LA SCORCIATOIA DEL CONFLITTO INTERNO ALLA RUSSIA E' PERSA. PRIGOZHIN HA BATTUTO LA RITIRATA
Giannina Puddu, 25 giugno 2023.
Un memorabile e drammatico conflitto interno in Russia avrebbe fatto un gran comodo al gruppo dei nemici dichiarati della Russia, schierati con l'Ucraina.
E' così ovvio pensarlo che segue, immediatamente, la domanda logica su chi, come e quando, abbia influito sul signor Prigozhin da tempo fedele alleato di Putin, per ribaltarne la posizione trasformandolo in un nemico della Russia e di Putin.
Questa ipotesi è suffragata dall'estrema debolezza che caratterizza il "fronte occidentale" a causa del rischio crescente di impeachment per Biden che, nel momento in cui sarà decretato, avrà un fortissimo impatto geopolitico e, particolarmente, sul fronte ucraino.
Nel mutato contesto si "impone" l'urgenza di una scorciatoia per disintegrare la Federazione Russa in breve tempo e disarcionare il suo capo supremo, Putin, favorendo l'Ucraina e tutti i suoi sostenitori.
Come diceva il nostro Andreotti: "A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina."
E, si è vista l'applicazione del sistema già in uso, creando le condizioni per giustificare l'aggressione pronta e in programma.
La sera del 23 giugno, sono apparse diverse registrazioni audio sul canale Telegram del fondatore di Wagner Yevgeny Prigozhin che ha "denunciato" che le sue unità erano state attaccate dalle autorità militari russe che hanno negato, con vigore, l'addebito.
E, in effetti, che senso avrebbe un attacco russo ai compagni di battaglia della Wagner?
Sulla base della pubblica denuncia del 23 giugno, Prigozhin ha costruito il suo ammutinamento armato.
Il Servizio di Sicurezza Federale (FSB) ha subito messo in guardia i militari della Wagner, invitandoli anche a fermare l'azione aggressiva di Prigozhin.
Ieri, Putin ha fatto un discorso alla Nazione trasmesso dal servizio televisivo.
Ha descritto le azioni del gruppo Wagner come "ammutinamento armato" e "tradimento", prevedendo di assumere misure severe contro gli ammutinati.
Ancora ieri, il leader bielorusso Alexander Lukashenko, in coordinamento con Putin, ha chiamato Prigozhin a rapporto, forte della sua amicizia ventennale con il leader di Wagner.
Ovviamente, non sappiamo cosa si siano detti e da dire c'era veramente molto, soprattutto sulle ragioni del suo cambio di campo repentino e strano.
E' noto che abbiano concordato un piano di riduzione dell'escalation.
Dopo l'incontro, Prigozhin ha detto che PMC Wagner stava fermando il movimento dei suoi convogli che sembravano essere orientati verso Mosca, facendoli tornare indietro e tornando ai campi.
Quindi, l'azione è stata bloccata.
Intanto, era stato avviato un procedimento penale per incitamento a una ribellione armata contro Yevgeny Prigozhin.
La mediazione del leader bielorusso è passata perchè: “C'era un obiettivo più alto: evitare spargimenti di sangue, evitare scontri interni, evitare scontri con risultati imprevedibili.
È stato in nome di questi obiettivi che sono stati attuati gli sforzi di mediazione di Lukashenko."come riferito alla TASS dall'addetto stampa di Vladimir Putin.
I termini dell'accordo condotto da Lukashenko con Prigozhin sono stati definiti durante un colloquio serale tra i due capi di Stato:"è stato molto lungo, franco, caloroso e molto costruttivo".