LA TRASPARENZA E LE ELEZIONI IN CASSA FORENSE
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Trento, 18 febbraio 2025. Di Paolo Rosa, avvocato.
In un precedente intervento ho chiesto pubblicamente al management di Cassa Forense di pubblicare l’elenco degli Advisory Board per gli anni 2023 e 2024 e la composizione dei CdA di SICAV e SICAF ma, a tutt’oggi, non ho visto alcuna pubblicazione.
Che vi sia una stretta correlazione con le prossime elezioni di aprile 2025 dove si procederà all’elezione del nuovo Presidente e al rinnovo parziale di cinque componenti del CdA?
Come diceva Giulio Andreotti: “A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina!”
Come dicevo più sopra, a fine aprile in Cassa Forense si terranno le elezioni del nuovo presidente e del rinnovo parziale di cinque componenti del CdA.
Per la presidenza l’unico candidato, ad oggi, di cui si fa il nome è quello dell’avv. Maria Annunziata di Salerno.
Escono invece dal CdA, perché non più rieleggibili, gli avv.ti La Rosa Monaco Giuseppe e Bacci Manuela mentre i consiglieri uscenti Zucchi e Renzetti sono rieleggibili, avendo fatto solo un mandato di quattro anni in CdA.
Proseguono, invece, la loro attività di consiglieri Zambon, Binni, Caldiero, Maione e Coluzzi.
Girano molti nomi, sia di Milano che di Roma, ma è troppo presto per azzardare pronostici.
La nuova governance avrà subito un compito certamente non facile e cioè quello di ripensare la riforma della previdenza forense.
Quella entrata in vigore il 1° gennaio 2025 risponde ad una logica che nella ouverture della rivista La previdenza forense n. 3/2024 dal Presidente uscente e dal nuovo DG viene così descritta: «La riforma rappresenta il frutto di un lungo e complesso lavoro di sintesi tra esigenze contrapposte.
Da un lato, quella di far quadrare a lungo termine i “conti previdenziali” dell’Ente (e la riforma ci assicura la previsione di sostenibilità 30ennale, richiesta per legge alle casse di previdenza dei liberi professionisti).
Le uscite previdenziali crescono per via dell’aumento della durata della vita media e per il naturale invecchiamento della popolazione, con contestuale peggioramento del rapporto attivi-pensionati (c.d. inverno demografico), mentre le difficoltà legate alla riduzione dei redditi della categoria, in atto da diversi anni, incidono sul sistema previdenziale diminuendo il gettito contributivo».
«Per gli iscritti dal 1° gennaio 2025, il diritto alla pensione di vecchiaia contributiva maturerà all’età di 70 anni, con almeno 5 anni di contributi versati, oppure all’età di 65 anni, ma con almeno 35 anni di contributi versati e un importo della pensione alla decorrenza che deve essere almeno pari al trattamento minimo vigente nell’anno.»
E se sarà inferiore al trattamento minimo vigente nell’anno … il nuovo iscritto dal 01.01.2025 dovrà continuare a lavorare e contribuire sino a raggiungere quella soglia!