L'AGGRESSIONE A CHEF RUBIO

Redazione, 15 maggio 2024. 

Dopo le martellate che ha preso a Roma, Chef Rubio ha dichiarato: «Sono stati gli ebrei sionisti, erano in sei. Io preso a martellate». 

Un messaggio di grande solidarietà è stato inviato a Rubio, su Instagram,  dagli studenti che protestano in favore della Palestina, dalla Sapienza: «Dalle tende contro il genocidio in Sapienza esprimiamo la nostra massima solidarietà a Chef Rubio preso di mira e aggredito  da una squadraccia sionista."

Poi, hanno accusato il Governo, la Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e i giornali di averli definiti "violenti", "aggressori" e "intolleranti" quando hanno manifestato in favore dei palestinesi.

In ciò, secondo gli studenti , si è espressa una "falsa narrazione che prova a ribaltare la realtà evidente", mentre Chef Rubio "si è speso tantissimo da sempre per la causa palestinese rendendosi disponibile ed esponendosi anche prima del 7 ottobre partecipando ai presidi, alle azioni di boicottaggio e andando nelle scuole e nelle università. Il terrorismo sionista agisce impunemente da decenni con la connivenza di tutte le istituzioni di questo Paese che, governo dopo governo, ha continuato dandogli sostegno militare, ideologico e politico".

CRONACA (Frascati) di Marco Vesperini per alanews: "Mi stavano aspettando sotto casa, erano in 6, un'auto e due scooter.

Uno degli aggressori avrà avuto sui quarant'anni, è quello che per primo, quando ero fermo davanti al cancello cercando di premere il telecomando per aprire, ha sfondato il vetro della portiera con un martello.

Poi sono arrivati gli altri, forse più giovani.

Non so chi fossero.

Avevano anche dei mattoni con loro".

È la testimonianza che Gabriele Rubini, Chef Rubio, da alla madre durante il ricovero al Pronto Soccordo dell'Ospedale San Sebastiano di Frascati dove è verrà tenuto in osservazione fino a domani mattina quando si presenterà in questura per la denuncia contro chi lo ha aggredito intorno alle 21, davanti al cancello di casa della madre.

Un'agguato violentissimo che ha lasciato l'auto guidata dall'ex volto televisivo e sostenitore della causa palestinese, completamente distrutta, ricoperta di sangue e vetri, con ancora all'interno il martello e uno dei mattoni usati per colpire Rubini.

"Sembra l'auto in cui è stato ucciso qualcuno", commenta il fratello guardando la vettura. Gli aggressori hanno tagliato precedentemente i fili del cancello.

Nessuno era nell'abitazione quando è avvenuto il fatto.

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