La pioggia, il Salone, la noia, le opportunità da cogliere e non colte…..

Oggi è per me una giornata strana. Sono molto confusa e non riesco ad orientarmi. Ascolto per radio in macchina la Camusso che mi nausea con i suoi inviti al vecchio mondo e non ho ben capito che mestiere faccia,

La pioggia, il Salone, la noia, le opportunità da cogliere e non colte…..

c’è una pioggia noiosa che rende uggioso anche l’umore e sulle altre frequenze mi imbatto nei tipi della Lega che difendono l’indefendibile solo perché gli accusatori sono peggio di loro. E senz’altro non sono migliori, ma mi chiedo per quanto tempo ancora tutti i protagonisti e fautori degli attuali drammi del nostro Paese pensano di poter parlare come l’uomo della strada che per caso passava dal Parlamento quando qualcun altro da lì stava saccheggiando la nazione. Finalmente parcheggio.
Giro per la mia Università in attesa che inizi in aula magna la conferenza del Salone del Risparmio a cui mi sono iscritta, un po’ scettica.


Guardo i volti in giro e leggo negli sguardi che incrocio una certa noia e anche un po’ di rassegnazione perché forse nemmeno questo evento ha portato notizie di cambiamenti eclatanti e di grosse opportunità.
A me tutto appare desueto e molto inutile. Improvvisamente arrivano orde di ragazzine delle scuole superiori, guidati da sorte di mandriani che li trascinano da uno stand all’altro, credo con l’intenzione di far loro vedere il Salone e l’Università, cercando di ingenerare chissà quali ambizioni e future rette. In realtà sono tutti presi dalla frenesia dei gadget (credo che il più gettonato sia stato un evidenziatore a forma di stella con  punte multiple, molto colorato e originale). Gli unici visi sorridenti e divertiti con sguardi disullisi e consapevoli.
 Il Salone e i giovani : un mondo vecchio vechio come il cucco e una risorsa di poteziale ricchezza da indirizzare su terreni produttivi.

Faccio un giro in libreria, da cui esco sempre con qualche nuovo testo in mano e finalmente inzia la mia conferenza: Amy Domini e il suo indice etico. Temevo si parlasse ancora una volta di responsabilità sociale di impresa come ne ho sempre sentito parlare, cioè, detto in estrema sintesi, come una scusa per cercare di ottenere fondi europei.  Da qui il mio confesso scetticismo al momento dell’iscrizione. Però, questa volta la relatrice è una donna e viene dall’America. Due elementi di novità che mi hanno spinta comunque a partecipare e a coltivare la recondita speranza di imparare qualcosa di nuovo e cogliere spiunti per nuovi elementi per la valutazione d’azienda e il rischio credito, la mia materia professionale.
Ebbene, meravigliosa! Mi riconcilio con il Salone e la sua iniziativa.

La signora Domini è stata indicata dal Time come una delle 100 persone più infliuenti al mondo . A lei Coca Cola dà contezza sull’uso delle lattine e la Procter & Gamble ha rivisto, su sua sollecitazione, il sistema di produzione e distribuzione del caffè. Tutto questo Coca Cola & Co.  insieme alle altre multinazionali, lo hanno fatto per convenienza economica, mentre la Domini è riuscita a basare la convenienza economica di  queste potentissime multinazionali su un sistema di sostenibilità e responsabilità sociale. L`indice Domini è stato creato nel Maggio 1990 ed è oggi il riferimento per le scelte dei fondi etici, la cui etica deriva dalle scelte di governace socialmente responsabile che società ed investitori fanno.  E` uno degli standard più diffusi ed accreditati negli Stati Uniti che segnala ai mercati finanziari la responsabilità sociale delle imprese che vi appartengono, fornendo indicazioni importanti per la scelta d`investimento di  questi fondi, i quali ricevono come mandato dai propri investitori quello di scegliere imprese socialmente responsabili.

La Domini ha spiegato molto bene come il criterio guida nella selezione delle società  sia la coerenza della governance.  E  questa dichiarazione è stata musica per le mie orecchie! Sono ormai un bel po’ di anni che predico nelle aule che la redditività di un’impresa può derivare solo dalla coerenza con la sua mission, che il ciclo attivo e il cash flow operativo sono i cardini che reggono tutta l’impresa e che i processi di gestione vischiosi sono la causa principale di cash drain, che la governance è l’indicatore di profittabilità migliore che esista  e non c’è ROE che tenga. La signora Domini, con molta più autorevolezza e fama , ha mostrato grafici, tabelle e performance dei suoi fondi etici che finalmente oggi spostano cifre talmente importanti che le multinazionali prendono appunti quando lei telefona o scrive mail per chiedere informazioni sulla loro condotta  nella produzione o nella filiera.
<<La legislazione è enormemente importante per creare il giusto contesto (consentitemi un altro moto d’orgoglio, per aver messo in luce, con convinzione, questo aspetto come presupposto per la gestione del rischio credito al 2° Forum sul Credit Management di Ipsoa- ndr) - ha detto la Domini-  ma anche il sistema di riconoscimento dei bonus aziendali dovrebbe avere come indicatori di performance la compliance della governance.>>

La vera lezione è stata, a mio modo di vedere, la tenacia di una donna che ha portato l’attenzione di tutti a ritenere etica la mera logica di corente gestione d’impresa.  A questo riguardo è emblematica la storiella che la Domini racconta, anche sul suo sito, per fare proseliti, con spirito direi evangelico.  Una fanciulla sulla spiggia raccoglie le stelle di mare e le trasferisce in acqua per non farle morire;  la madre l’invita a non preoccuparsene perché non cambierà nulla, in quanto alla prossima onda ritorneranno sulla sabbia. La fanciulla si ferma per un attimo poi riflette e risponde che forse per almeno una di esse farà la differenza essere in acqua in quel momento e prosegue a trasferirle.

Bisogna avere il coraggio di cambiare il sistema, passo dopo passo. Si può, Amy Domini lo sta facendo.
L’invito finale non poteva allora che essere quello di chiedere alla scuola di creare una nuova più consapevole cultura: << le business school – e ricordo che ci trovavamo in Bocconi- devono spiegare che business è commerce anziché finance!>> Peccato che i ”mandriani” di cui sopra, non abbiano trascinato nemmeno una scolaresca in aula magna dalla Domini….

di Antonella Simone, partner di ADZ Morison, consulente aziendale esperta nella gestione del rischio credito aziendale
 

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