LA FRANCIA STOPPA LA BALDANZA DI MACRON
Redazione, 10 giugno 2024.
Emmanuel Macron lancia la sfida delle elezioni, dopo la batosta inaspettata che ha preso alle europee con i francesi che hanno preferito Le pen con il suo candidato di soli 28 anni e di origini italiane, Jordan Bardella.
Già dai primi exit poll del voto europeo, il partito di estrema destra Raggruppamento Nazionale (RN) era al 31,5% dei voti lasciando il posto del perdente al Rinascimento di Emmanuel Macron, fermo al 15,2% con Valerie Hayer.
Bardella si è espresso affermando che "Il presidente della Repubblica non può rimanere sordo al messaggio inviato questa sera dal popolo francese.
Prima di tutto deve abbandonare l'agenda che si stava preparando ad attuare: la de-indicizzazione delle pensioni e il nuovo aumento dei prezzi dell'energia a partire da quest'estate... Gli chiediamo solennemente di prendere atto di questa nuova situazione politica, di tornare dal popolo francese e di organizzare nuove elezioni legislative... Questa sconfitta senza precedenti per l'attuale governo segna la fine di un ciclo e il primo giorno dell'era post-Macron, che spetta a noi costruire”.
Costruire, si, ma senza velleità di guerra, si spera...
Nella sua replica, Macron ha detto che "l'ascesa dei nazionalisti e dei demagoghi è una minaccia non solo per la nostra Nazione, ma anche per la nostra Europa e per il posto della Francia in Europa e nel mondo... L'estrema destra rappresenta l'impoverimento del popolo francese e la rovina del nostro Paese. Quindi, alla fine di questa giornata, non posso far finta che non sia successo nulla".
Quindi, ha smantellato il suo Governo, per indire elezioni anticipate puntando sulla sua riconferma, evidentemente.
Gioco duro, nel suo stile, con "il voto nazionale, che si terrà il 30 giugno per il primo turno e il 7 luglio per il secondo, è una “decisione seria e pesante, un atto di fiducia”.
Prendendo in prestito, perchè gli conviene a questo punto, il linguaggio di Le Pen, si è espresso con "Fiducia in voi, cari compatrioti, nella capacità del popolo francese di fare la scelta giusta per sé e per le generazioni future. Fiducia nella nostra democrazia, nel dare voce al nostro popolo sovrano, niente è più repubblicano".
Il terzo, Jean-Luc Melenchon, leader di France insoumise, coglie l'opportunità del voto anticipato di circa tre anni sostenendo che il presidente francese “non ha più la legittimità di perseguire le sue politiche di abuso sociale, inazione climatica e guerrafondaio”.
La curiosità di ascoltare Macron dopo la sua eventuale ed ulteriore sconfitta interna, è tanta.
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