La Russia tra speranze e incertezze

Un quadro sugli eventi più significativi degli ultimi giorni, per farsi un`idea su come la Russia stia affrontando la situazione economica attuale. Cominciamo con la la notizie positive. E` di ieri l`annuncio - riportato dal servizio federale delle statistiche Rosstat - che nel corso del 2011 l`inflazione in Russia è calata al 6,1%, il livello più basso mai registrato dal 1991, anno del crollo dell`Urss.

L`Associazione del settore Aeb ha invece comunicato che le vendite di auto sono balzate del 39% nel 2011 a oltre 2,65 milioni di unità. Il presidente di Aeb, David Thomas, ha inoltre definito il 2011 «un anno molto positivo» per il mercato dell`auto in Russia. 
 
A queste importanti notizie, ha fatto però da contraltare l`intervento del vicepremier Igor Secin, il quale ha affermato che rischierebbe di slittare, a causa della volatilità e dell`incertezza dei mercati, l`imponente programma di privatizzazioni russo varato dal governo nei mesi scorsi, che aveva l`obiettivo di incassare $40 miliardi vendendo - completamente o in parte - entro il 2014 compagnie come Rosneft e Transneft (petrolio), Alrosa (diamanti), Vtb Bank, Sovkomflot (società marittima), Rushydro (energia idroelettrica), Rzd (ferrovie) e Uralvagonzavod (vagoni e tank). 
Il vicepremier, che sovrintende al settore energetico, in una lettera inviata in dicembre al premier Putin avrebbe però consigliato - come rivelato dal quotidiano Kommersant - di non avere alcuna fretta nel privatizzare le maggiori compagnie energetiche, come Rosneft, Transneft, Rusydro e Fsk. Il suo ragionamento è semplice: non si può vendere a prezzi svantaggiosi, che non tengano conto del valore della quotazione iniziale e della successiva crescita.
Il maggior contributo delle privatizzazioni sarebbe dovuto arrivare da Rosneft, $6,5 miliardi nel 2012 (2/3 del totale previsto per quest`anno), ma ieri il valore di un`azione del colosso petrolifero era di $7,2, contro i 7,5 dell`Ipo del 2006 e i 10,2-10,8 dlr ritenuti un valore adeguato da Secin.
Putin, secondo il Kommersant, avrebbe quindi chiesto al ministero dello sviluppo economico di tener presenti le osservazioni di Secin in vista della prossima riunione ministeriale sulle privatizzazioni, prevista per il 17 febbraio. La previsione per il 2013 e il 2014 era quella di incassare rispettivamente $12,5 e 15,6 miliardi.
La crisi dei mercati si era però già ripercossa sul programma iniziale delle privatizzazioni: Sberbank, che lo scorso agosto era scivolata di circa il 20% nell`indice Micex, aveva rinviato il piazzamento del 7,6% di azioni preannunciato tra settembre e ottobre scorsi.
A questo, si aggiunge oggi la notizia - riferita dall`agenzia Itar-Tass, che cita la Banca centrale russa - secondo cui nel 2011 la fuga netta dei capitali privati dalla Russia è stata di $84,2 miliardi. Soltanto nell`ultimo trimestre dello scorso anno, sono stati trasferiti all`estero $37,8 miliardi.
Con le elezioni sempre più vicine - e con un occhio alla situazione in Iran - le intenzioni dell`attuale governo rimangono piuttosto indecifrabili, come dimostrano le recenti esternazioni di Putin.
Il premier ha dichiarato che il suo obiettivo, qualora venisse rieletto il prossimo 4 marzo, sarebbe quello di portare il bilancio statale in pareggio entro il 2015: «Il bilancio del Paese deve essere stabile e ben equilibrato e dobbiamo ottenere questo obiettivo senza aumentare il carico tributario ma diversificando e rafforzando la stabilità dell`economia». Il capo del governo promette anche di creare «tutte le condizioni necessarie per incentivare l`iniziativa privata». «Aiuteremo il business portando avanti la nostra offensiva contro le barriere amministrative, svilupperemo e garantiremo le libertà imprenditoriali», si legge nel programma. Ultimo obiettivo è infine quello di aumentare il livello degli investimenti al 25% del Pil entro il 2015, contro l`attuale 20%.
Non ci resta che aspettare.
 
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