La nuova Mps non piace alla Regina
Cresce il consenso a Siena per nominare Alessandro Profumo alla presidenza di Mps quando ad aprile scadrà il mandato di Giuseppe Mussari che non intende ripresentarsi. Il nome dell`ex amministratore delegato di Unicredit già emerso nei giorni scorsi, riferiscono diverse fonti, è al momento il più forte fra i possibili candidati che la Fondazione dovrà indicare all`assemblea di aprile della banca, sebbene fino alla presentazione delle liste a inizio aprile altre soluzioni siano possibili.
Mps intanto finisce in prima pagina sul Financial Times che, ripreso da Ansa, in un articolo dedicato alle difficoltà dell`istituto e ai timori che questi suscitano nella città toscana, lo definisce «venerabile ma vulnerabile». Profumo, in questi giorni all`estero, attende intanto che vengano appianate le divergenze a Siena fra le diverse anime della Fondazione e delle forze politiche, oltre che dei possibili nuovi soci privati che dovranno rilevare il 15% della banca messo in vendita dalla Fondazione.
L`ente scenderà infatti al 33,5% per ripianare i debiti da 1 miliardo di euro con le banche con le quali è in corso una serrata trattativa. L`ex ad di Unicredit, rilevano diversi osservatori, vorrà avere un mandato chiaro e margini di manovra ben definiti nel suo incarico, vista anche la sua esperienza a Piazza Cordusio, dove fu costretto da dimettersi dalle fondazioni azioniste per i risultati in calo del gruppo e per la sua decisione di aprire a soci istituzionali esteri di peso. Una linea che potrebbe non collimare con quella della Fondazione, abituata da sempre a avere un controllo esclusivo sulla banca. Inoltre i fondi privati di cui si è fatto il nome per la quota del 15% della Fondazione Mps (Equinox e Clessidra) potrebbero voler esprimere se non proprio un nome, delle proprie condizioni.
A Siena poi si teme che, dopo l`arrivo di un manager esterno come Fabrizio Viola, un altro innesto potrebbe significare la definitiva perdita di peso della comunità locale sulla banca. Venerdì scorso tuttavia il sindaco della città Franco Ceccuzzi ha chiesto in modo netto una discontinuità, appoggiando la decisione della Fondazione di scendere sotto il 50% per risolvere la trattativa con le banche creditrici in tempo per la scadenza della moratoria sul debito a metà marzo. Proprio l`arrivo di una personalità come Profumo, rispettato a livello internazionale e in Italia, rappresenterebbe una garanzia per il rilancio dell`istituto alle prese con la crisi e le richieste dell`Eba. La banca attende infatti che il piano di rafforzamento del patrimonio, che non prevede aumento di capitale, sia passato al vaglio dall`autorità europea e poi dal consiglio Ue di marzo. In caso di `bocciaturà e di necessità di reperire risorse aggiuntive, Profumo potrebbe fornire agli investitori delle forti garanzie in tal senso. Nel frattempo comunque il direttore generale Fabrizio Viola sta redigendo il nuovo piano industriale. Viola sabato ha auspicato «che l`operazione porti all`allargamento dell`azionariato e che sia stabile. Un azionariato che creda nei programmi della banca, lo supporti, e che supporti il management nelle sue attività».