La proposta anti-crisi del presidente di Assofinance ``Ricompriamo il nostro debito tramite l`istituzione di un fondo`` (video)

di Giannina Puddu, presidente Assofinance. Giuliano Melani, cittadino italiano che non aspetta la manna dal cielo ma si rimbocca le maniche per dare il suo contributo al suo paese, già solo per questo, merita che gli venga dedicata una piazza di Milano o Roma. Lo merita in ogni caso al di là dei risultati che il suo gesto potrà produrre.

La proposta anti-crisi del presidente di Assofinance ``Ricompriamo il nostro debito tramite l`istituzione di un fondo`` (video)

Quando mi hanno raccontato la sua iniziativa ho avuto un sobbalzo perché mentre Melani progettava di far uscire la sua pagina venerdì 4 novembre u.s., lunedì 31 novembre avevo lanciato la stessa idea di Melani all’ing. Alfonso Scarano, stimato amico analista finanziario e scoio AIAF.

Ancora lo stesso giorno, durante una chiacchierata con l’amica Antonella Simone, analista finanziario AIAF anche lei , consulente aziendale e docente IPSOA, avevo ipotizzato la stessa soluzione di Melani.
 
Melani mi ha battuto sul tempo perché mi serviva più tempo per “finalizzare” la proposta affinchè l’ennesimo sforzo chiesto ai cittadini italiani fosse privato del rischio di essere l’ennesimo sforzo inutile.
 
In assoluto, l’idea di Melani è corretta perché le famiglie italiane hanno un debito pubblico pari a circa 1900 miliardi ma anche ricchezza pari a circa 9000 miliardi..
 
Gli italiani possono accollarsi il loro debito pubblico.
 
E’ anche necessario che lo facciano per evitare che, invece, intervengano i cinesi, gli indiani o i russi o chissà chi…
 
La ragione semplice è: chi paga comanda quindi è meglio che a pagare siamo noi per continuare a comandare in casa nostra!
 
C’è una seconda ragione fondamentale. 
Mentre lo “spread” continua a salire l’Italia riceve un ultimatum dalla UE che il CORRIERE DELLA SERA DI OGGI in prima pagina sintetizza con il titolo:
 
ITALIA IN SITUAZIONE DRAMMATICA dovete rassicurare i mercati.
 
Anche il Corriere, quotidiano storico e storia di eccellenza, contribuisce, con questo titolo, alla veicolazione del pensiero collettivo affinchè il “pensiero collettivo” produca  un’unica elaborazione intellettuale secondo la quale il nostro paese avrebbe , innanzitutto, l’obbligo di rassicurare i mercati.
L’assioma è che i mercati, intesi come mercati finanziari, assumono il ruolo di ispiratori, conduttori, primus inter pares, delle politiche economiche e sociali degli stati. Questo perché la questione non riguarda solo noi; ha già toccato l’Irlanda, l’Islanda, il Portogallo, la Grecia, la Spagna e verrebbe anche il turno della Francia e della Germania anche se così spocchiosette…
Dovremmo, insomma, piegarci ai dictat dei mercati ed eseguire precisi ordini,  per evitare che i mercati ci castighino con la minaccia di default ben supportati, si sa, dalle ormai note agenzie di rating che, finanziate all’uopo mi domando da chi (?), elaborano declassamenti statali all’unisono. 
 
L’assioma va sostituito, il pensiero collettivo dovrà cercare e trovare un nuovo indirizzo ed una nuova elaborazione.
 
La Finanza conduce i giochi, non solo in Italia ma in tutto l’Occidente perché  la vecchia ideologia è morta e i politici, ovunque, sono disorientati. Sia a destra che a sinistra la classe politica non ha più padri ispiratori; il pensiero dei vecchi padri, pur nel rimpianto, appare chiaramente superato dal nuovo disordine  economico imposto dalla globalizzazione. Il “disordine” è tipico dei cambiamenti epocali; il “disordine”, anche in natura, si colloca a cavallo tra una vecchia era che si lascia alle spalle ed una nuova era che si impone. Dopo il “disordine”, la natura, attraverso le sue regole, attraverso le sue dinamiche, determina il suo nuovo “ordine”, rifioriscono i campi sopra le rovine, gli animali vecchi e nuovi tornano a popolare le terre, a moltiplicarsi, a nutrirsi e prosperare in un nuovo equilibrio di straordinaria bellezza. La politica occidentale sta attraversando la sua fase di “disordine”, la sua fase di cambiamento epocale introdotta dalla globalizzazione e da internet. Quando scrivevano i vecchi padri del pensiero occidentale il mondo era profondamente diverso e, ancora, il pensiero dei nuovi padri non c’è, non si legge.  Quindi,  alla politica manca il “pensiero di riferimento” e, quindi,  la strategia, un fine politico da perseguire e nel vuoto teorico, filosofico ed economico, la finanza si è insediata appropriandosi di uno spazio immenso. 
 
Ma,  tornando a casa nostra e riprendendo Melani il grande, cosa possiamo fare?
 
Dobbiamo presidiare il nostro territorio ed assicurarci il governo del nostro futuro.
E’ un obbligo per un grande popolo come il nostro e ciò non significa isolamento nazionale o indebolimento della visione europeista.
Viceversa, l’Europa potrà essere più forte se avrà in sé paesi più forti a partire dall’Italia che è la nostra priorità.
 
La proposta di Melani dovrebbe essere accolta ma finalizzata.
 
L’acquisto dei nostri titoli di stato non deve essere fatto alla spicciolata, ognuno presso la sua banca, nell’anonimato più assoluto ed in solitario ognuno per sé.
 
Perché se acquistassimo i nostri titoli con questa modalità non avremmo, come popolo, la garanzia del giusto potere contrattuale.
Sarebbe un bel gesto patriottico e poco più.
Invece abbiamo bisogno di superare il problema del nostro debito, di buttarci alle spalle il rischio di default, di far ripartire la nostra economia con una ripresa che abbia prospettiva lunga, una ripresa che inizi adesso e  duri nei prossimi decenni.
Desideriamo anche toglierci la soddisfazione di spuntare i denti della speculazione finanziaria internazionale liberandoci dalla  sua morsa  divenendo noi stessi creditori esclusivi del nostro paese.
 
Parlo del potere contrattuale dei cittadini italiani che stanno coltivando il proposito di comprare titoli di stato, ma verso quale controparte?
 
La classe politica.
 
La classe politica che ha dimenticato di essere “delegata” dal popolo alla guida del paese.
 
Un po’ come l’azionista di una società delega l’amministratore alla diligente conduzione degli affari della sua azienda.
 
Il punto è che in Italia, con questa pessima legge elettorale, i cittadini italiani/azionisti hanno perso totalmente il controllo. 
 
La nostra priorità è il controllo. Ieri sera, a Ballarò, Lucia Annunziata ha esposto un suo accorato appello affinchè prima di programmare nuove elezioni politiche sia riscritta la legge elettorale perché i nostri parlamentari, uno ad uno, dobbiamo poterli scegliere e nominare noi che siamo il popolo italiano.
 
La politica sta già cercando, con le motivazioni più disparate e creative, di costringerci a tornare a votare senza una legge elettorale adeguata. Perché? Perché questa classe politica, tutta, teme, fortemente, il rischio di essere spazzata via dal voto popolare sole se il popolo avesse veramente, grazie ad una sana legge elettorale, il potere di scegliere i suoi rappresentanti.
 
In questo senso tutta la nostra speranza è riposta nelle mani del nostro Presidente della Repubblica, lui si “primus inter pares” perché intervenga, con qualunque modalità, perché non si trascini il paese al voto con questa vergognosa e antidemocratica legge elettorale.
 
Gli italiani, moltissimi italiani, a Milano ogni persona che incontro, e ne incontro parecchie ogni giorno, non si fidano più dell’attuale nomenclatura politica.
Abbiamo bisogno di cambiare le facce e le teste. Sempre le stesse da troppi anni e con risultati, per il nostro paese, drammaticamente scadenti.
 
Berlusconi è solo il nome più in vista ma non è il problema. E’ solo una parte del problema.
 
Come pure il Governo attuale, non è il problema ma è solo una parte del problema.
Non pensino i leader della sinistra di essere stati percepiti all’estero (data la loro sensibilità esterofila) come grandi statisti o leader carismatici, costruttivi e affidabili per aver ripetuto fino alla nausea solo o quasi Berlusconi vattene…
 
Abbiamo bisogno di una nuova legge elettorale che ci consenta di scegliere i nostri  nuovi amministratori  perché con questi abbiamo  l’opportunità di siglare il nostro patto per il futuro dell’Italia.
 
Ognuno di noi potrebbe dire: compro titoli italiani a condizione che…
 
A questo punto Matteo Renzi “rottamatore” a sinistra, dovrebbe rimboccarsi le maniche e passare dalla rottamazione all’opera di ricostruzione nella ricerca dei nuovi candidati politici della sua area perché vorremmo iniziare a conoscerli.  Che si usino le TV locali e la rete visto che sulle TV  nazionali imperversa, e non per caso,  solo e soltanto il passato e ci è venuto un terribile dolore al collo a furia di essere costretti a guardarci indietro anziché poter lanciare il nostro sguardo avanti.
 
Anche sul fronte destro dovrebbe apparirci pari attore – rottamatore con pari impegno.
 
La proposta
 
Create le condizioni per poterci confrontare e poterci impegnare con una nuova controparte affidabile noi cittadini potremmo far confluire le nostre sottoscrizioni di titoli di stato, fino ad esaurimento, attraverso un fondo comune il cui gestore o team di gestori abbia il compito di rappresentare i cittadini/sottoscrittori al cospetto della nuova classe politica.
Il fondo avrebbe una forza contrattuale imponente in quanto sommatoria della volontà di tutti i cittadini aderenti all’invito di Melani.
 
Il rappresentante del fondo dovrebbe interagire, sistematicamente, con il nuovo ministro del tesoro e delle finanze e con il nuovo presidente del consiglio. Il fondo dovrebbe rappresentare la volontà degli aderenti i quali, in cambio del sostegno finanziario offerto al paese, dovrebbero ottenere garanzia di buon governo delle finanze pubbliche e garanzia di ripresa economica.
 
Il fondo, grazie alla sua strutturale capacità di accogliere quantità di danaro immense, potrebbe garantire ad ogni cittadino aderente il potere contrattuale indispensabile affinchè il gesto patriottico produca anche e soprattutto un risultato concreto, tangibile per la nostra ripresa economica. 
 
Detto in altri termini: se comprassimo, da soli, btp, cct o bot per aiutare il nostro paese, essendo soli con i nostri soldi così impiegati non avremmo nessuna garanzia di buon governo.  Non l’avrebbe neanche un signor Brambilla che comprasse btp per 5 o 10 milioni di euro perché comunque sarebbero briciole nell’oceano del nostro debito e quindi non avrebbe titolo per pretendere alcunché..
 
Il fondo, invece, data la sua dimensione imponente  avrebbe  la forza di influire e controllare per ottenere il buon governo della finanza pubblica che dovrebbe partire dal drastico e impietoso taglio degli sprechi. 
 
Questo taglio impietoso allo spreco della cosa pubblica colpirà un congruo numero di cittadini abituati ad un alto tenore di vita finanziato nel disprezzo della cosa pubblica.
 
Si preparino, questi cittadini, perché, non solo non possiamo più permetterci di gettare le risorse del nostro paese per comprare le borse di Hermes alle loro signore ma non si deve più fare perché antieconomico, scorretto,   immorale.
Grazie alla sana ripresa economica, si creeranno nuove opportunità per tutti e per i più capaci, che potranno mettersi diligentemente all’opera, tornerà, anche, se ci tengono così tanto, l’opportunità di comprare nuove borse di Hermes.
 
Il nostro fondo italiano salva stato dovrebbe essere creato, ad hoc, ex novo con questa specifica finalità. 
 
Ci sarà, io credo,  una SGR interessata e disposta ad assumere una tale responsabilità politica e sociale.
 
Ci saranno, forse, più SGR interessate. 
 
Si tratterà di scegliere sulla base delle competenze, delle garanzie di professionalità, economicità e trasparenza.
 
Si porrà anche la questione del buon governo del fondo e della rappresentanza del fondo per evitare e prevenire abusi ma, un problema alla volta e, certamente, nel nostro paese non mancano le competenze per dipanare la nuova matassa.
 
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CI SCUSIAMO PER LA REALIZZAZIONE VIDEO POCO ELABORATA E DEI RUMORI DI SOTTOFONDO, MA SI E` TRATTATO DI UN DISCORSO DETTATO DALL`URGENZA DEL CONTESTO

 

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