LA PENSIONE UNICA DI VECCHIAIA CONTRIBUTIVA IN CASSA FORENSE

LA PENSIONE UNICA DI VECCHIAIA CONTRIBUTIVA IN CASSA FORENSE

Trento, 25 novembre 2024. Di Paolo Rosa, avvocato.

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Agli iscritti, per la prima volta alla Cassa dal 01.01.2025, verrà erogata la prestazione denominata pensione di vecchiaia liquidata esclusivamente secondo il sistema contributivo (artt. 68 e 69 del nuovo regolamento unico della previdenza forense).

Il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue al compimento del 70esimo anno di età con almeno 5 anni di effettiva iscrizione e integrale contribuzione.

Sulla pensione di vecchiaia non spetta l’integrazione al trattamento minimo (€ 10.250,00, preso come base l’anno 2029) qualora l’iscritto non sia in possesso di almeno 35 anni di iscrizione e integrale contribuzione alla decorrenza.

Il diritto alla pensione di vecchiaia può essere conseguito al compimento dei 65 anni di età con almeno 35 anni di iscrizione e integrale contribuzione, a condizione che l’importo della pensione, calcolata secondo il sistema contributivo, risulti non inferiore alla pensione integrata al minimo, pari ad € 10.250,00, presso come base l’anno 2029.

L’importo della pensione è determinato interamente secondo il sistema contributivo, moltiplicando il montante individuale complessivo per il coefficiente di trasformazione relativo all’età dell’iscritto al momento del pensionamento secondo la tabella A, allegata alla Legge 335/1995.

Ai fini della determinazione del montante contributivo si considerano solo i contributi soggettivi versati dall’iscritto entro il tetto reddituale (per l’anno 2025 € 130.000,00) e i contributi introitati a titolo di riscatto / ricongiunzione.

Quale sarà l’importo della pensione contributiva?
Cassa Forense liquidata già pensioni contributive e l’importo medio anno è pari ad € 5.086 (Fonte: I numeri dell’avvocatura al 2022).

Offro alla attenzione un esempio concreto.
Il 20 novembre scorso, la Commissione parlamentare di controllo sugli Enti previdenziali, ha audito l’EPPI – l’Ente di Previdenza dei Periti Industriali, istituito dal d.gls. n. 103/1996 con il sistema della capitalizzazione individuale, dove l’importo della pensione annua è determinato secondo il sistema contributivo, ex lege 08.08.1995, n. 335, con l’applicazione della legge Lo Presti, che ha consentito di aumentare il contributo integrativo fino ad un massimo del 5% e di utilizzarne una parte per incrementare il montante contributivo dell’iscritto allo scopo di migliorare l’adeguatezza della prestazione pensionistica, al punto da raddoppiare il tasso di sostituzione.

Cosa che il Comitato dei Delegati di Cassa Forense non ha ritenuto di fare.

Gli iscritti all’EPPI, al 31.12.2023, sono pari a 12.905 dei quali il 97,6% di sesso maschile.
Il reddito medio dei periti industriali, dichiarato per l’anno 2023, è di oltre € 60.000,00 mentre il fatturato medio è di poco inferiore ad € 88.000,00.
- Contributo soggettivo pari al 18% del reddito professionale netto degli iscritti;
- -Contributo integrativo pari al 5% del volume di affari degli iscritti;
- I pensionati al 31 dicembre 2023 sono pari a 6136 dei quali il 35%, pari a numero 2132, continua ad esercitare la professione e a contribuire.

La pensione media di vecchiaia si attesta su oltre € 10.000,00 annui con un’anzianità contributiva piena (oltre 26 anni), tale importo si riduce al ridursi dell’anzianità contributiva, sino all’importo medio annuo di € 1,3 mila per coloro che hanno un’anzianità di 5 anni.

Allego il grafico di pagina 16, delle slide rilasciate dall’EPPI, che fotografa bene la situazione.

Alla luce di questi dati reali, la mia convinzione è che per molti dei nuovi iscritti in Cassa Forense dal 01.01.2025, eccezione fatta per chi avrà redditi alti, la pensione contributiva sarà inferiore all’assegno sociale INPS, pari per il 2024 a € 534,41 al mese per tredici mensilità, che viene liquidata senza il versamento di alcun contributo.