LA STRETTA DELLA FED HA STRAVOLTO I MERCATI FINANZIARI. POLITICA DA FALCO.

LA STRETTA DELLA FED HA STRAVOLTO I MERCATI FINANZIARI. POLITICA DA FALCO.

Giannina Puddu, 1 marzo 2023.

L'attuale  stretta monetaria adottata dalla FED è la più aggressiva, registrata dagli anni '80.

Il tempo in cui i tassi di interesse viaggiavano a due cifre.

E succede che i titoli "privi di rischio" stiano pagando più dei  portafogli azionari o obbligazionari con il vantaggio della "diversificazione" che è andato, almeno provvisoriamente, a farsi benedire.

Questo anche con i  titoli del Tesoro a breve termine.

A fronte di questa atipica condizione, gli investitori si allontanano dal rischio e scelgono di non assumerlo con una rottura rispetto all'era post-crisi finanziaria.

Si è chiuso il capitolo dei tassi costantemente bassi fino a divenire negativi e con esso la spasmodica ricerca di investimenti speculativi con rendimento potenziale maggiore.

Andrew Sheets, alla guida degli strateghi di Morgan Stanley, in una nota inviata ai clienti, tra l'altro, ha scritto che Dopo un periodo di 15 anni spesso definito dall'intenso costo di detenere liquidità e non partecipare ai mercati, la politica aggressiva premia la cautela.

Vero, il rendimento dei buoni semestrali è salito oltre il 5% il 14 febbraio.

Un tasso altissimo che non impegna nel tempo e che, almeno in teoria, non espone al rischio.

Il rischio, in verità, si riflette ben più sulla politica americana che sta assumendo, verso gli investitori che comprano il suo debito, l'onere pesante di tale spesa per interessi e pare che non possa permetterselo.

Tutto è legato al futuro del dollaro come moneta di scambio commerciale internazionale.

Finchè il dollaro regge, difendendo il suo primato, il nuovo equilibrio instabile può reggere.

Vedremo...

Si osserva anche che i titoli a sei mesi offrono 4,5 punti percentuali in più nell'ultimo anno, con un rendimento di 1,25 punti percentuali in più rispetto ai 10 anni.

Questo non è tipico della sana gestione di un  debito pubblico.

Ma, serve ad attrarre capitali esteri che investono in dollari e che mantengono alta la sua quotazione e, dunque, la sua reputazione.

Il rafforzamento del dollaro è il frutto della guerra valutaria parallela all'azione militare in Ucraina.

Risponde a fini di carattere geopolitico e contro  le altre principali valute mondiali, in particolare contro l’euro e lo yuan renmimbi cinese.

Tant'è che Sheets, a fronte degli  alti tassi sui titoli del Tesoro a breve termine, delle ampie increspature che questi stanno determinando nei mercati finanziari, ha deciso di ridurre l'incentivo all' assunzione di maggiori rischi e ha aumentato i costi per gli investitori  che utilizzano la leva finanziaria, o debito.

Si scomette, ormai, su picchi sempre più alti del tasso ufficiale FED e si scappa dall'azionario e dall'obbligazionario incapaci di generare guadagno per premiare la  maggiore assunzione di rischio.
I dati forniti da Bloomberg confermano che la strategia 60/40 ha reso il 2,7% quest'anno, dopo il crollo del  17% nel 2022.
E' il calo più grande dal 2008.
Gli strateghi di Morgan Stanley ritengono che quanto sta accadendo sia il frutto di  una "Politica da falco".