«Per espressa previsione normativa - si spiega - l`importo di 1.000 euro deve essere considerato `complessivamentè, evitando, in tal modo, l`aggiramento delle operazioni frazionate, realizzato attraverso il ricorso a due o più operazioni per contanti per importi inferiori. Ne consegue, dunque, l`ammissibilità di operazioni di importi anche complessivamente pari o superiori alla soglia consentita, sempre che il frazionamento in più importi `inferiori alla soglià sia previsto da prassi commerciali, o conseguenza della libertà contrattuale (ad esempio, vendite a rate) e non, invece, artificiosamente realizzato per dissimulare il passaggio di somme ingenti in contanti». «Pertanto -si sottolinea- anche i salari e gli stipendi di importo superiore al predetto limite in via generale vanno pagati con assegno bancario o circolare non trasferibile, bonifico bancario o altre modalità di pagamento tracciato previste dalle legge».
È prassi molto diffusa, soprattutto in taluni settori di attività (ad esempio, edilizia o agricoltura o lavoro domestico), ricorda la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, il pagamento di acconti settimanali in contanti di importo inferiore a 1.000 euro che complessivamente danno luogo a una paga mensile pari o superiore a tale limite. Spesso, si tratta di accordi verbali che si protraggono da tempo nelle aziende. «Con riferimento ai rapporti di lavoro in essere -si avverte- la prassi adottata costituisce oramai un diritto acquisito dal lavoratore che è penetrato nel contratto individuale, con la conseguenza che non viola alcuna regola di antiriciclaggio. Con riferimento ai nuovi rapporti, è bene regolamentare nel contratto individuale i criteri di pagamento della retribuzione anche confermando la prassi esistente per la generalità dei lavoratori presenti in azienda». «Nessun problema si pone -si assicura- anche per i casi di rimborsi spese corrisposti mensilmente in contanti agli amministratori a fronte di giustificativi consegnati anche se complessivamente nell`anno dovesse superare la soglia di 1.000 euro». Quanto alle modalità di pagamento della retribuzione, «non sussiste alcun obbligo da parte del lavoratore di apertura di un conto corrente bancario o postale; se il lavoratore non accetta il bonifico, il datore di lavoro può corrispondere la retribuzione mediante assegno bancario o postale».
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