La proposta: vendere parte delle riserve auree per rilanciare l`economia

Il Governo, in questi giorni, si sta scervellando per trovare la copertura necessaria a garantire l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa e per scongiurare l’ulteriore aumento dell’IVA, misure fondamentali per evitare il tracollo del potere di acquisto delle famiglie e, con esso, dell’intera economia, nonché, questione di estrema rilevanza, per avviare una seria politica di investimento e di rilancio occupazionale.

In una situazione di emergenza come quella attuale, il reperimento di risorse funzionali alla ripresa economica dovrebbe passare principalmente da due direzioni.

La prime è l’adempimento delle richieste del Governo Elvetico, attraverso la riapertura della trattativa fiscale tra Italia e Svizzera per la regolarizzazione dei depositi in nero nelle casseforti delle banche elvetiche (il cui ammontare è stimato in un range da 130 a 150 miliardi di euro).

Il modello di accordo potrebbe essere quello già stipulato nell’agosto 2011 tra Svizzera e Germania, che Adusbef e Federconsumatori hanno analizzato attentamente.

La soluzione ideale sarebbe quella di un pagamento forfettario una tantum (denominato “imposta liberatoria retroattiva”) con un’aliquota media del 25% per sanare la posizione in essere depositata nelle banche elvetiche non dichiarata al fisco di residenza.

Grazie ad un accordo simile, lo Stato Italiano incasserebbe circa 32,5 miliardi di euro, con un incasso annuo a regime stimato intorno ai 3 miliardi di euro.

La seconda è la vendita di almeno il 10-15% delle riserve auree, grazie alla quale lo Stato incasserebbe ben 10,5 miliardi di Euro (alle odierne quotazioni).

“Sono queste le operazioni fondamentali in grado di dare un nuovo impulso all’economia del nostro Paese.” – dichiarano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti.

Dall’avvio congiunto di tali manovre, infatti, vi sarebbe un incasso immediato di 43 miliardi di euro da impiegare per il rilancio del potere di acquisto delle famiglie e per la ripresa economica del Paese:

-       da un lato, infatti, vi sarebbero le  risorse per un’immediata eliminazione dell’IMU sulla prima casa e dell’aumento dell’IVA al 22%;

-       dall’altro, questione fondamentale, si disporrebbe di fondi da impiegare categoricamente per gli investimenti in sviluppo e ricerca e per interventi di modernizzazione e riqualificazione, dando così risposte efficaci alla grave crisi occupazionale che investe il Paese, soprattutto quella giovanile che ha raggiunto il 40%.

A cura di Federconsumatori

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