La politica commerciale di Trump sta (finora) creando solo volatilità
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Milano, 24 febbraio 2025. Di GraniteShares Research.
A Donald Trump piace usare i dazi come strumento di negoziazione.
L’ha fatto nel suo primo mandato e lo sta facendo ora.
Per esempio, ha deciso di imporre dazi del 25% sulle importazioni canadesi e messicane, a meno che i rispettivi governi non accettassero di affrontare le questioni della sicurezza del confine.
Questi hanno accettato e i dazi, nel corso di una giornata, sono stati rinviati fino a marzo.
Tuttavia, è difficile capire quale sia il piano politico a lungo termine.
Lasciando da parte la politica, questa situazione rende difficile, dal punto di vista dei mercati finanziari, valutare le potenziali ripercussioni economiche.
I prezzi azionari hanno subito oscillazioni considerevoli mentre si consideravano fattori come la pressione inflazionistica a breve termine, la minaccia di un rallentamento economico e l’aumento dei rischi geopolitici.
Ma se queste “mini-guerre” commerciali dovessero concludersi in 24 ore, servirebbero solo ad aumentare la volatilità a breve termine, per poi far riprendere le condizioni di mercato originarie.
Pur aspettandoci che l’incertezza che circonda l’ambiente commerciale globale continui a innescare fasi di volatilità accentuata, riteniamo che la reazione dei mercati a ulteriori dinamiche “minaccia / revoca” potrebbe progressivamente ridursi.
Per formulare valutazioni più definitive saranno necessari ancora un paio di mesi, almeno, ma oggi possiamo dire che, se i dazi si confermassero misure transitorie, il rischio inflazionistico sarebbe inferiore rispetto ai timori degli investitori e l’eventuale impatto negativo sulla crescita economica sarebbe contenuto, preservando il potere d’acquisto dei consumatori nel lungo periodo.