LA REGGIA DEI GIUDICI DI ARBOREA DEVE TORNARE ALLA LEGITTIMA PROPRIETA' DELLA REGIONE E, DUNQUE, DELLA CITTÀ DI ORISTANO

LA REGGIA DEI GIUDICI DI ARBOREA DEVE TORNARE ALLA LEGITTIMA PROPRIETA' DELLA REGIONE E, DUNQUE,  DELLA CITTÀ DI  ORISTANO
Marco Piras, Presidente dell'Associazione "Oristano Nascosta"

Cagliari, 19 aprile 2025. Di Elia Sanna

Giù le mani dall’ex carcere di Oristano che fu la Reggia dei Giudici di Arborea.

L’edificio insieme all’interno complesso deve ritornare tra i beni della Regione e trasferito al Comune di Oristano.

Nel 2013 il ministero della Giustizia dismise il carcere e lo trasferì nel nuovo complesso di Massama, fuori città.

In quel momento cessò le sue funzioni e come prevede lo Statuto Sardo (articolo 14), la proprietà di quel bene deve passare alla Regione Sardegna.

Un recentissimo accordo tra Demanio regionale e Prefettura, ha previsto il trasferimento della Prefettura all’interno dell’ex carcere, con l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica, chiudendo la locazione passiva di via Beatrice d'Arborea, dell’attuale sede dell’ufficio periferico dello Stato, con un risparmio annuo di circa 248 mila euro.

Per poterlo rendere operativo è stato anche già predisposto un concorso di idee per la sua riqualificazione per il quale sono state individuate anche le risorse, massimo 22.500.000 euro. Una cifra enorme che fa sorridere l’ipotesi di spending review.

Ma gran parte dei cittadini sono contrari a quel progetto e più voci sostengono che la reggia dei Giudici di Arborea, che nel passato ospitò l’ex carcere di Oristano, deve tornare alla città e all’intera Sardegna.

Non può diventare la semplice sede di un ufficio dello Stato come la Prefettura o il Demanio.

Ciò che oggi resta di quel periodo storico degli Arborea è infatti ancora tutto da scoprire e quella riqualificazione rischierebbe di cancellare una parte della memoria di una città e di un glorioso regno”.

Il messaggio è stato lanciato in un recente convegno svoltosi nell’Hospitalis Sancti Antoni a cura dell’associazione culturale “Oristano nascosta”, da anni impegnato nella valorizzazione dei tesori che ospita il sottosuolo della città.

“Noi lottiamo affinché l’ex reggia ritorni alla città, ai cittadini e ai sardi per il valore simbolico, storico e identitario che quel bene rappresenta” ha dichiarato Marco Piras, presidente dell’associazione.

“L’ipotesi di trasformare un palazzotto dell’800, che si è sovrapposto ai resti dell’antica reggia, per poi vederlo trasformare in uffici della Prefettura, francamente ci inorridisce e ci spaventa, perché questo significherebbe, architettonicamente parlando, “tombare” i resti dell’antica Reggia.

Si rispetti la legge che prevede l’acquisizione del bene, c’è una soluzione alternativa per i nuovi uffici della prefettura” ha spiegato Piras.

“Prima di tutto c’è da acquisire la reggia al patrimonio regionale e conseguentemente fare in modo che il Comune diventi il nuovo proprietario.

Ogni altro discorso arriva in un secondo momento, compreso quello del restauro.

Come si può fare un concorso di idee per uno stabile di cui non si conoscono bene alcune parti, che però sono documentati come o sotterranei della ex Reggia, in base a quali planimetrie?

Dobbiamo dare un futuro all’edificio che sia legato alla propria storia e non che diventi un anonimo edificio per la burocrazia dello Stato”.  

Anche Franciscu Sedda, semiologo e docente all’Università di Cagliari ha le idee chiare in proposito: “Bisogna riacquisire questo bene al patrimonio della Sardegna, farlo tornare ad essere un bene identitario.

Occorre investirci su e bisogna prima di tutto liberarlo dalle incrostazioni, curarlo, studiarlo.

Cosa troveremo dentro o sotto?

Ma non è detto che occorra trovare cose eclatanti, anche ritrovare per esempio, i resti di un pasto, già quello ti apre un barlume su cosa era la vita in quel periodo del Medioevo.

Per chi ama la Sardegna e la sua storia, anche scoprire quale fu il banchetto del sovrano più grande che abbiamo avuto, ti fa trovare un sentimento di riconnessione con la tua storia.

Bisogna fare in modo che quel luogo venga conosciuto, in tutte le sue parti, vanno recuperate tutte le informazioni e le conoscenze per rischiarare uno dei capitoli più importanti della nostra storia.

Se noi non ci prendiamo cura di quel luogo vuole dire che non ci interessa della nostra storia” ha concluso Sedda.

“Occorre creare le condizioni affinché quel bene venga riutilizzato, le alternative ci sono, spero che sia entrato nei vostri cuori: la reggia è uno di quel simboli che oltre a dirci qualcosa sul passato può parlarci anche del futuro della Sardegna”. 

Due ex Sindaci di Oristano, Guido Tendas e Pietro Arca, hanno più volte sollecitato i rappresentanti della Regione ad applicare le norme previste dallo Statuto sardo.

“La reggia di piazza Manno deve tornare al Comune e dunque alla città di Oristano” ha ribadito Tendas, “come affermato dai presidenti della Regione a partire da Ugo Cappellacci sino a Francesco Pigliaru.

Inoltre, il mutamento della destinazione d’uso dell’ex carcere in uffici contrasta con lo Statuto regionale.

L’attuale proposta di realizzare in quell’edificio gli uffici della prefettura contrasta con la destinazione di quell’edificio storico, vincolato e sotto la giurisdizione della Soprintendenza per i beni architettonici per l’interesse storico e artistico.

Queste finalità culturali sono state peraltro doverosamente fatte proprie dal Piano particolareggiato del centro storico approvato durante il mio mandato.

Per arrivare fino in fondo sarà necessario che il Consiglio comunale approvi una apposita variante urbanistica. Cosa non scontata”. 

Pietro Arca, uno dei pochi Sindaci che ha visitato i sotterranei dell’ex regia, ha chiesto all’attuale sindaco Massimiliano Sanna e all’assessore Luca Faedda che si convochi il Consiglio e si decida di acquisire il bene.

“Di questo scrigno che esiste sotto la nostra città, se ne parla anche nello statuto comunale: “il bene dei Giudici e patrimonio della città e della Sardegna.

I soldi per acquisirlo si trovano”, ha messo in evidenza Arca.

“Ci sono altre soluzioni per trovare una sede alla Prefettura.

Ne cito uno in particolare, l’ex Rud di viale Repubblica, un ettaro circa, dove oggi ci sono solo tre militari; può passare al patrimonio della città.

Lo Stato lo restituisca al Comune noi e li possiamo realizzare la Prefettura e l’ufficio del Demanio”.

“L'ex carcere di piazza Manno a Oristano, dopo il trasferimento dei detenuti nel nuovo penitenziario della frazione di Massama, deve passare dallo Stato alla Regione, ai sensi dell'articolo 14 dello statuto sardo”.

Lo aveva chiesto anni fa, quando era consigliere regionale, ed ex assessore dell’Urbanistica, Gian Valerio Sanna, in un'interrogazione, in cui contestava alla Giunta di non aver risposto a una sua precedente interrogazione del 2 settembre 2011 sulla mancata acquisizione non solo dell'ormai ex carcere ma anche dell'ex distretto militare. 

Come possiamo approfondire l’argomento se l’ex reggia giudicale continua ad appartenere al Ministero?”, ha sottolineato Gian Valerio Sanna, ex assessore regionale dell’Urbanistica.

“Le norme dicono che i beni statali restano allo Stato finché duri il suo utilizzo: finito quel compito transita alla Regione.

L’ex carcere è già della Regione dal 2016, sollecitata per l’acquisizione anche con lettere inviate dal Comune, ma non c’era ancora il decreto.

Quindi, cosa bisogna fare?

Invece di aspettare e creare conflitti occorre avanzare i nostri diritti.

Allo Stato va chiesto il passaggio dell’ex carcere alla Regione e poi, con un progetto ben definito, il bene va dato al Comune.

Ma la Prefettura si è messa in mezzo arbitrariamente” ha commentato Sanna.

“Devo ricordare come questo bene fosse è già a disposizione della Regione.

Nel Piano paesaggistico regionale, infatti, tra gli elenchi dei beni di valore storico, la Reggia fa parte di altri 1297 beni da tutelare, e questo è certificato nei documenti a pagina 75.

Come mai, allora, abbiamo perso tutto questo tempo?

La giunta regionale deve richiamare lo Stato ai suoi doveri.

Il denaro, in questo caso, non può essere un ostacolo, il bene va riportato alla cultura e alla storia della città”.

Anche la politica comunale, sia della maggioranza che della minoranza è contraria al progetto che è stato accettato anche dal Sindaco Sanna.  

I consiglieri di minoranza Francesca Marchi, Carla Della Volpe, Massimiliano Daga, Maria Speranza Perra, Francesco Federico, Maria Obinu, Giuseppe Obinu e Umberto Marcoli: hanno ribadito alcuni giorni fa: “Riteniamo, come abbiamo già avuto modo di affermare in passato, che la scelta di lasciare che la reggia giudicale non venga restituita alla città sia profondamente sbagliata e lesiva del valore storico, identitario e culturale di uno dei luoghi storicamente più significativi di Oristano.

La reggia giudicale rappresenta un simbolo non solo della storia cittadina ma dell’intera Sardegna: destinarla ad uffici amministrativi snaturerà la sua funzione, compromettendo irrimediabilmente la possibilità che venga restituita alla comunità come spazio culturale, museale, turistico.

La reggia merita un progetto di valorizzazione all’altezza della sua storia, in grado di restituire dignità e visibilità a un monumento troppo a lungo trascurato”. 

Tesi dell’opposizione ribadita anche da una parte della maggioranza che fa riferimento a FI.

Gianfranco Licheri, Paolo Angioi, Davide Tatti, Valeria Carta in un documento, sottoscritto come il precedente anche dall’ex capogruppo Gigi Mureddu, “rinnovano l'invito, non ancora recepito, al Sindaco Massimiliano Sanna, ad aprire un tavolo di confronto costruttivo nell'ottica di dare un netto cambio di passo nell'azione di governo della città. Diciamo “si” che il patrimonio della reggia degli Arborea torni alla città e al recupero comunale”.

Proprio ieri, 18 aprile 2025, il sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, ha chiesto alla presidente della Regione Alessandra Todde, di avviare le pratiche per esercitare il diritto alla titolarità del complesso storico.

“Ribadiamo una richiesta sostenuta più volte, ma che non ha mai sortito effetto” ha  spiegato il Sindaco Sanna che ha scritto nuovamente al Presidente della Regione, agli assessori regionali e ai presidenti delle Commissioni consiliari competenti per chiedere alla Regione di esercitare il diritto alla titolarità del complesso storico.

“Personalmente mi sono sempre battuto per rivendicare la titolarità della Reggia per un utilizzo esclusivo a fini culturali.

Il Comune è stato tutt’altro che passivo nel corso degli anni, si è battuto e ha rivendicato la titolarità del bene che ancora oggi è di proprietà del Demanio.

Riteniamo sempre che la soluzione migliore per tutti sia l’assegnazione al Comune, ma solo in presenza di un accordo di tutti i soggetti istituzionali coinvolti e con la conseguente disponibilità finanziaria necessaria a un plausibile progetto di recupero e di valorizzazione.

Non possiamo stare inerti e indifferenti di fronte al decadimento di un patrimonio culturale, identitario e storico tanto importante che appartiene all’intera Sardegna.

Non lo possiamo accettare e pertanto è assolutamente necessario una sua valorizzazione e riqualificazione per restituirlo a una città che attende la sua disponibilità”.