutsche Bank, che attraverso l`operazione `Santorini` avrebbe aiutato Mps a mitigare una perdita di 367 milioni di euro. Senza contare il fatto che la stessa Deutsche Bank è entrata nel mirino della Bafin, l`autorità tedesca di vigilanza finanziaria, per una questione legata alla manipolazione dell`Euribor.

In sostanza la stessa pratica di cui si è resa protagonista Barclays sul versante del Libor. Ebbene, sia Nomura che Deutsche Bank sono inserite nella lista degli specialisti del Tesoro. Per carità, anche in altri paesi funziona così. Certo non si può fare a meno di constatare come lo stato italiano, oppresso da un enorme debito pubblico, finisca di fatto con l`essere `ostaggio` di tutti i maggiori centri del potere finanziario mondiale. Quegli stessi centri che, per un motivo o per l`altro, sono coinvolti in situazioni che certo non hanno portato giovamento al sistema Italia.

Stefano Sansonetti per www.lanotiziagiornale.it

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