I FEROCI SPECULATORI DEL VENTO MINACCIANO LO SBANCAMENTO DELLA SPIAGGIA DI TUERREDDA, GIOIELLO NATURALE NEL SUD DELLA SARDEGNA

Giannina Puddu, 13 settembre 2023.

Domani, 14 settembre, a Cagliari alle 9,30, il corteo di protesta STOP AI PROGETTI ENERGETICI CHE MINACCIANO LA SARDEGNA con partenza da Piazza dei Centomila e diretto al Palazzo del Consiglio Regionale in via Roma.

Nel video, Maurizio Onnis del Comitato Su Entu Nostu e  sindaco di Villanovaforru.

L'Unione Sarda.it, come quasi tutte le testate giornalistiche sarde, si è unita alle voci di forte dissenso che si ascoltano nell'isola contro l'assalto Eolico: ennesimo scempio nei mari sardi: nel mirino la spiaggia gioiello di Tuerredda.

Sbancamento per consentire l’approdo a terra del cavidotto che collega le pale alla rete elettrica.

L'eolico minaccia Tuerredda. Se approvato, il progetto prevede lo sbancamento della spiaggia!

La denuncia arriva dall'associazione ambientalista "Gruppo di intervento giuridico" che definisce l'ipotesi di far passare un cavidotto sul celebre arenile "la soluzione finale dopo un "turismo balneare eccessivo".

Dal canale Telegram NO FURTO EOLICO IN SARDEGNA, l'appello:

Diffondete la verità su questo problema, parlatene con le persone, partecipate alle assemblee e alle manifestazioni di protesta, non fatevi raccontare scuse e fragnacce e invece METTETE ALLE STRETTE gli amministratori e i politici locali, provinciali e soprattutto regionali.

Il Coordinamento reg. Lipu Sardegna Lipu (partner italiano di BirdLife InternationalSardegna.it) ha chiesto che sia bocciato il progetto di Parco Eolico presentato da Sorgenia Renewables Srl che interessa l'area dei comuni  di Seneghe e Narbolia. 

La richiesta del giudizio di NON COMPATIBILITA' AMBIENTALE è stato trasmesso con l'articolato messaggio che segue, da Alghero, il 22 agosto 2023:

Al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Dipartimento Sviluppo Sostenibile

Diss@Pec.Mite.Gov.it
Direzione generale valutazioni ambientali
VA@pec.mite.gov.it
Al Ministero della Cultura Soprintendenza Speciale per il PNRR
ss-pnrr@pec.cultura.gov.it
Al Ministero delle Infrastr. e della Mobilità Sostenibile.
dg.tm@pec.mit.gov.it
e, p.c. All’Assessore Reg.le alla Difesa dell’Ambiente
amb.assessore@regione.sardegna.it
Al Servizio tutela del paesaggio Sardegna meridionale
eell.urb.tpaesaggio.ca@pec.regione.sardegna.it
 Alla Sindaca di Seneghe
protocollo.seneghe@legalmail.it
Al Sindaco di Narbolia
protocollo.narbolia@pec.comunas.it
Al Sindaco di Solarussa
protocollo@pec.comune.solarussa.or.it
Al Sindaco di Zeddiani
protocollo@pec.comune.zeddiani.or.it
Al Sindaco di San Vero Milis
protocollo@pec.comune.sanveromilis.or.it
Al Sindaco di Siamaggiore
protocollo@pec.comune.siamaggiore.or.it


Oggetto: Osservazioni contro il progetto “Impianto eolico nei Comuni di Seneghe e Narbolia - Potenza massima in immissione di 75 MW comprensiva di sistema di accumulo integrato da 15,60 MW” presentato dalla
Società Sorgenia Renewables S.r.l. con sede legale in Milano (MI) - 20148, Via Algardi, N°4.

Il progetto prevede l’installazione di n. 9 aerogeneratori nei Comuni di Seneghe (OR) e Narbolia (OR), con altezza al mozzo fino a 125 m e diametro del rotore fino a 170 m, di potenza unitaria nominale fino a 6,6 MW, con potenza nominale complessiva massima di 59,4 MW e sarà integrato con un sistema di accumulo elettrochimico (BESS) da 15,6 MW, nonché l’approntamento delle opere e infrastrutture accessorie indispensabili a garantire un ottimale funzionamento e la gestione
dell’impianto (viabilità e piazzole di servizio, distribuzione elettrica di impianto, cabina di sezionamento, area destinata all’installazione ed esercizio del BESS, Sottostazione elettrica di utenza 30/220 kV condivisa tra più produttori, opere per la successiva immissione dell’energia prodotta alla Rete di Trasmissione Nazionale) che interessano anche i Comuni di San Vero Milis (OR), Zeddiani (OR),
Siamaggiore (OR) e Solarussa (OR).
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All’esame della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente
(CTVIA) e presso gli uffici Valutazione Impatti dell’Ass.to Reg.le all’Ambiente , al 30 giugno del 2023.

Secondo  I dati TERNA erano state presentate 718 pratiche per complessivi 56,08 GW di potenza, 21,01 per il solare, 15,07 per l’eolico on shore, 20 per l’eolico off shore.

Nell’ipotesi che tutti questi impianti venissero autorizzati e realizzati si avrebbe una nuova potenza disponibile da FER cinque volte superiore alle necessità energetiche della Sardegna per un fabbisogno per l’isola inferiore ai 9mila GWh/anno.

Una quantità di energia tecnicamente non assorbibile dalla malconcia rete elettrica sarda, e tanto meno esportabile pur volendo tener conto del Tyrrhenian Link peraltro ancora in fase embrionale.

Assenza di programmazione
Questi numeri evidenziano in tutta la loro crudezza la totale assenza di una seria pianificazione e governance in un settore così delicato e complesso per le implicazioni di carattere ambientale sociale ed economico quale quello dell’energia.

Ulteriore conferma di questo colpevole lassez faire è data da un Piano energetico regionale della Sardegna fermo al 2015 e mai aggiornato e la mancata attuazione dei contenuti della legge di delegazione europea n. 53 del 22 aprile 2021 e del D.lvo 199/2021 che impongono l’individuazione dei siti idonei.

Aspetti generali: Il paesaggio dell’area in oggetto è caratterizzato da pascoli alternati a macchia mediterranea e sugherete e dalla presenza di aziende agro-pastorali, con ovili, divisioni a muretto a
secco e strade interpoderali.

L’impatto sul territorio: l’apertura di nuove strade o semplicemente l’adeguamento di viabilità esistente comporta, oltre al consumo di suolo, la demolizione di essenze vegetali rappresentate prevalentemente da alberi , arbusti ed elementi della macchia mediterranea che in taluni casi impiegano decenni per ricostituirsi.

Le strutture e i manufatti come muretti a secco che ricordiamo sono patrimonio culturale dell’umanità tutelati dall’UNESCO e che nel caso di strade interpoderali , camini reali e muri divisori demoliti, non possono essere ricostruiti se non in minima parte in quanto la loro realizzazione secondo la tecnica tradizionale comporta tempi lunghissimi e spese ingenti.

Si considera la demolizione e la distruzione ambientale relativamente alla realizzazione dei cavidotti che comporteranno uno scavo eseguito con mezzi meccanici di 1,1/1,2 m da p.c., valore che potrà subire variazioni in relazione al tipo di terreno attraversato.

Normalmente la larghezza dello scavo della trincea è limitata entro 1,3 m, salvo diverse necessità riscontrabili in caso di terreni sabbiosi o con bassa consistenza ed alla creazione di spiazzi per i deposito temporaneo delle strutture di cantiere.

La realizzazione della rete viaria a servizio del parco comporterà, per la maggior parte, l’adeguamento delle strade esistenti, e per alcuni tratti la realizzazione di nuovi percorsi che, tra l’altro comporta l’attraversamento di torrenti e/o compluvi.

A questo proposito , come riportato nella stessa relazione generale, si rileva che: (pag82)

Relativamente agli interventi in progetto, come evidenziato in Figura 8.10, alcune opere previste nella porzione meridionale dell’impianto ricadono all’interno delle aree sottoposte a vincolo idrogeologico.

In particolare, ricadono all’interno di tali aree:
- la postazione eolica NA09;
- alcuni tratti di cavidotto interrato MT 30 kV, impostato in stretta aderenza alla viabilità esistente ad eccezione di due brevi tratti impostati su viabilità di nuova realizzazione tra le postazioni NA10 e 
NA09; alcuni tratti di viabilità di nuova realizzazione tra le postazioni NA10 e NA09 e alcuni allagamenti nei tratti di viabilità di accesso alla NA10 e alla NA09. (Si specifica che, relativamente alle opere sopra citate, sarà richiesta una preventiva autorizzazione da parte del Comitato Forestale di Vigilanza Ambientale.

Pag 88 in corrispondenza del “Canale Maiore” a sud-ovest della postazione SE06, così come indicato in Figura 8.13.

Al riguardo, si evidenzia come il suddetto tracciato risulti ubicato nella porzione finale della fascia di rispetto di 150 m individuata causando un’interferenza minima.

Per tale ragione è fatto obbligo al proponente di inoltrare istanza di autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 146 comma 3 del D.Lgs. 42/04 (Codice dei Beni Culturali e del paesaggio).

Pag 95 Alcuni allargamenti lungo viabilità esistente e relativo cavidotto interrato, sovrapponentisi localmente con “Fiumi torrenti e corsi d’acqua e relative sponde o piedi degli argini, per una fascia di 150 metri ciascuna, e sistemi fluviali, riparali, risorgive e cascate, ancorché temporanee” (art. 17 comma 3 lettera h N.T.A. P.P.R.) in corrispondenza della “Gora Zoddias”.

Per quanto riguarda i muretti a secco, come precedentemente affermato sono patrimoni dell’UNESCO, nel progetto si fa riferimento alla loro ricostruzione, ma, a pag 211si legge: Anche lungo questo tracciato sono presenti dei muretti a secco interpoderali.

Come già riportato in precedenza, in fase di cantierizzazione gli stessi dovranno essere rimossi, dove interferenti, per
essere poi ripristinati, dove possibile, al termine dei lavori. Il che non garantisce la loro completa ricostruzione.

Un forte impatto sul territorio si avrà con l’adeguamento o la creazione della viabilità leggiamo Pag191 La viabilità complessiva di impianto, al netto dei percorsi sulle strade principali e secondarie esistenti per l’accesso al sito del parco eolico, ammonta, pertanto, a circa 8 km, riferibili a percorsi di nuova realizzazione per l’47,6% della lunghezza complessiva (~3.810m) e tracciati in adeguamento/adattamento della viabilità esistente in misura del 52,4% (~4.195m).

Dette strade dovranno sopportare il passaggio di mezzi molto pesanti ( 120 -145 T, 2 kg/cm² ).
L’incremento di strade e la presenza delle piazzole base per le pale e quelle di sosta e stoccaggio oltre a rappresentare un ulteriore consumo di suolo sono ulteriori vie per l’acqua piovana facilitandone lo scorrimento a valle, aggravando le situazioni che si stanno verificando a causa delle improvvise, abbondanti piogge che stanno producendo così gravi danni ai territori.

Difficoltà nello spegnimento degli incendi.
Nel 2021 il Montiferru fu attraversato da un enorme incendio, i mezzi aerei operarono con difficoltà a causa della conformazione orografica, la presenza di un enorme numero di pale eoliche che superano i 200 metri di altezza renderebbero ancor più difficile, se non impossibile l’operatività degli aerei ed elicotteri, mettendo a 
rischio l’incolumità dei piloti, anche in caso di arresto delle pale, in quanto l’altezza ideale per effettuare i lanci è di 50 metri dal suolo.

Aspetto faunistico
Per quanto riguarda l’avifauna rileviamo che il complesso delle pale è inserito su una via migratoria interna meno rilevante di quella costiera ma comunque di grande importanza come si evince dalle carte delle migrazioni, ricordando che gli uccelli più colpiti sembrano essere i rapaci, anche se tutti gli uccelli di grandi dimensioni, quali i ciconiformi, ardeidi, sono potenzialmente a rischio d’impatto con gli aerogeneratori.

Nella relazione faunistica allegata al progetto viene segnalato il Grifone, per la salvaguardia di questa specie è stato realizzato il Progetto Life (LIFE14 NAT/IT/000484) dell’Università di Sassari Facoltà di Veterinaria , Agenzia Forestas, Regione Sardegna e Comune di Bosa, recentemente concluso , grazie al quale, con la liberazione di Grifoni importati dalla Spagna e l’istituzione di Carnai aziendali, è stato possibile che la popolazione di questi avvoltoi aumentasse notevolmente con una popolazione stimata di 338 individui.

Il Montiferru rappresenta un’area di foraggiamento di questa specie e, come dimostrato dai tracciati dei GPS impiantati su una parte dei Grifoni liberati, nella sezione ACTION D.3 – SURVIVAL RATES AND DISPERSAL PATTERNOF RELEASED VULTURES, è sulla rotta dei grifoni delle colonie di Punta Cristallo ( Alghero ) e di Bosa, e che, muovendosi generalmente in gruppo, sono particolarmente a rischio di impatto con le pale eoliche che, pertanto, rappresentano un costante pericolo.

Ciò avverrà più frequentemente in seguito alla liberazione dei Grifoni nell’ambito del progetto il Progetto LIFE “Safe for vultures” LIFE19 NAT/IT/000732, finanziato nell’ambito del nuovo Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (Life 2014-2020), che ha l’obiettivo di assicurare la sopravvivenza a lungo termine della popolazione di Grifone in Sardegna, espandendo il suo areale di distribuzione, aumentandone la capacità portante e prevenendo le principali minacce come l’avvelenamento e l’interazione con le infrastrutture energetiche.

Il progetto è sviluppato dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari in partenariato con l’Agenzia Forestas, E-Distribuzione, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna e la Vulture Conservation Foundation e grazie alla collaborazione della Regione Sardegna, delle associazioni ambientaliste e di altri attori istituzionali, culturali, economici e sociali del territorio interessato.

LIFE Safe for Vultures farà sì che il Grifone riconquisti gli areali storici di distribuzione, estendendo i risultati di LIFE Under Griffon Wings dalla Sardegna nordoccidentale a quella centrorientale e meridionale.

E’ già stata realizzata una voliera di ambientamento a Villasalto che ha già accolto i primi 12 grifoni e da li verranno liberati. La zona di liberazione non è distante dal Parco eolico in progetto, considerata la facilità con cui i Grifoni percorrono lunghe distanze, nell’area troveranno animali morti da mangiare, così da prospettarsi il grave pericolo di impatto con le pale eoliche, rendendo in tal modo vano, almeno in parte, il progetto di reintroduzione.

Nel Grifone la visione binoculare comprende un’area relativamente piccola che si estende da circa 55° (leggermente al di sopra il livello degli occhi)a 135° ( leggermente sotto il livello del becco), dando una Gamma totale di 80.

Questo comporta per la specie un handicap visivo, rappresentato da una zona di “punto cieco”, effettivamente senza vista, nella direzione di viaggio e, pertanto la rende vulnerabile alla collisione con oggetti come turbine eoliche, che si intromettono in uno spazio aereo.

E’ difficile comporre una lista di specie rinvenute uccise sotto le pale eoliche: vi sono tutti gli uccelli d’Europa, con una partecipazione più abbondante di rapaci diurni (avvoltoi, aquile, nibbi, falchetti), pipistrelli, rondini e rondoni.

In Germania in una tabella pubblicata dal Ministero dell’ambiente sugli  esemplari rinvenuti morti sotto le turbine figurano al primo posto il nibbio reale, seguito da poiana, aquila di mare, gheppio, gabbiano comune, allodola e rondone, la maggior parte di queste specie, esclusa l’Aquila di mare, sono presenti in Sardegna.

E’ quasi impossibile arrivare ad una stima totale della mortalità causata dalle pale eoliche per tre ragioni: la mortalità in ogni impianto eolico dipende da diversi fattori ambientali: presenza o meno di nebbia e qualità della visibilità durante l’anno e quantità di uccelli presenti nella zona.

Addirittura dipende dal periodo in cui sono presenti gli individui. Ad esempio gli esemplari svernanti (che quindi non conoscono l’area) sono più a rischio degli esemplari presenti tutto l’anno che hanno imparato a stare lontani dalle turbine.
1.Sebbene si riesca più o meno a reperire in tempo i cadaveri dei grandi uccelli uccisi (non a caso si hanno fondamentalmente ritrovamenti di grossi uccelli), è quasi impossibile valutare la mortalità dei piccoli uccelli, che vengono mangiati da ratti, gatti e scompaiono rapidamente.

I migratori notturni vengono fatti scomparire quasi immediatamente dagli animali spazzini.
2 Non è chiaramente definito chi, e con quale frequenza si dovrebbe cercare i cadaveri degli uccelli e dei chirotteri uccisi
3 In allegato riportiamo una serie di documenti riguardanti l’argomento.

Per quanto riguarda l’avifauna rileviamo che il complesso delle pale è inserito su una via migratoria interna meno rilevante di quella costiera ma comunque di grande importanza come si evince dalle carte delle migrazioni, ricordando che gli uccelli più colpiti sembrano essere i rapaci, anche se tutti gli uccelli di grandi dimensioni, quali i ciconiformi, ardeidi, sono potenzialmente a rischio d’impatto con gli aerogeneratori.

Nel Parco di Tepilora è in corso il Progetto Life ‘Aquila a-Life sono state liberate 32 Aquile di Bonelli, specie particolarmente soggetta ad elettrocuzione impatto con aerogeneratori. 

Nella relazione faunistica non sono segnalati l’Aquila reale Aquila chrysaetos , l’Albanella Minore Circus pygargus regolarmente nidificante nel Montiferru, il Nibbio reale Milvus milvus che ha un areale di riproduzione ridotto al solo Meilogu, ma che grazie al progetto Under Griffon Wings ha visto aumentare di molto la propria popolazione nidificante e svernante, compreso i Montiferru. 

Da segnalare che nel Progetto Life ‘Aquila a-Life sono state liberate 32 Aquile di Bonelli e che le ultime sono avvenute in territorio di Montresta, per le caratteristiche del volo l’Aquila di Bonelli è particolarmente a rischio di impatto con pale eoliche e linee elettriche.
“La ricerca scientifica, negli ultimi decenni, ha esplorato il fenomeno con metodi rigorosi e ha messo in evidenza l’esistenza di impatti importanti delle luci artificiali, o ALAN (Artificial Light At Night) sul comportamento degli uccelli, in qualche caso arrivando a quantificarne la portata” (G.Bogliani).

Per quanto riguarda le opere di mitigazione colorando una pala di nero o introducendo un sistema di telecamere che inquadrando un uccello rallenti o arresti la pala, a nostro avviso non sono sufficientemente sperimentati e non funzionanti di notte, a tal proposito ricordiamo che molti migratori volano sia di giorno che
di notte, taluni addirittura preferiscono questa modalità.

Per quanto riguarda i Chirotteri Si rileva che nella relazione faunistica si fa riferimento a sole 4 specie di chirotteri, mentre in Sardegna ne sono presenti circa una ventina Dalle:LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DEGLI IMPIANTI EOLICI SUI CHIROTTERI del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri leggiamo che:
Nella valutazione occorre rilevare che le aree da evitare per la costruzione di impianti eolici comprendono tutte le zone a meno di 5 km da:
1.aree con concentrazione di zone di foraggiamento, riproduzione e rifugio dei chirotteri;
2. siti di rifugio di importanza nazionale e regionale;
3. stretti corridoi di migrazione devono essere rilevati gli impatti potenziali in relazione al sito e all’impianto eolico operativo nei periodi estivo e migratorio e stabilire la sensibilità delle aree di potenziale impatto degli impianti eolici.
Nella redazione della Valutazione di Impatto Ambientale deve essere fatta una Valutazione Preliminare, una Valutazione dell’impatto cumulativo sugli habitat e sulle carcasse ( molto difficili da trovare date le dimensioni dei pipistrelli), per il Rilevamento di ultrasuoni al suolo in fase di VIA , tutti i rilevamenti a terra devono essere effettuati in due aree: l'area dell’impianto eolico, definita come l'area con un raggio di 1 km dagli aerogeneratori previsti, e un'area di saggio, scelta nei pressi del sito (tra 1 e 3 km dall’impianto eolico proposto), con caratteristiche ambientali simili a quelle dell'area dell’impianto eolico “La pianificazione degli impianti eolici deve pertanto tenere conto dell'impatto sulla chirotterofauna mettendo in atto, con tempi adeguati, monitoraggi specializzati ad opera di personale qualificato.

La necessità di considerare il possibile impatto sui chirotteri come parte del processo di controllo del progetto, e di adattare la progettazione e l’operatività delle macchine alla luce delle esperienze acquisite su impianti già esistenti e in base ai monitoraggi effettuati, è di vitale importanza per evitare che i pipistrelli siano sottoposti a ulteriori minacce.

Quindi, la considerazione della chirotterofauna deve avvenire in tutte le fasi di realizzazione del progetto, da quella di pianificazione e autorizzazione, alla fase di cantiere, alla fase di esercizio. Le indagini di campo nella fase autorizzativa permetteranno di costruire impianti eolici sempre più a basso impatto, come le indagini modellistiche e di campo permetteranno di proporre possibili misure di mitigazione da valutare in corso di pianificazione e attuazione dell’impianto....

CHIEDE:
che il provvedimento conclusivo del procedimento di V.I.A. dichiari l’improcedibilità dell’istanza per quanto ai sensi dell’art. 24 e 24 bis del Decreto Legislativo n. 152/2006 e successive integrazioni in relazione alle sostanziali ed ineliminabili carenze progettuali.

In seconda istanza che qualora codesto Servizio Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali non ritenesse di accogliere le Osservazioni sulla improcedibilità della istanza in forza delle documentate e probanti motivazioni esposte ai sopraelencati punti, e per il significativo e negativo impatto ambientale che l’opera potrebbe arrecare all'area in oggetto e alla molteplicità degli ecosistemi che ivi sono presenti, il provvedimento conclusivo del procedimento di V.I.A. formuli un GIUDIZIO NEGATIVO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE per il progetto per la costruzione ed esercizio dell’impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile di tipo eolico, denominato “Impianto eolico nei Comuni di Seneghe e Narbolia - Potenza massima in immissione di 75 MW comprensiva di sistema di accumulo integrato da 15,60 MW” costituito da n. 9 aerogeneratori nei Comuni di Seneghe (OR) e Narbolia (OR), con altezza al mozzo fino a 125 m e diametro del rotore fino a 170 m, di potenza unitaria nominale fino a 6,6 MW, con potenza nominale complessiva massima di 59,4 MW presentato dalla Società Sorgenia Renewables S.r.l. con sede legale in Milano (MI) - 20148, Via Algardi, N°4.
Alghero 22/8/2023 Il Coordinatore Regionale Lipu Birdlife per la Sardegna.