L’Africa ha la sua agenzia di rating. Quello che l’Europa non ha saputo e voluto fare.

Roma, 12 marzo 2025. Di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'Ecoomia e Paolo Raimondi, Economista.
Entro giugno sarà operativa l’agenzia di rating panafricana, l’Africa credit rating agency (Afcra).
Dovrebbe essere uno strumento importante per l’integrazione economica del continente.
Lo ha deciso il 38imo Summit dell’Unione africana (Ua) tenutosi ad Addis Abeba, in Etiopia. L’annuncio è stato dato al termine di uno specifico Dialogo Presidenziale sul tema con i leader dei paesi africani presenti, tra cui il presidente dell’Ua, Moussa Faki Mahamat, quello dell’Etiopia, Taye Atske Selassie, e William Ruto del Kenia .
“È tempo che l’Africa si doti di strumenti propri per valutare la propria performance economica senza pregiudizi esterni”, è stato affermato al Summit.
L’iniziativa mira a fornire valutazioni economiche più eque ai vari paesi africani e a ridurre la loro dipendenza dalle agenzie di rating internazionali.
Oggi tutto è in balia dei giudizi, e dei pregiudizi, forniti dalle cosiddette “tre sorelle” americane del rating, Fitch, S&P Global Ratings e Moody’s.
Le conseguenze economiche dei loro voti sono pesantissime.
Si stima che ogni anno il continente debba pagare un surplus di interessi per circa 24 miliardi di dollari e che perda altri 46 miliardi di crediti negati a causa dei loro rating negativi o insufficienti. Secondo l’United Nations Development Program, l’Africa perde annualmente circa 75 miliardi in opportunità economiche.
L’Afcra si concentrerà esclusivamente sulle economie africane, incorporando dati e indicatori socioeconomici specifici per ogni singola regione, in particolare le valutazioni del credito orientato allo sviluppo, con lo scopo di rafforzare i mercati finanziari locali.
L’utilizzo dei dati e delle valutazioni fornite dalle comunità economiche regionali sarà importante per raccogliere capitali per sostenere il processo d’integrazione dell'African Continental Free Trade Area (AfCFTA), il mercato comune panafricano, che ancora soffre di bassi livelli di infrastrutture e di reti produttive.
La nuova agenzia non intende competere con quelle esistenti, ma colmare le lacune nei dati e nelle analisi sulla base della conoscenza delle situazioni reali.
"L'Africa non accetterà più di essere giudicata male dai voti delle agenzie di rating globali che trascurano la nostra realtà", ha detto il presidente keniano Ruto.
Egli ha anche criticato il loro affidamento a modelli imperfetti, ipotesi obsolete e pregiudizi sistemici, sostenendo che queste agenzie hanno distorto le prospettive economiche dell'Africa, esagerato i rischi e imposto così costi di credito ingiustificatamente elevati.
I leader africani sono consapevoli che l’Afcra dovrà far fronte a delle sfide immediate: la raccolta e la qualità dei dati necessari per avere valutazioni corrette e credibili e l’elaborazione di metodi e processi validi e innovativi, anche attraverso gli strumenti dell’intelligenza artificiale.
Si dovrà tener conto di tutto ciò che potrà favorire i processi di sviluppo, come le ricchezze del sottosuolo, le commodity, gli investimenti nei progetti di crescita e d’integrazione infrastrutturale, commerciale, e tecnologica, l’istruzione e la professionalità della forza lavoro, le potenzialità di una popolazione giovane, ecc.
Sono argomenti che le “tre sorelle” ignorano del tutto. Al riguardo si intende contare sulle esperienze del Sudafrica, che vanta una lunga esperienza nel rapporto con le agenzie di rating.
Il Summit è stato dedicato anche alla “Giustizia per gli africani e per le persone di discendenza africana attraverso le riparazioni”.
Il Primo Ministro etiope, Abiy Ahmed, ha voluto chiarire che le riparazioni non significano aiuti finanziari, ma sono una richiesta di giustizia per i secoli di sfruttamento della ricchezza e delle risorse del continente.
Ha esortato i governi a "superare le tensioni geopolitiche e le divisioni storiche imposte, dai confini coloniali". Si ricordi che alla Conferenza di Berlino del 1884-5 le potenze imperiali e coloniali europee divisero l’Africa in sfere d’influenza tracciando con il righello sulla carta geografica le aree da assegnare e da sfruttare. A farne le spese, fino ad oggi, sono i popoli africani.
L’incontro ha evidenziato l’importanza strategica dell’Agenda 2063 dell’Unione africana come principio guida nel campo della medicina e dell'assistenza sanitaria, nello sviluppo di strategie minerarie e nel vero sviluppo economico.
Abiy Ahmed ha invitato i leader africani a prepararsi "all'avvento di una nuova governance economica e politica globale”.
“L'Africa non può rimanere in silenzio e inattiva. Deve imperativamente gettarsi nella battaglia per ritagliarsi il proprio posto nelle configurazioni internazionali in fase di progettazione. Non è facile. Richiederà ingegno, creatività, metodo e coraggio", ha detto.
L’Afcra suona come una lezione per l’Europa, che non ha mai voluto creare una sua agenzia di rating indipendente. Soprattutto adesso che con i dazi e altre misure l’Amministrazione Trump va allo scontro economico con l’Unione europea.
Si tenga presente che, come impone da anni anche la Bce, per ogni nuova linea di credito e per qualsiasi emissione di azioni e obbligazioni private e pubbliche in Europa si richiede un rating da parte delle “tre sorelle” americane.