Dogmi prima indiscutibili come la possibilità che uno Stato membro lasci l`Eurozona sono diventati temi centrali che continueranno a essere di attualità anche nel 2012.
In particolare, la crisi del debito sovrano nell`Eurozona si sta evolvendo con rapidità, spingendo periodicamente i mercati a forzare la mano dei policy maker. Probabilmente questo meccanismo si confermerà anche nei primi mesi del 2012 nel corso dei quali i mercati potrebbero continuare a mettere alla prova le debolezze a livello politico, anche
se è difficile credere che si possano verificare casi di uscita dall`Euro.
Da tempo Fidelity parla esplicitamente di un `mondo a due velocità`, nel quale vi è uno spostamento della ricchezza dai Paesi sviluppati verso quelli emergenti e il contesto attuale ha reso questo processo ancora più marcato ed evidente. Si assiste di fatto a una crescente polarizzazione tra le economie dei Paesi più sviluppati, altamente indebitate e
con una crescita lenta, e quelle dei Paesi emergenti, che hanno fondamentali solidi ed elevati ritmi di crescita. In un`ottica di lungo termine i Paesi emergenti rimangono infatti particolarmente interessanti e la coesistenza di due mondi che procedono a velocità diverse sarà sempre più evidente.
La volatilità nel 2011 ha portato a una penalizzazione di diverse tipologie di investimenti, senza che ciò fosse sempre supportato dai fondamentali economici. Questa dicotomia implica delle interessanti opportunità di investimento di medio termine.
Outlook azionario per il 2012 di Dominic Rossi, Direttore Investimenti Azionari
La crisi del debito sovrano sta probabilmente entrando nella sua fase conclusiva e una manovra di quantitative easing (QE), con il conseguente aumento di massa monetaria, avrebbe l’effetto di erodere il valore dei debiti nell`Eurozona e dunque di fornire una boccata di ossigeno utile a intraprendere la strada della ripresa e raggiungere un accordo
sul tema dell`integrazione fiscale.
Considerando gli eventi che si sono succeduti in Europa, la moneta unica ha tenuto straordinariamente bene. Il pessimismo riguardo all`Euro non è però superato e sembra destinato a raggiungere un punto critico oltre il quale si intravede già un periodo di debolezza della divisa europea.
Nonostante la debolezza economica in Europa influenzi negativamente la crescita globale, le probabilità di una recessione negli Stati Uniti restano basse e anche l’impatto sulla crescita dei mercati emergenti non risulta particolarmente preoccupante poiché questi ultimi si trovano ad affrontare pressioni inflazionistiche la cui risoluzione passa anche attraverso una crescita più moderata. La politica monetaria dei mercati emergenti potrebbe dunque diventare in futuro più accomodante. Per quanto concerne i mercati sviluppati, infine, è probabile che gli Stati Uniti e il Regno Unito intraprendano ulteriori manovre di QE.
Per quanto riguarda il settore azionario per il 2012, la contrapposizione fra mercati emergenti e sviluppati diventerà maggiormente evidente rispetto al 2011. Gli investitori dovrebbero cogliere opportunità di acquisto nei mercati emergenti che consentano di aumentare l`esposizione a prezzi allettanti. In un`ottica di lungo termine i Paesi emergenti
rimangono infatti particolarmente interessanti e la coesistenza di due mondi che procedono a velocità diverse sarà sempre più evidente.
Durante le fasi di volatilità esasperata anche i mercati emergenti potrebbero risentirne nel breve termine, poiché le correlazioni azionarie tendono a convergere. Tuttavia riteniamo che nel corso del 2012 gli investitori inizieranno ad apprezzare gli ottimi fondamentali economici dei Paesi emergenti e la loro migliore capacità di ripresa dalla fase di
rallentamento dell`economia globale. Le turbolenze in questi mercati sono, infatti, di natura ciclica piuttosto che strutturale e, pertanto queste realtà continuano a rappresentare un investimento con prospettive allettanti nel medio-lungo periodo. Questi mercati nel 2012 sono, infatti, destinati a registrare performance economiche e azionarie migliori dei mercati sviluppati, penalizzati da una bassa crescita e da un eccessivo indebitamento.
Per quanto riguarda il mercato azionario europeo gli investitori dovrebbero concentrarsi sui titoli di società difensive qualitativamente eccellenti, con utili stabili e affidabili e in grado di offrire dividendi elevati e sostenibili. In Europa i dividend yield si attestano decisamente al di sopra della loro media a 15 anni e l’orientamento alla generazione di reddito, anche in ambito azionario, potrà dare buone soddisfazioni, tenuto anche conto della fase di bassa crescita economica. Le Società in grado di distribuire dividendi elevati in maniera sostenibile nel tempo sono tipicamente aziende di grandi dimensioni con marchi solidi, che possono dimostrarsi particolarmente interessanti nell’attuale contesto di mercato.
Outlook obbligazionario per il 2012 di Andrew Wells, Direttore Investimenti Obbligazionari
L`eventualità di default del debito sovrano continuerà a catalizzare l`attenzione anche nel corso del nuovo anno. Tuttavia riteniamo che sui mercati obbligazionari il 2012 porterà anche tante opportunità, dalle quali gestori dinamici potranno trarre vantaggio se sapranno identificare correttamente le situazioni nelle quali il sentiment degli investitori non segue i
fondamentali.
Riteniamo che aumenterà ancora l`interesse per i fondi obbligazionari `strategici` che bilanciano il rapporto rischio/rendimento attraverso la gestione attiva. Fortunatamente l`asset class del reddito fisso è ampia e profonda e non mancano ottime opportunità di ottenere un ritorno interessante evitando i titoli di Stato maggiormente sotto pressione.
L`analisi per singole asset class evidenzia scenari e opportunità differenti. Nel mercato dei titoli di Stato il concetto di `investimento sicuro` sta evolvendo verso nuove definizioni. È aumentata, infatti, la domanda di debito pubblico emesso da Governi considerati ultrasicuri come Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia. Questi Paesi hanno la possibilità
di stampare denaro nella propria valuta nazionale e le loro obbligazioni sono, quindi, ritenute meno esposte a rischi di default. Tuttavia gli yield attualmente bassi ne riducono l`interesse tra gli investitori.
Le obbligazioni societarie di alta qualità, invece, presentano in taluni casi diverse caratteristiche un tempo associate alle emissioni sovrane. I timori generalizzati a livello macroeconomico hanno spinto al rialzo i rendimenti delle obbligazioni corporate in tutta la gamma di merito creditizio, mentre i fondamentali societari sono rimasti essenzialmente solidi. Non è infatti eccessivo affermare che molte società si trovano attualmente in
condizioni migliori dei loro stessi governi.
Anche le obbligazioni societarie ad alto rendimento (high yield) sono un segmento molto interessante per gli investitori. Attualmente gli spread sul credito scontano tassi di default elevati in un contesto nel quale, al contrario, i fallimenti sono ben al di sotto della media storica. Analizzando le prospettive future delle Società di questo segmento riteniamo che
gli spread non rispecchino i fondamentali societari. La maggior parte delle Società, infatti, arriva al 2012 in una situazione di gran lunga migliore rispetto a quella in cui versava nel 2008/2009. Le imprese hanno tenuto i costi sotto controllo, hanno accesso al credito bancario - anche se a condizioni più restrittive - e negli ultimi due anni hanno dimostrato di sapere gestire attivamente il proprio fabbisogno di rifinanziamento per proteggersi dalla
volatilità. Questi fattori dovrebbero mantenere i tassi di default su livelli più contenuti rispetto a quanto il mercato sembra aspettarsi. I titoli high yield possono, inoltre, offrire flussi di reddito particolarmente solidi. Sarà, però, indispensabile una buona selezione dei titoli per riuscire a evitare le emissioni peggiori, che potrebbero invece danneggiare i
rendimenti dei portafogli.
Dato il persistere della crisi, il quantitative easing e il conseguente aumento della massa monetaria risultano essere opzioni plausibili e, di conseguenza, un possibile aumento dell`inflazione andrebbe preso in considerazione. Le obbligazioni indicizzate all`inflazione sono, quindi, convenienti soprattutto in questa fase, durante la quale - fintanto che non saranno varate misure di QE - l`inflazione continua ad apparire lontana. Qualora venissero attuate manovre di QE sarebbe invece tardi per proteggersi efficacemente, in quanto le aspettative di inflazione si rifletterebbero nelle quotazioni. E’ proprio in questa fase, dunque, che è possibile trovare maggiore valore nei titoli indicizzati all`inflazione,
soprattutto se le emissioni con le migliori prospettive di apprezzamento vengono efficacemente selezionate a livello globale.
Riteniamo, infine, che il nuovo anno vedrà aumentare notevolmente anche l`interesse per le obbligazioni dei mercati emergenti in un’ottica di investimenti di lungo periodo. Le economie emergenti, infatti, dovrebbero registrare tassi di crescita più elevati a livello globale e questo potrebbe contribuire a sostenere l‘affidabilità dei loro titoli di stato. Il
debito pubblico e i bilanci di molti Paesi emergenti sono di gran lunga migliori rispetto alla maggior parte di quelli sviluppati e possono contare su fondamentali solidi, indebitamenti ridotti e politiche fiscali responsabili offrendo, quindi, interessanti opportunità di investimento.
(continua domani...)