L`arena delle banche spagnole è senza matador

La Spagna è sempre più al centro del vortice che investe i mercati europei: alla vigilia del consiglio della Bce che oggi si sta svolgendo proprio a Barcellona, a Bruxelles, dove i ministri delle Finanze Ue cercano l`accordo sui requisiti di capitale per le banche, il Paese iberico è costretto a ribadire la solidità delle sue banche, ieri protagoniste di una nuova caduta in borsa.

Il ministro spagnolo delle Finanze, Luis de Guindos, a margine del consiglio Ecofin non ha fatto cenno alle nuove indiscrezioni sulla preparazione di una `bad bank`, un contenitore in cui trasferire gli attivi tossici delle banche legati allo scoppio della bolla immobiliare iberica: «Le banche spagnole sono al di sopra di tutti i requisiti richiesti sia come qualità che come livello di capitalizzazione», ha detto de Guindos in margine all`Ecofin. I mercati, evidentemente, non gli hanno creduto: le due banche principali della Spagna, Santander e Bbva, hanno perso il 3,3% fra le indiscrezioni secondo cui la Banca di Spagna starebbe avendo consultazioni ad alto livello per la `bad bank`. Pesa, sul listino iberico come sulle altre piazze europee, la recessione peggiore del previsto, ma c`è anche il negoziato in corso a Bruxelles che ha al centro proprio i requisiti di capitale per gli istituti di credito. Fra lo scetticismo tedesco e le riserve di Gran Bretagna, Svezia e Polonia sul compromesso proposto dalla presidenza danese dell`Ue, al termine di un lungo negoziato l`accordo potrebbe delinearsi concede maggiori poteri nazionali rispetto a quanto avrebbe voluto Bruxelles. La riunione dei ministri ha infatti modificato la proposta della Commissione per trasporre nella legge comunitaria i criteri di Basilea III. L`ipotesi di accordo su cui si lavora concederebbe ai Governi nazionali una libertà quasi completa di imporre requisiti di capitale addizionali, o «buffer sistemici», di tre punti percentuali superiori all`8% minimo individuato dagli accordi di Basilea 3. Una quota suscettibile di salire ulteriormente, con il via libera delle autorità europee. L`Italia - spiega il viceministro dell`Economia italiano, Vittorio Grilli - chiede un accordo «perfettamente coerente con il mercato unico europeo e che non provochi il suo spezzettamento», mentre preoccupano Roma i rischi di «annacquamento» della direttiva su Basilea 3 in due settori chiave: la liquidità e la leva finanziaria. Intanto, a Barcellona, i banchieri dell`Eurotower si riuniscono per la cena preliminare alla riunione di domani, presieduta da Mario Draghi. Casualmente tocca proprio alla Spagna ospitare la riunione di maggio che, come quella di ottobre, è ospitata a turno da una banca centrale dell`Eurozona. La quasi totalità non si aspetta variazioni dei tassi d`interesse, e il grosso delle discussioni dovrebbe ruotare sullo scenario macroeconomico dei Diciassette in peggioramento: inevitabile che Draghi, domani, torni sul tema del `patto per la crescità evocato la scorsa settimana. Diversi economisti si aspettano dall`italiano un appello alle riforme strutturali rivolto ai governi nazionali, e nuove richieste di misure di risanamento sul lato della spesa, fatte cioè non di sole tasse. Nella sua conferenza stampa, Draghi potrebbe adottare una maggiore cautela sulle prospettive di crescita dell`area euro, dopo aver previsto una ripresa graduale il mese scorso, avvertendo però di «rischi al ribasso prevalenti». Ma proprio nell`appuntamento di Barcellona farà inevitabilmente capolino il tema delle difficoltà del sistema bancario: giusto la scorsa settimana Draghi ha evocato un sistema di gestione dei salvataggio bancari a livello europeo che, letto alla luce delle voci ricorrenti di ristrutturazioni in arrivo sul fronte spagnolo e della dipendenza di molti istituti dalla liquidità della Bce, fa immaginare nuovi sviluppi che potrebbero essere imminenti.

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