La Grecia sulla falsariga dell`Islanda?
Chi sostiene che le prospettive dell`economia greca migliorerebbero se il Paese abbandonasse l`euro in favore di una nuova dracma svalutata citano spesso le recenti performance relative di Islanda e Paesi Baltici.
L`Islanda ha svalutato la corona di oltre il 50% rispetto all`euro tra la metà del 2007 e la metà del 2009. I Paesi Baltici, al contrario, hanno adottato misure estreme di austerity per difendere i livelli di cambio con l`euro, con l`Estonia che nel 2011 è entrata a far parte della moneta unica.
Per ciascun Paese, il confronto dei livelli del PIL nel quarto trimestre del 2011 con il livello di picco pre-recessione fornisce davvero poche prove a favore delle teorie svalutazioniste. In Islanda il crollo del PIL era ancora del 7,9% contro il 7,6% della Lituania e il 9,2% dell`Estonia. Invece, il PIL della Lettonia era più basso del 15,9%.
Questo confronto, tuttavia, va a favore dell`Islanda perché il boom economico precedente era stato meno deciso che nei Paesi Baltici, il che implica un minore surplus da `bruciare` durante la recessione. In alternativa un altro termine di confronto può essere il PIL nel primo trimestre del 2005, quando i boom erano all`inizio. L`Islanda da allora è cresciuta del 9,2% contro il 13,2% dell`Estonia, il 16,8% della Lituania e il 9,6% in Lettonia - vedi grafico.
Alla Grecia manca probabilmente la coesione politica e sociale per portare avanti un piano di austerity e di svalutazione `interna` come quello attuato nei Paesi Baltici, il che significa che l`uscita dall`euro è inevitabile. Tuttavia, sono sospette le voci di chi sostiene che questa sarebbe una scelta di policy a livello macro finalizzata a migliorare i risultati economici nel medio-termine.
A cura di Henderson GI