LA SISTEMATICA AGGRESSIONE DELLO STATO ITALIANO ALLA SARDEGNA. UN BLITZ DI TROPPO. "Cando si tenet su bentu est prezisu bentulare."

Giannina Puddu, 5 luglio 2024.

Su L'Unione Sarda di oggi: "Eolico offshore, blitz di Stato a Portoscuso: task force ministeriale per il via libera al parco".

Leggendo, si apprende che a raggiungere il punto di ipotetica sede dell'impianto eolico offshore,  sarà Roberto Bardari, componente della Commissione PNRR - PNIEC e Commissario Referente per la procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale, in compagnia  di altri sette membri della task force ministeriale.

Caspita! Sono sbarcati in otto?!

O, ci sono anche altri al seguito?

Viene subito da chiedersi: li hanno chiamati o hanno deciso di loro sponte di attraversare il mare e di piombare su Portoscuso?

Certo, si capisce che raggiungere la Sardegna, a luglio, a spese e con onori di stato o di regione, sia una goduria unica.

Ed ancora: già che ci sono, si fermeranno per tutto il fine settimana o torneranno alla base finita l'"ispezione"? 

Ed infine: era strettamente necessaria la presenza fisica di tutta questa bella gente per ispezionare, in loco, l'area destinata al progetto del parco eolico flottante tra le coste di Portoscuso e Carloforte?

Lo Stato, ha già diversi battaglioni al suo servizo dislocati sul territorio sardo, l'intero apparato della Regione con tutti i suoi specialisti, Arpas, le capitanerie di Porto, altri  che costano un capitale e che possono riferire circa qualunque aspetto che possa destare l'ulteriore curiosità o l'interesse del ministero dell'Ambiente o della Commissione PNRR e PNIEC circa il sinistro progetto di cui sopra.

Questo "sbarco" appare, tra l'altro, come uno scivolone tattico-politico perchè non è un mistero il fatto che i sardi siano già abbastanza disturbati dall'assalto speculativo energetico alla loro Terra., da Nord a Sud, da Est a Ovest, su terra e su mare e che siano già pronti a lottare per fermarlo.

Questo arrivo somiglia troppo ad un atto di forza, una provocazione inopportuna in questo momento di alta tensione nell'isola e fa pensare ad uno scavalcamento a piè pari della classe politica isolana, come se non le si riconoscesse l'adeguatezza al ruolo e questo, di fatto resettandola, è molto grave.

L'anno scorso, sono tornata a vivere in Sardegna dopo 46 anni di vita milanese, perchè è la mia Terra, con il progetto di vivere qui, il mio secondo mezzo secolo....

Il mio ritorno è, purtroppo, traumatico, vivere qui, studiando e scrivendo per la gran parte del mio tempo, mi obbliga ad approfondire e, nel continuo approfondire facendo ricerche, mi sto rendendo conto di quanto sia discutibile l'atteggiamento dello Stato italiano verso la Mia Terra, come al tempo degli spagnoli o dei piemontesi, spazzati via.

Piovono centinatia di richieste di autorizzazione di "Parchi Eolici e Fotovoltaici", piovono espropri di proprietà private da parte di Società in pieno conflitto di interessi, si espone a gravissimo rischio  l' Habitat dei sardi. La Sardegna è cosparsa di servitù militari che bombardano coste, fondali e territori come fossero vecchi barattoli di latta, si vuole sventrare la terra per portare il metano di cui non ci frega nulla e che è pure di natura fossile, mentre  si dichiara di voler azzerare il fossile  per fare impianti ad energia pulita... Si legge del progetto di stoccare in Sardegna rifiuti radioattivi... La Sardegna ospita la Saras con il suo alto potere inquinante... La Sardegna ha il diritto di essere Zona Franca e, francamente, questa non si applica... La Sardegna paga le bollette elettriche più alte in Italia. La sua condizione di "insularità" non è mai stata compensata con provvedimenti adeguati!

I Diritti Umani Fondamentali, globalmente riconosciuti sono: libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all'oppressione.

Se un qualunque agricoltore sardo non è libero di coltivare, se gli viene espropriato il terreno e perde, con ciò, tutta la sua sicurezza e quella della sua famiglia, matura il Diritto alla resistenza contro l'Oppressione!

E, di vera "oppressione" si sta trattando, rafforzata dalla pubblicazione delle numerose ricerche scientifiche che dimostrano che i Parchi Eolici distruggono l'habitat in cui sono impiantati provocando dei veri "Disastri Ambientali" facendo crollare, miseramente, ogni pretesa di "pubblica utilità che è, invece, "pubblico danno".

Qualche esempio: https://www.windconcerns.com/6-studies-show-wind-turbines-destroy-habitat/

Evitando, per brevità, di elencare gli ulteriori disastri ambientali provocati durante l'estrazione delle materie prime necessarie al loro funzinamento.

E' corretto il proposito di emanciparci dall'uso delle materie prime di origine fossile e si può in vari modi, ma, non al costo di un nuovo Disastro Ambientale!

Vivendo una Sardegna che sembra aver fatto un viaggio indietro nel tempo, quello degli spagnoli, dei piemontesi  e dei feudatari,  è riemerso dalla mia memoria l’Inno “Su patriottu sardu a sos feudatarios”con il suo incipit indimenticabile "Procurade 'e moderare" (scritto in logudorese): Procurade 'e moderare, barones, sa tirannìa, Chi si no, pro vida mia, Torrades a pe' in terra! Declarada est ja sa gherra.  Contra de sa prepotentzia, E incomintzat sa passentzia  ln su populu a mancare.... (Cercate di moderare, baroni, la tirannia.  Altrimenti, per la mia vita,  Tornerete a piedi in terra! È già dichiarata la guerra contro la prepotenza, e incomincia la pazienza a mancare nel popolo.)

“Su patriottu sardu a sos feudatarios”, più noto come Procurade 'e Moderare,  scritto da Francesco Ignazio Mannu nel 1794 durante i moti rivoluzionari sardi, definito, storicamente, la "Marsigliese Sarda", si chiude con un esplicito invito all'azione rivolto ai sardi, semplice, diretto, efficace: "Cando si tenet su bentu est prezisu bentulare" (quando si leva il vento, bisogna trebbiare).

Durante il 1793 l’esercito repubblicano francese cercò di conquistare la Sardegna da Nord con truppe trasferite dalla Corsica, ma, nonostante la potenza militare della Francia fosse temuta in tutta Europa, l'esercito approntato dai sardi respinse l'attacco. 

Il re Vittorio Amedeo III di Savoia, pur avendo riconosciuto il merito dell'esercito sardo che aveva combattuto e vinto contro l'aggressore straniero, favorì i piemontesi, penalizzando i sardi.

Così che, la profonda delusione ed il malessere diffuso, causarono, poco dopo la cacciata dei francesi, i moti antifeudali che culminarono, il 28 Aprile 1794, con la  fuga del viceré di Sardegna e della sua corte, cacciati via anche loro.

Giovanni Maria Angioy

Scrisse Giovanni Maria Angioy, grande leader carismatico della rivolta: “Malgrado la cattiva amministrazione, l’insufficienza della popolazione e tutti gli intralci che ostacolano l’agricoltura, il commercio e l’industria, la Sardegna abbonda di tutto ció che è necessario per il nutrimento e la sussistenza dei suoi abitanti.

Se la Sardegna in uno stato di languore, senza governo, senza industria, dopo diversi secoli di disastri, possiede cosī grandi risorse, bisogna concludere che ben amministrata sarebbe uno degli stati piú ricchi d’Europa, e che gli antichi non hanno avuto torto a rappresentarcela come un paese celebre per la sua grandezza, per la sua popolazione e per l’abbondanza della sua produzione”.

Anche questo è in Sardegna, ancora così, nonostante tutto, come lo descrisse Angioy! 

E, in ciò sta la ragione per cui, a turno, le varie zecche si avvicinano per cercare di succhiarci il sangue. 

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